Il Governo rinvia la Riforma Cartabia e stringe i pugni contro i rave party

Redazione Scientifica
03 Novembre 2022

Lunedì 31 ottobre, durante il secondo Consiglio dei Ministri presieduto dal Presidente Meloni, sono state approvate alcune misure in materia di giustizia e contrasto ai raduni illegali.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro dell'interno Matteo Piantedosi, del Ministro della giustizia Carlo Nordio e del Ministro della salute Orazio Schillaci, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefìci penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali (decreto legge n. 162/2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 255 del 31 ottobre 2022 ed immediatamente entrato in vigore).

Giustizia. In particolare, facendo seguito alla sentenza della Corte costituzionale n. 97/2021 in tema di benefici penitenziari da concedere ai detenuti per gravi reati che non collaborino con la giustizia, il Governo ha indicato i requisiti stringenti «per recepire i rilievi dei giudici della Consulta e allo stesso tempo impedire che siano ammessi a misure premiali soggetti che possano avere ancora collegamenti con il contesto criminale di provenienza. Il decreto tiene ampiamente conto della proposta di legge – relativa all'art. 4bis dell'ordinamento penitenziario – già approvata dalla Camera dei deputati nella scorsa legislatura e si concentra soprattutto sui presupposti per la concessione di tali benefici: per il condannato per i reati cosiddetti ostativi, non basterà la sola buona condotta carceraria o la partecipazione al trattamento, ma si introducono elementi specifici che consentano di escludere l'attualità di collegamenti con la criminalità organizzata o il rischio di ripristino di tali contatti». Il termine indicato dalla Consulta al Parlamento è l'8 novembre prossimo. Non si tratta quindi di un meccanismo automatico, posto che il magistrato di sorveglianza dovrà acquisire plurimi pareri, compreso quello del Procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo. Il testo introduce inoltre modifiche in tema di concessione della liberazione condizionale (la richiesta potrà essere presentata dopo aver scontato 30 anni di pena) e prevede una norma transitoria per detenuti che abbiano commesso reati prima dell'entrata in vigore della riforma.

Il d.l. n. 162/2022 inoltre, «a fronte di preoccupazioni prospettate da operatori del sistema giudiziario sull'impatto delle nuove norme», stabilisce, nel pieno rispetto della cornice del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il rinvio dell'entrata in vigore «del decreto legislativo n. 150/2022 per un tempo non superiore a due mesi. Il differimento permetterà di poter perfezionare misure organizzative già avviate e adeguati supporti tecnologici, per garantire agli uffici giudiziari le migliori condizioni per una piena, tempestiva ed efficace applicazione della riforma già approvata, nonché di valutare l'adozione di ulteriori norme transitorie. Il decreto legislativo riguardante il processo penale e il sistema sanzionatorio costituisce una milestone del PNRR e dovrà entrare in vigore entro e non oltre il 30 dicembre 2022, per garantire il rispetto delle scadenze e degli impegni presi con l'Europa».

Ordine pubblico. Il Governo ha voluto inoltre un giro di vita contro i rave party: il decreto modifica infatti le norme relative «all'invasione di terreni o edifici, pubblici o privati, con la previsione della reclusione da 3 a 6 anni e della multa da 1.000 a 10.000 euro, se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l'ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica. Nel caso di condanna o applicazione della pena su richiesta delle parti, si prevede la confisca delle cose utilizzate per commettere il reato».