Procura europea: avviata positivamente verso il raggiungimento della piena operatività. I dati raccolti nella seconda Relazione annuale

Federica Zazzaro
Federica Zazzaro
29 Marzo 2023

Il 1° marzo scorso, a oltre un anno e mezzo di distanza dall'avvio, il 1° giugno 2021, della sua attività di indagine, la Procura europea (EPPO) ha pubblicato la sua seconda relazione annuale, la prima relativa a una intera annualità.

La relazione annuale di EPPO per l'anno 2022 rendiconta l'attività operativa dell'ancor giovane organo dell'Unione attraverso la raccolta di una serie di dati chiave e analisi statistiche sia a livello aggregato, sia a livello nazionale per ogni Stato membro partecipante.

I dati raccolti nel report fanno emergere sicuramente l'immagine di un'attività proattiva e dinamica: sono state ricevute ed elaborate 3318 denunce di reati e aperte 865 indagini, con danni per le finanze dell'Unione complessivamente stimati in 9,9 miliardi di euro riducendo i gap investigativi esistenti in materia di contrasto alle attività fraudolente ai danni del bilancio UE tra i diversi Stati partecipanti e rivolgendo una attenzione particolare alle frodi transfrontaliere in materia di IVA.

Alla fine del 2022 risultavano in totale pendenti 1117 indagini per danni complessivi stimati in 14,1 miliardi di euro (il 16,5% dei quali relativi a frodi IVA per un totale di 6,7 miliardi di euro); il 28,2% di esse presenta una dimensione transfrontaliera, per l'essere stati i fatti commessi o per l'avere cagionato danni nel territorio di diversi paesi.

Nel presentare il rapporto annuale, il procuratore capo europeo,Laura Codruța Kövesi, ha sottolineato i numeri incoraggianti in tema di individuazione delle frodi nell'UE e auspicato un rafforzamento nel coordinamento delle unità operative a livello centrale, in Lussemburgo, con investigatori specializzati e dedicati negli Stati membri partecipanti. Lavorando a livello transnazionale su casi EPPO complessi, questi funzionari potranno costituire de facto un corpo d'élite di investigatori di frodi finanziarie altamente specializzati. Questo sistema di coordinamento, sottolinea il procuratore capo europeo, è una necessità assoluta per poter contrastare seriamente la criminalità economica e finanziaria.

Da rilevare come Il 58% delle segnalazioni pervenute nel corso del 2022 corrisponda a denunce provenienti da parti private. Tale elevato numero – si sottolinea nel rapporto – appare espressione delle grandi aspettative create dall'EPPO quale organo giudiziario dell'Unione europea.

Per ciò che riguarda specificamente l'Italia, i dati segnalano 265 indagini aperte nel corso del 2022 corrispondente a un danno complessivo per gli interessi finanziari UE stimato in 2 miliardi di euro. A fine anno si è registrata una pendenza totale di 285 inchieste attive per danni complessivi stimati in 3,2 miliardi di euro. Di queste, 66 sono indagini in materia di frodi IVA, con danni stimati in 2,7 miliardi di euro. Sono stati 20 i casi archiviati e 39 quelli oggetto di riunione; nel corso del 2022, in Italia, è stato disposto il congelamento di 88,9 milioni di euro. Relativamente scarse, in Italia, le denunzie provenienti da parti private: solo 4, a fronte di 330 da autorità pubbliche, 18 da organi europei e 2 attivazioni di ufficio.

I principali settori nei quali, nel corso del periodo di riferimento, l'EPPO ha individuato tipologie di frode relativi ai fondi dell'UE sono le politiche in materia di agricoltura e pesca, infrastrutture e sviluppo regionale, assistenza sanitaria, affari sociali, giovani e lavoro, ricerca e innovazione e sostegno alle piccole e medie imprese (PMI), senza tralasciare le considerevoli somme stanziate attraverso il Recovery Fund legato alla pandemia da Covid-19, anch'esse oggetto degli appetiti dei frodatori. Per ciò che riguarda l'Italia, il maggior numero di frodi ha interessato il settore dei programmi di sviluppo agricolo e rurale (83 casi).

Per ciò che riguarda le tipologie di condotte fraudolente investigate dall'EPPO, nel 2022 circa il 31% dei reati indagati dall'EPPO ha riguardato frodi sul versante delle spese diverse dagli appalti (non-procurement expenditure fraud),commesse attraverso l'utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o documentazione false, errate o incomplete dirette al conseguimento indebito di fondi o beni del bilancio dell'UE o dei bilanci gestiti dall'UE o per suo conto. Assai frequenti anche le condotte fraudolente concretizzantesi nell'esposizione di costi gonfiati, false fatturazioni o alterazione dei bilanci.

Con riferimento allo specifico settore della corruzione attiva e passiva di pubblici ufficiali (funzionari UE e nazionali), con 87 casi tale reato costituisce circa il 4% dei reati indagati dall'EPPO nel 2022. Il settore maggiormente a rischio appare costituito dalle procedure di appalti pubblici, dove si sono verificati casi di tangenti versate a funzionari pubblici in cambio della aggiudicazione di gare finanziate con fondi europei oppure al fine di influenzare la valutazione di progetti non eleggibili o presentanti bilanci gonfiati o non veritieri.

Nel 2022 sono state infine avviate 210 procedure di recupero in 18 degli Stati membri partecipanti (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cechia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna) con richieste di sequestro per un totale di più di 516 milioni di euro, eseguite per oltre 359 milioni di euro. Tale somma rappresenta sette volte il bilancio dell'EPPO nel 2022, consentendo pertanto al procuratore capo di poter affermare che la Procura europea costituisce tra l'altro good value for money per i contribuenti europei.

In conclusione, a distanza di oltre un anno e mezzo dall'avvio delle prime indagini di EPPO, sembra potersi affermare che le attività della Procura europea presentino un primo bilancio sicuramente positivo. A ciò sembra avere contribuito in maniera determinante, d'un lato, la piena indipendenza del nuovo organismo che, oltre a riflettersi sulla efficace conduzione delle indagini, ha anche consentito alla sua dirigenza di chiedere e ottenere risorse umane e materiali di gran lunga superiori a quelle inizialmente stanziate; dall'altro hanno sicuramente giovato le snelle procedure di svolgimento e coordinamento delle indagini transfrontaliere, che sembrano aver permesso di portare avanti le operazioni di perquisizione e di arresto con tempi di molto ridotti rispetto a quelli che sarebbero stati normalmente richiesti dal ricorso ai tradizionali strumenti di cooperazione, fondati sul principio del mutuo riconoscimento, a disposizione delle autorità giudiziarie nazionali.