Quando il mediatore ha diritto alla provvigione?

La Redazione
14 Febbraio 2023

Per far sorgere il diritto alla provvigione del mediatore non è sufficiente l'aver messo in relazione le parti ma è necessario che la conclusione dell'affare sia effetto causato dal suo intervento (art. 1755 c. 1 c.c.). La Cassazione è intervenuta sulla questione (Cass. 26 gennaio 2023 n. 2385).

Affinché il mediatore abbia diritto alla provvigione, è necessario che l’affare sia stato concluso: la semplice proposta di acquisto non è idonea a realizzare tale condizione perché non crea alcun vincolo giuridico.

Infatti, sottolinea la Cassazione, la proposta d'acquisto genera esclusivamente un vincolo a dare impulso alla successiva conclusione dell’affare, ma l’affare può ritenersi perfezionato soltanto quando tra le parti poste in relazione dal mediatore si sia costituito un vincolo giuridico tale da abilitare ciascuna di esse ad agire per l’esecuzione in forma specifica del negozio (ai sensi dell'art. 2932 c.c.) ovvero per il risarcimento del danno derivante dal mancato conseguimento del risultato utile del negozio programmato.

 Da ciò consegue che:

  • il diritto alla provvigione del mediatore non sorge se la proposta non è seguita almeno dalla conclusione del contratto preliminare;
  • se tale diritto viene ad esistenza, la provvigione va calcolata sul prezzo fissato al momento della conclusione dell’affare (ossia sul prezzo riportato nel contratto preliminare o nell'atto definitivo di vendita).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.