Procura europea (EPPO): la relazione annuale 2021

Federica Zazzaro
Federica Zazzaro
23 Settembre 2022

Pubblicato il primo rapporto della Procura europea (EPPO) del 2021 a distanza di sette mesi dall'effettivo avvio delle attività di indagine. Un bilancio dell'operatività, tra un'efficienza dimostrata ed un'ulteriore esigenza di coordinamento e miglioramento dell'attività effettuata.
EPPO Annual Report 2021

La Procura europea (EPPO), istituita dal regolamento (UE) n. 1939/2017 del Consiglio, del 12 ottobre 2017, ha iniziato le operazioni il 1° giugno 2021, dopo che la Commissione europea, con propria decisone del 26 maggio 2021, adottata ai sensi dell'art. 288 TFUE, ha confermato ufficialmente la data di inizio dell'attività operativa.

Al termine dei primi sette mesi del 2021 è stata pubblicata la relazione annuale (consultabile sul sito ufficiale www.eppo.europa.eu), la quale si occupa di rendicontare l'attività operativa attraverso la raccolta di una serie di dati chiave e analisi statistiche sia a livello universale, sia a livello nazionale per ogni Stato membro partecipante.

Nella prima parte la relazione annuale si sofferma sul fine precipuo che la Procura europea, con la sua istituzione, si prefigge di seguire.

Se da un lato vi è l'esigenza di costruire un sistema omogeneo d'indagine e di azione penale per i reati che ledono gli interessi dell'Unione; dall'altro lati si rileva come il focus della sua attività di indagine sia indirizzato principalmente alla criminalità economica e finanziaria che abbia una rilevanza transfrontaliera e che sia compiuta da gravi organizzazioni criminali.

Quanto poi alla missione dell'EPPO, quest'ultima continuerà a perseguire e portare in giudizio crimini contro gli interessi finanziari dell'UE, consentendo uno scambio sempre più produttivo e rapido di informazioni, grazie anche ai vari accordi di lavoro firmati con la Commissione europea, Eurojust, Europol, OLAF, la Corte dei conti europea, la Banca europea per gli investimenti e il Fondo europeo per gli investimenti.

Passando ai dati raccolti nel report quello che emerge è sicuramente un'attività proattiva e dinamica: sono state registrate e analizzate 4006 denunce di reato, avviate 929 indagini ed infine sono stati emanati provvedimenti di congelamento dei beni per un valore di 259 milioni di euro.

Deve ricordarsi che, ai sensi del regolamento istitutivo, EPPO ha competenza su tutti i reati ai danni degli interessi finanziari dell'Unione (i reati “PIF”) commessi a partire dalla data di entrata in vigore del regolamento, il 20 novembre 2017.

Delle 4006 denunce di reato trattate, 1921 provenivano dalle autorità nazionali, 1841 da privati, 231 da istituzioni, organi, organizzazioni e agenzie dell'UE e 13 erano registrate d'ufficio dai procuratori europei delegati.

Nei primi sette mesi di attività la Procura europea ha esaminato 2832 segnalazioni e aperto 576 indagini. Al 31 dicembre 2021, risultano tuttavia soltanto 515 indagini attive per un danno complessivo stimato pari a quasi 5,4 miliardi di EUR:

- Il 17,6% di esse riguardano le frodi IVA, per un danno stimato di 2,5 miliardi di euro;

- Il 27,5% di esse ha una dimensione transfrontaliera (atti commessi sul territorio di più paesi o che hanno causato danni a più paesi) (p. 10).

Da questi dati, emerge un aumento significativo del grado di individuazione delle frodi dell'UE, con un netto miglioramento anche del livello di protezione degli interessi finanziari dell'Unione europea.

Tuttavia, si sottolinea ancora una discrepanza tra i vari Stati membri in tema di efficienza nell'accertamento delle frodi lesive degli interessi finanziari e si auspica una sempre maggiore armonizzazione ed intensificazione degli sforzi.

D'altro canto, sono notevoli i miglioramenti che l'EPPO ha apportato alle autorità di contrasto nelle indagini transfrontaliere, velocizzando i processi di coordinamento di perquisizioni e arresti. In tal senso si segnalano 290 misure di assistenza reciproca demandate dai procuratori europei delegati.

Per ciò che riguarda specificamente l'Italia, i dati segnalano 102 indagini in corso. Sono inoltre stati sequestrati 40 milioni di euro - rispetto ai 147.3 milioni di euro totali; un solo processo pendente al dicembre 2021 e nessuna decisione di condanna definitiva.

Delle 102 indagini aperte nel 2021, 66 erano nuovi casi avviati dall'EPPO e 54 erano i casi di arretrati [v. supra] segnalati dalle autorità nazionali e rilevati dall'EPPO.

Il dato più rilevante riguarda la tipologia dei reati, essendo stati segnalati ben 34 casi di indagini su reati connessi, ossia reati che pur non rientrando tra quelli di diretta competenza dell'EPPO, vengono tuttavia attratti ad essa per connessione in quanto inestricabilmente legati ai reati PIF; 262, infine, le denunce di reato esaminate da parte dei 15 procuratori europei delegati operanti in Italia.

Nello specifico, in merito alle frodi all'IVA transfrontaliere, l'EPPO ha registrato, per la sola Italia, un danno stimato di 1.3 milioni di euro.

Inoltre nel 2021 si è registrato un solo caso oggetto di archiviazione per mancanza di prove rilevanti, mentre sono state 134 le decisioni di non esercitare la competenza, rispetto a 119 decisioni di esercizio della competenza.

Merita un accenno anche il rapporto sussistente tra l'EPPO ed Eurojust.

La relazione annuale Eurojust del 2021 dedica ad esso uno specifico paragrafo attestando come, nell'attuale quadro giuridico e al netto dell'attività operativa svolta dalla Procura europea, l'Agenzia continui a svolgere attività di supporto e coordinamento rivolta tanto ai paesi dell'Unione non aderenti all'EPPO, come anche in favore di quest'ultimo nei casi in cui sorgano necessità di coordinamento e di cooperazione tra il Procuratore Europeo e i suddetti Paesi UE non partecipanti alla cooperazione rafforzata o ancora con Paesi terzi.

In particolare, nel corso del secondo semestre 2021 il Desk italiano di Eurojust “Giovanni Falcone - Paolo Borsellino” ha avviato le sue prime due procedure di cooperazione su richiesta di procuratori europei delegati italiani - la prima verso un paese europeo non aderente ad EPPO e la seconda inerente un'indagine coinvolgente, oltre a paesi membri dell'EPPO, paesi dell'Unione e paesi terzi, con esigenze di scambio di recupero e scambio di informazioni tramite gli accordi di collaborazione di Eurojust con i paesi terzi interessati.

Conclusioni

In conclusione, a distanza da un anno dall'inizio della sua operatività, si è rilevato sicuramente un trend positivo della Procura europea, al quale hanno giovato, da un lato, la garanzia dell'indipendenza e dall'altro i metodi di coordinamento transfrontaliero, che gli hanno permesso di portare avanti le operazioni di perquisizione e arresti con tempi molto ridotti rispetto a quelli nazionali.

Ciò che nella stessa Relazione viene auspicato e ribadito più volte è che si continui a percorrere ininterrottamente questa direzione, che la Procura europea continui a rafforzare la sua capacità di svolgere indagini ed azioni penali “indipendenti, imparziali e di alta qualità” nel rispetto di tutti i diritti fondamentali sanciti dalla Carta; ed ancora, che la stessa ponga in essere continui sforzi volti a migliorare le innumerevoli relazioni con gli Stati membri non partecipanti e con le autorità competenti di paesi terzi di particolare interesse nell'azione penale di casi transfrontalieri di sua competenza nonché nella riparazione dei danni.