Avvocati contro il Governo sull’anticipazione della riforma del processo civile

Redazione Scientifica
21 Dicembre 2022

L'avvocatura ha espresso il proprio dissenso a seguito della notizia dell'emendamento alla legge di bilancio con cui il Governo ha deciso di anticipare l'entrata in vigore della riforma civile al 28 febbraio 2023 (anziché al 30 giugno 2023).

«Suscita sconcerto la decisione del Governo di anticipare l'entrata in vigore delle disposizioni più rilevanti della riforma del processo civile al 28 febbraio 2023. L'emendamento governativo alla legge di Bilancio, con l'anticipazione delle principali novità del rito civile, stride peraltro con la decisione di posticipare, invece, la riforma del processo penale e soprattutto appare del tutto irragionevole e disfunzionale visto il caos in cui getterà cancellerie, magistrati e avvocati». Lo dichiarano in una nota la presidente del CNF Maria Masi e il coordinatore dell'OCF Mario Scialla.

«Innovazioni di forte impatto – proseguono Masi e Scialla - come la nuova fase introduttiva del giudizio di cognizione, infatti, richiedono negli operatori il giusto livello di approfondimento e consolidamento che non sarà possibile con un'anticipazione di quattro mesi rispetto alla data originaria di entrata in vigore. Questo tipo di considerazioni, d'altronde, hanno indotto opportunamente il Governo ad operare la scelta opposta in riferimento al processo penale. Non si comprende in nessun modo, dunque, la scelta vista la consapevolezza mostrata circa il già grave affanno della giustizia civile, definita prima causa di sofferenza dello Stato, con i ritardi dei processi che costano il 2% di Pil».

«E neppure ignora il Governo le criticità della riforma, di cui si appresta ad accelerare l'entrata in vigore, sotto il profilo del diritto di difesa. Criticità che aveva annunciato di voler risolvere, rispondendo all'auspicio dell'avvocatura di un intervento normativo sugli aspetti più spinosi della riforma della giustizia civile che, così come è, non è in grado di contrarre i tempi medi dei processi, con un inutile sacrificio delle garanzie di difesa e del contraddittorio, e senza una vera incidenza sugli obiettivi individuati dal PNRR», è la conclusione della presidente CNF Masi e del coordinatore di OCF Scialla.

Anche i giovani avvocati, per bocca del Presidente AIGA Perchinunno, sono contrari all'intervento governativo: «Desta molta preoccupazione all'interno di AIGA, Associazione Italiana Giovani Avvocati, l'ennesimo intervento sulla riforma n. 149/2022 del rito processuale civile, emendamento alla Legge di Bilancio che prevede l'anticipazione - al 28 febbraio 2023- di entrata in vigore di parte del D.Lgs. n. 149/2022. Oltre che ingiustificato nella sostanza, viola il principio di gradualità, che avrebbe dovuto animare l'applicazione concreta della riforma e consentire, a tutti gli operatori del diritto, un'assimilazione progressiva delle nuove regole. Principio che, invece, viene immotivatamente accantonato gravando gli operatori di oneri ulteriori e gli utenti del sistema di nuove incertezze».

Fonte: dirittoegiustizia.it

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