Relazione annuale del Ministro sullo stato della giustizia in Italia
19 Gennaio 2023
Facendo riferimento al recente arresto del boss Matteo Messina Denaro, il Ministro ha sottolineato che «queste vittorie hanno anche delle profonde conseguenze economiche perché la incidenza negativa dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata sulla nostra stessa economia è estremamente perniciosa». Così si apre la Relazione del Ministro Nordio sullo stato della Giustizia in Italia.
Per quanto riguarda lo stato dell'amministrazione della giustizia nel 2022, il Guardasigilli ricorda che la giustizia italiana soffre di molte criticità che da un lato costituiscono un freno all'economia con un costo pari ad «almeno 2 punti di PIL». Nell'ambito delle riforme che il Governo sta portando avanti, la priorità assoluta è l'emergenza economica: «la semplificazione della legislazione e dell'organizzazione giudiziaria, una complessiva rivisitazione della sua geografia e delle piante organiche di magistratura e personale amministrativo, una rinnovata razionalizzazione della spesa, mediante meccanismi di spendig review, infine l'istituzione di canali di più stretto raccordo tra il Ministero e gli uffici».
Il Ministro ha poi ricordato gli obiettivi del PNRR in tema di abbattimento dell'arretrato e del disposition time, già raggiunti in anticipo, con l'Ufficio del processo e l'assunzione di 10mila unità.
In tema di digitalizzazione, «entro la fine del 2023, sono previsti avanzamenti significativi sia dal lato delle riforme che degli investimenti». La promessa del Ministro è quella di provvedere entro il mese di giugno all'adozione degli atti legislativi e normativi necessari all'attuazione delle norme previste dalla riforma in tema di processo telematico, sia civile che penale.
Passando alla questione delle intercettazioni, tema caldo dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro, Nordio ha affermato: «Oggi si chiude davvero una delle più drammatiche stagioni della storia della Repubblica. Con la cattura dell'ultimo super latitante, si rinnova altresì l'impegno quotidiano nella lotta ad ogni mafia e ad ogni forma di criminalità»; precisando inoltre che «non vi saranno riforme che toccheranno le intercettazioni su mafia e terrorismo, questo fatto non sarà mai abbastanza ribadito».
Alta l'attenzione del Ministro anche su quei reati che «intimoriscono gli amministratori senza tutelare i cittadini, rallentando o impedendo quella collaborazione tra gli uni e gli altri, con effetti perniciosi per la certezza dei rapporti giuridici». Il riferimento è ai reati dell'abuso di ufficio e al traffico di influenze, sui quali è prevista una profonda revisione.
*Fonte: DirittoeGiustizia |