Reiterati abusi sessuali durante un'indagine penale e violazione dell'art. 3 CEDU

La Redazione
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23 Febbraio 2023

La Corte è stata chiamare a valutare la tutela dei diritti del minore da parte dello Stato durante il procedimento penale, tenendo conto della sua particolare situazione di vulnerabilità dovuta alla giovane età e ai presunti abusi sessuali.

Il 7 febbraio 2023, la Corte europea dei diritti umani ha pubblicato la sentenza B. contro Russia (ricorso n. 36328_20) stabilendo, all'unanimità, che ci sia stata una violazione dell'articolo 3 (divieto di trattamenti inumani o degradanti) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

I fatti sono riassumibili come segue: nel 2019, all'età di 12 anni, B., che viveva con un tutore dopo la morte della madre, ha rivelato di aver subito abusi sessuali tra i 7 e i 10 anni. Il caso riguardava la sua partecipazione alle indagini e al processo che ne sono seguiti contro i suoi presunti aggressori. La ragazza ha lamentato che i ripetuti colloqui e il contatto diretto con costoro durante il procedimento le hanno causato un forte stress e difficoltà mentali, causandole gravi disturbi psicologici e conseguentemente un nuovo trauma.

La Corte è stata chiamata a esaminare se lo Stato avesse sufficientemente tutelato i diritti di B. durante il procedimento, alla luce della sua particolare situazione di vulnerabilità dovuta alla giovane età e ai presunti abusi sessuali. La Corte ha constatato che le autorità russe hanno mostrato un totale disprezzo per le sue sofferenze e non hanno protetto la sua integrità personale nel corso del procedimento penale, il che ha portato alla sua vittimizzazione secondaria.