Pubblicata la decisione di estensione della lista degli “eurocrimes” alla violazione delle sanzioni UE

Lorenzo Salazar
Lorenzo Salazar
01 Dicembre 2022

Con l'avvenuto allargamento anche alle violazioni delle misure sanzionatorie stabilite dall'Unione della lista degli eurocrimes prevista dall'art. 81 del Trattato di Lisbona si aprono nuovi e interessanti scenari di armonizzazione in materia penale e di conferimento alla Procura europea di nuove competenze.

Il 28 novembre u.s. è stata adottata e subito pubblicata a tempo di record nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione la decisione (UE) 2022/2332 del Consiglio relativa al riconoscimento della violazione delle misure restrittive dell'Unione come una sfera di criminalità che risponde ai criteri di cui all'articolo 83, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, aprendo così un processo potenzialmente trifasico che, in tempi estremamente ridotti, potrebbe condurre a sensibili novità nel sonnolento panorama della cooperazione penale nell'UE.

In primis: è noto che la citata disposizione del Trattato di Lisbona prevede che Il Parlamento europeo e il Consiglio possono adottare direttive al fine di stabilire norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni in sfere di criminalità particolarmente grave che presentano una dimensione transnazionale (i c.d. “eurocrimes”). Sino ad oggi tali settori di intervento erano limitati a terrorismo, tratta degli esseri umani e sfruttamento sessuale delle donne e dei minori, traffico illecito di stupefacenti, traffico illecito di armi, riciclaggio di denaro, corruzione, contraffazione di mezzi di pagamento, criminalità informatica e criminalità organizzata.

I recenti sviluppi legati alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina hanno condotto l'Unione a dover constatare come, a fronte della unicità delle misure sanzionatorie imposte da parte di quest'ultima, le misure previste da parte dei singoli Stati membri nei confronti delle eventuali condotte di violazione di tali misure sia caratterizzata da sensibili divergenze tanto per quanto riguarda la natura (penale, civile o amministrativa) delle sanzioni quanto per la gravità delle stesse. Di conseguenza tali divergenze sono state ritenute costituire un ostacolo per l'applicazione coerente della politica dell'Unione sulle misure restrittive, potendo persino condurre a una sorta di forum shopping da parte dei trasgressori o a forme di impunità dal momento che questi ultimi potrebbero decidere di svolgere le loro attività negli Stati membri che prevedono sanzioni meno severe per la violazione delle misure restrittive dell'Unione.

Secondo passaggio: con la avvenuta creazione della nuova base legale nel Trattato e l'inserimento della violazione delle sanzioni nel novero degli eurocrimes, la strada è ora aperta per la presentazione da parte della Commissione europea di una proposta di direttiva (che crediamo sapere già pronta e che sarà pubblicata questo venerdì 2 dicembre) tesa alla introduzione di norme minime riguardanti la definizione dei reati e delle sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell'Unione da questa adottate in particolare, da ultimo, nei confronti della Russia o di soggetti russi, sulla base dell'articolo 29 TUE o dell'articolo 215 TFUE, quali le misure in materia di congelamento di fondi e risorse economiche, il divieto riguardante la messa a disposizione di tali fondi, il divieto di ingresso nel territorio di uno Stato membro dell'Unione, nonché le misure economiche settoriali e l'embargo sulle armi.

Terzo e ultimo passaggio, ancora ipotetico ma di speciale interesse, è costituito dalla già annunziata possibilità che, una volta che la direttiva sia stata adottata, la competenza a indagare sui reati oggetto di armonizzazione da parte della stessa venga affidata alla Procura europea, estendendo per la prima volte le sue competenze al di là della sola protezione degli interessi finanziari dell'Unione, come consente il paragrafo 4 dell'art. 86 del TFUE, sia pure attraverso una procedura particolarmente gravosa che prevede l'unanimità dei voti in seno al Consiglio europeo. Tale scenario, fino a poco tempo fa riservato al futuribile e comunque prefigurato in relazione ai reati di terrorismo o di criminalità organizzata, ha appena ricevuto l'autorevole endorsement da parte dei Ministri della Giustizia di Francia e Germania che, in occasione della riunione dei Ministri della giustizia del G7 a Berlino del 29 novembre 2022, hanno lanciato un appello congiunto in favore dell'estensione delle competenze della Procura europea anche alla violazione delle sanzioni UE.

Nell'allegare il testo della decisione, si segnala anche la sua immediata entrata in vigore sin dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione “al fine di consentire con urgenza l'adozione di norme di diritto derivato che stabiliscano norme minime sulla definizione del reato di violazione delle misure restrittive dell'Unione e sulle relative sanzioni”.