Effetto Covid sull'indebitamento bancario nelle procedure

08 Febbraio 2023

Alcune riflessioni in merito agli effetti del Covid sulla finanza aziendale delle imprese italiane medie e piccole, che ha dovuto spostare in avanti nel tempo la pianificazione dagli impegni assunti, in particolare, con il sistema bancario, nonché sulla sollecitazione degli istituti di credito al ricorso alle garanzie dello Stato con il Fondo Centrale di Garanzia. Come evidenzia l'Autore nei prossimi anni si dovranno affrontare le conseguenze di una gestione sì straordinaria, ma anche sperequativa.

Il trauma finanziario da Covid 19 è un tema che tutte le imprese hanno affrontato e stanno continuando ad affrontare, in particolare quelle che non sono ancora riuscite nell'intento di ripristinare i flussi finanziari mensili della propria attività caratteristica.

Si può parlare di un effetto Covid 19, osservando che quasi tutta la finanza aziendale delle imprese italiane medie e piccole, ha dovuto spostare di circa 2 anni in avanti nel tempo la pianificazione dagli impegni assunti, in particolare, con il sistema bancario.

A questo effetto se ne deve aggiungere un altro, particolarmente rilevante, in relazione a quanto avvenuto nel periodo di piena pandemia: la sollecitazione degli istituti di credito al ricorso alle garanzie dello Stato con il Fondo Centrale di Garanzia (MCC e SACE).

Questo fenomeno ha contribuito a sostenere le imprese, ma molto spesso ha sostituito il soggetto gravato dal rischio: da rischio bancario a rischio dello Stato.

In alcuni paesi tale fenomeno è stato definito “elicopter money”, in altri, come l'Italia, è stato di fatto un “elicopter debt”.

Il buon risultato ottenuto con la combinazione degli interventi di supporto all'economia delle imprese e all'occupazione ci ha posto tra i paesi più virtuosi nella gestione della pandemia.

Tuttavia, nei prossimi anni si dovranno affrontare le conseguenze di una gestione sì straordinaria, ma anche sperequativa.

Le imprese che, con gli effetti combinati delle straordinarietà subite da pandemia e speculazione da conflitti, non riusciranno a superare il trauma, dovranno entrare nei percorsi di ristrutturazione attraverso le diverse misure previste, con necessarie analisi anche dal punto di vista della responsabilità nella gestione della pandemia.

Il primo profilo da analizzare è se le imprese non più in grado di restare sul mercato già prima della pandemia, siano state avvantaggiate dal Covid 19.

A questa domanda si può rispondere, in base all'analisi della prassi aziendale, che in molti casi il Covid 19 ha surgelato molti processi in corso e di fatto ha dato ulteriore tempo ad alcune imprese in difficoltà, generando una proroga tecnica nell'affrontare il tema della crisi aziendale.

Questo effetto è stato generato da due interventi convergenti che sono stati offerti all'imprenditore:

- richiesta di nuovo credito grazie alle norme emergenziali che hanno indotto gli istituti bancari all'erogazione con supporto delle garanzie dello Stato (MCC e Sace);

- sostituzione del debito non garantito con debito garantito dallo Stato. Gli istituti, in alcune istruttorie, hanno infatti sostituito alcune loro posizioni al chirografo con finanziamenti a medio termine garantiti da MCC o Sace. Ciò, in particolare, è avvenuto con il rifinanziamento di operazioni già in corso, consentendo agli istituti di sostituire il residuo debito dei loro finanziamenti in corso, con una nuova operazione di finanziamento, appunto integralmente supportata dalle garanzie statali.

Il secondo profilo da analizzare riguarda le imprese in difficoltà non conclamata e il trascinamento in avanti del loro indebitamento con l'inevitabile suo accrescimento, rispetto alla sostenibilità dei prossimi anni.

Tutto l'impianto del Codice della crisi punta su questo parametro di sostenibilità e quindi, nei prossimi anni, per le crisi che si dovranno affrontare, ci sarà inevitabilmente da analizzare la composizione dell'indebitamento e come si sia generato.

Per entrambi i profili il punto negativo di convergenza è la mancanza di analisi del merito creditizio consumatasi nella convulsione pandemica.

Quasi tutte le pratiche, sia di concessione che di sostituzione dell'indebitamento, si sono consumate in pochi passaggi formali, senza istruttorie, e pertanto si può ragionevolmente confermare il verificarsi del fenomeno “elicopter debt”.

Se si considerano le conseguenze di questo contesto così complesso, emergono alcuni aspetti molto delicati:

- alcuni debiti al chirografo sono stati trasformati in debiti privilegiati;

- alcuni creditori si sono fatti sostituire da altri creditori;

- le responsabilità per le scelte assunte dall'imprenditore, in alcuni casi, sono state favorite e/o supportate da interventi normativi o da induzioni da parte di alcuni istituti di credito.

Risulterà quindi necessaria un'analisi approfondita del debito individuando:

- dal punto di vista soggettivo, chi era in origine il creditore;

- quale sia la qualificazione (privilegiata o meno) e in che epoca si sia consolidata tale qualificazione;

- quale responsabilità sia imputabile all'imprenditore o a terzi, nel caso in cui il credito bancario sia stato concesso in situazione di crisi già conclamata o evidente;

- quale sia l'imputazione degli effetti di peggioramento dell'indebitamento complessivo, generati dal momento di evidenza della crisi alla sua effettiva esternazione.

Risulta importante per tutti gli operatori del settore della crisi d'impresa entrare nelle specificità di ogni singolo caso, ricercando, per quanto possibile, delle linee di indirizzo che possano, da un lato dare, evidenza di quanto accaduto e, dall'altro, far conoscere l'orientamento degli organi delle procedure anche per favorire un coordinamento ispirato alla trasparenza.

Inquadramenti