Reato di istigazione alla discriminazione e all'odio religioso e libertà di espressione

La Redazione
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03 Gennaio 2023

Il caso riguarda la condanna del ricorrente per il reato di istigazione alla discriminazione e all'odio religioso contro la comunità musulmana francese per le dichiarazioni rilasciate in un programma televisivo nel 2016. Il ricorrente si duole della violazione del suo diritto alla libertà di espressione.

Con sentenza pubblicata il 20 dicembre 2022, in merito al caso Zemmour contro Francia, la Corte europea dei diritti umani, ha stabilito, all'unanimità, che non c'è stata alcuna violazione dell'articolo 10 (libertà di espressione) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Il caso riguardava la condanna del ricorrente per il reato di istigazione alla discriminazione e all'odio religioso contro la comunità musulmana francese per le dichiarazioni rilasciate in un programma televisivo nel 2016.

Il ricorrente si doleva della violazione del suo diritto alla libertà di espressione.

Tuttavia, la Corte di Strasburgo ha affermato che tali affermazioni erano stata diffuse in diretta, in prima serata, e ha osservato che il ricorrente, che era un giornalista e un opinionista, non era stato esentato dai "doveri e dalle responsabilità" cui un giornalista deve attenersi.

La Corte ha ritenuto che le sue osservazioni non si fossero limitate alla critica dell'Islam ma che, alla luce del contesto di violenza terroristica in cui si erano verificate, fossero state fatte con un intento discriminatorio tale da invitare gli spettatori a rifiutare ed escludere la comunità musulmana.

La Corte ha concluso che i motivi per cui i tribunali nazionali avevano condannato il ricorrente e gli avevano inflitto una multa, il cui importo non era eccessivo, erano sufficienti e pertinenti.