Dichiarazione di adottabilità: valutazione delle capacità genitoriali e condotte pregiudizievoli a danno del minore

Alessandro Cerrato
22 Novembre 2022

L'omessa valutazione della capacità genitoriali del nucleo famigliare d'origine e l'assenza di condotte pregiudizievoli a danno del minore sono motivo di cassazione della sentenza che dichiara lo stato di adottabilità.
Massima

L'adozione del minore rappresenta una misura eccezionale e a carattere residuale cui è possibile ricorrere una volta riscontrato l'effettivo stato di abbandono, determinato dall'assenza di assistenza morale e materiale da parte dei genitori, o altri parenti tenuti a provvedervi, purché questa non sia dovuta a circostanze di carattere transitorio. Lo stato di adottabilità non può essere, in ogni caso, dichiarato, benché si ravvisino evidenti carenze nelle capacità genitoriali e criticità nella salute psicologica dei genitori ovvero degli ascendenti, ma esclusivamente, alla presenza altresì di comportamenti che determinano un effettivo pregiudizio nella crescita del minore.

Il caso

Tizia nasceva da una breve relazione tra un paziente psichiatrico, che successivamente non la riconosceva, e una signora che ai tempi del concepimento era ricoverata presso lo stesso centro di salute mentale. Il Tribunale per i Minorenni collocava la diade mamma/bambina in una comunità, disponeva un monitoraggio sulle capacità genitoriali e sul rapporto con la nonna materna. Nominava un curatore speciale. Successivamente, il Collegio dichiarava lo stato di adottabilità della bambina, prendendo atto dello stato di abbandono della minore determinato dalla carenza di idonee capacità materne nel fornire cure materiali e psicologiche alla bambina.

La sentenza veniva impugnata dalla madre e dalla nonna materna, le quali ricorrevano in appello per la revoca dello stato di adottabilità e l'affidamento della minore alla madre o, in subordine, alla nonna.

La Corte di Appello rigettava i ricorsi adducendo la compromissione delle capacità cognitive della madre, non sintonizzata con le esigenze della figlia e l'incapacità della nonna materna di esercitare la funzione genitoriale vicariante in luogo della figlia, a causa dei propri disturbi psicologici di cui anch'essa soffriva e della relazione conflittuale che intercorreva tra la stessa e la figlia.

Avverso questa pronuncia, sia la madre che la nonna materna, proponevano due distinti ricorsi per Cassazione che accoglieva i motivi di impugnazione e rinviava alla Corte d'Appello.

La questione

Essere affetti da una determinata malattia mentale non può automaticamente implicare un'inidoneità genitoriale. È necessariamente doveroso un approfondimento sulle capacità genitoriali in relazione ad una sana ed armoniosa crescita della prole. Deve altresì essere posta in essere una valutazione prognostica concreta circa la transitorietà dello stato di abbandono del minore, il cui diritto primario da garantire è quello di crescere nella propria famiglia di origine. La dichiarazione di adottabilità deve sempre essere considerata dal Collegio quale extrema ratio.

Le soluzioni giuridiche

La dichiarazione di adottabilità deve costituire l'ultima soluzione giuridica ipotizzabileche deve necessariamente fondarsi sull'irreversibilità della capacità genitoriale e deve essere giustificata da un approfondito esame delle condizioni di criticità dei genitori e dei familiari entro il quarto grado disponibili a prendersi cura del minore, eventualmente sostenuti da adeguati interventi di supporto. (Cass. 24717/2021).

L'autorità giudiziaria deve valutare attentamente il singolo caso concreto. Tale valutazione potrà essere effettuata dal Giudice con l'ausilio dell'indagine psicodiagnostica del Servizio Sociale territorialmente competente oppure, qualora ritenuto necessario, con la nomina di un CTU con competenze specialistiche adatte alla fattispecie interessata.

Lo stato di abbandono dovrà quindi essere verificato in modo approfondito e bilanciato con l'interesse preminente (nonché il diritto) del minore a crescere presso la famiglia d'origine.

Il caso in esame dimostra come non possa svolgersi un'indagine superficiale, concentrata esclusivamente sulle personalità e patologie dei familiari. Queste devono essere parametrate all'esigenze del minore ed al suo futuro. L'adeguatezza all'accudimento deve essere continuativa, ragione per la quale occorre accertare che la crescita del minore non subisca alcun pregiudizio.

L'organo giudicante dovrà prendere in considerazione sia i genitori sia i parenti entro il quarto di grado che si rendano espressamente disponibili all'accudimento, costituendosi parte nel giudizio di adottabilità.

I Giudici dovranno valutare le capacità genitoriali o le presenze di figure vicarianti idonee ad una sana ed armoniosa crescita del minorenne.

È opportuno accertare che l'idoneità genitoriale permanga anche nel tempo pertanto occorrerà fare una valutazione prognostica sulla tenuta del ruolo genitoriale e/o sull'adeguatezza delle eventuali figure vicarianti.

Al fine di effettuare suddetto giudizio, potrà rendersi necessario, durante l'indagine, disporre l'inserimento in comunità della diade madre/bambino per un costante ed approfondito monitoraggio.

Oppure è altresì possibile un iniziale collocamento eterofamiliare del minore che si ricongiungerà al proprio nucleo dopo che i genitori avranno intrapreso un percorso di sostegno alla genitorialità (e nei casi più gravi, dopo aver riscontri positivi da centri quali CPS, Serd, Noa).

In altre fattispecie, invece, il Giudice, invece di un collocamento a terzi, potrà prevedere un'assistenza domiciliare (ADM) per verificare che le dinamiche familiari siano funzionali alla crescita del minore.

La durata di suddetti supporti alla rete familiare consente un monitoraggio utile a verificare la tenuta dell'idoneità genitoriale ed a rilevare eventuali dinamiche disfunzionali per il minore.

Nei casi in cui invece, o d'ufficio o su istanza di parte (oppure anche del curatore speciale nominato), il Collegio disponga una consulenza tecnica è necessario che il professionista nominato dal Giudice sia idoneo per il caso in esame. È quindi fondamentale che l'incarico venga assunto da un soggetto che abbia le caratteristiche utili ad una valutazione sull'idoneità genitoriale e sulle eventuali figuri vicarianti.

L'elaborato peritale conclusivo dovrà rappresentare la risposta alle richieste del minore. Il parere (non vincolante) formulato dal CTU dovrà tener conto delle esigenze del minore relative ad una moltitudine di fattori: quali per esempio, l'età anagrafica, patologie, risorse genitoriali e contesto familiare… .

L'eventuale riscontro di uno stato di abbandono morale e/o materiale del minore dovrà quindi basarsi su un'ampia nonché approfondita indagine della rete familiare disponibile, fattivamente, all'accudimento del minore. Il giudice, tenendo conto degli elementi a propria disposizione al momento del giudizio non potrà non considerare anche la crescita e quindi il futuro del minore stesso. Per tale motivo, il Collegio potrà dichiarare adottabile un minore, solamente se valuterà irreversibile lo stato di abbandono. Genitori e familiari dovranno essere ritenuti incapaci di reperire quelle risorse adeguate alla crescita di un bambino.

La presenza di un legame affettivo, anche forte, che intercorre tra familiare e minore non è assolutamente un fattore che, da solo, può impedire una dichiarazione di adottabilità.

Qualora l'indagine svolta sul nucleo familiare (anche allargato) dovesse ritenere assente lo stato di abbandono del minore in quanto le capacità di accudimento sono, solo provvisoriamente, deficitarie ed insufficienti, il giudice minorile dovrebbe certamente disporre il non luogo a provvedere alla adottabilità della prole. In tal caso, il collegio potrebbe disporre un regime di affidamento all'ente territorialmente competente e collocare il minore presso terzi. Quest'ultimi potrebbero essere anche familiari regolarmente costituiti in giudizio, ritenuti risorse concrete per la crescita del minorenne.

Quest'ultima soluzione giuridica ha come obiettivo quello di consentire ai genitori di recuperare adeguate capacità genitoriali al fine di svolgere adeguatamente il proprio ruolo.

Osservazioni

Per una incontestabile declaratoria di adottabilità del minore è necessario che le CTU disposte nei diversi gradi di giudizio (dalle quali risultanze, tuttavia, la decisione del giudice può prendere le distanze) siano condotte da professionisti dotati di competenze tali per cui, le conclusioni a cui questi pervengono, non possano essere in alcun modo confutate.

Nel caso di specie, affidare, in grado di appello, l'indagine circa la capacità genitoriale della madre e di accudimento della nonna ad una psicologa (a differenza di quanto era stato previsto in primo grado, nell'ambito del quale era stata incaricato anche una psichiatra) ha permesso, tra gli altri motivi, alle ricorrenti, di ottenere la cassazione della sentenza di adozione.

Il giudice, inoltre, ha omesso di valutare adeguatamente la possibilità di affidamento della minore alla nonna materna: l'interesse del minore a conservare il legame con i soggetti appartenenti alla famiglia di origine, pur se deficitari nelle loro capacità di educazione e di crescita del minore, deve essere preservato. Invero, il nostro ordinamento prevede modelli di adozione che consentono la conservazione dei rapporti con la famiglia d'origine (come, ad esempio, l'adozione cd. mite), qualora, come nel caso di specie, sussistano legami affettivi tra il minore e i suoi ascendenti.

Deve, quindi, verificarsi, in concreto, che la recisione del legame familiare sia l'unico strumento idoneo ad evitare al minore un più grave pregiudizio. Solo successivamente potrà essere dichiarato lo stato di abbandono e quindi disposta l'adozione. Nel caso di specie, il legame affettivo che la nonna materna aveva con la minore, nonostante le pregresse crisi psicologiche di questa, poteva essere un punto di partenza per consentire la crescita della bambina all'interno della famiglia biologica.

L'esame rigoroso delle circostanze in cui il minore è inserito non deve discendere da un mero apprezzamento circa l'inidoneità delle figure genitoriali, ma deve tener conto dei possibili ed irreversibili gravi danni sulla crescita del minore e sul normale sviluppo psico-fisico dello stesso, potendo ritenersi tutelanti i vincoli che affondano le radici nella tradizione familiare (Cass. 4568/1999). Le manchevolezze della famiglia di Tizia non avevano superato quella soglia di gravità e irrimediabilità richieste per la declaratoria di adottabilità.

È necessaria, pertanto, ai fini della dichiarazione di adottabilità, un'indagine attuale della situazione di abbandono, la unica che può condurre ad una corretta valutazione del parametro contenuto nell'art. 8 l. n. 184/1983, dovendosi tenere conto del diritto del minore a vivere nella propria famiglia di origine.

Riferimenti

A. Di Lallo, Adottabilità del minore: il Giudice deve verificare l'esistenza di comportamenti pregiudizievoli per la crescita equilibrata e serena, in dirittoegiustizia.it, 13 luglio 2022

E. Pradella, L'adozione del minore è praticabile quando ci sia un forte legame affettivo con un familiare?, in IUS Famiglie (www.ius,giuffrefl.it), 25 ottobre 2021

A. Scalera, Dichiarazione di stato di adottabilità in assenza di una C.T.U. sulle capacità genitoriali della madre, in IUS Famiglie (www.ius,giuffrefl.it), 19 ottobre 2021

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.