CEDU: controllo dell'identità a un cittadino tedesco di origine indiana e discriminazione razziale

La Redazione
La Redazione
24 Ottobre 2022

La Corte europea dei diritti dell'uomo si pronuncia sul caso di un cittadino tedesco di origine indiana secondo cui la polizia avrebbe effettuato un controllo dei documenti di identità solo su di lui ad esclusiva causa del colore della sua pelle.

Il caso riguarda l'affermazione del signor Basu, un cittadino tedesco di origine indiana, secondo cui la polizia avrebbe effettuato un controllo dei documenti di identità solo su di lui ad esclusiva causa del colore della sua pelle. Il ricorrente stava viaggiando insieme alla figlia su un treno che aveva appena passato la frontiera dalla Repubblica Ceca nel 2012. Quando ha chiesto spiegazioni sul controllo, gli è stato risposto che si trattava di un controllo casuale, tuttavia l'uomo ha intentato un'azione legale sostenendo che lui e la figlia erano stati controllati perché erano gli unici passeggeri con la pelle scura presenti nella carrozza ferroviaria. Il ricorso non ha avuto successo.

Facendo leva sull'articolo 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e l'articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo) della Carta europea dei diritti dell'uomo, il ricorrente sostiene che il controllo dell'identità costituisse una discriminazione razziale e che i tribunali nazionali si siano rifiutati di indagare o esaminare nel merito le sue affermazioni. Egli si appella anche all'articolo 2 del Protocollo n. 4 (libertà di circolazione) della Convenzione per lamentare l'assenza di una base giuridica per il controllo dell'identità.

La Corte di Strasburgo ha unanimemente stabilito che vi fosse stata una violazione dell'art. 14 CEDU in combinato disposto con l'art. 8 CEDU, tuttavia non ha riconosciuto alcun indennizzo in quanto il ricorrente non ha presentato richiesta di giusta soddisfazione.