Divieto di discriminazione: la Corte EDU condanna l'Ucraina per l’assenza di riconoscimento e di tutela giuridica delle coppie omosessuali
07 Giugno 2023
Nella sentenza pronunciata il 1° giugno 2023 (ricorso n. 75135/14), la Corte europea dei diritti dell'uomo afferma all'unanimità che vi è stata violazione dell'art. 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo in combinato disposto con l'art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare).
Il caso riguarda due cittadini ucraini conviventi dal 2010. Volendo sposarsi hanno affrontato, dal 2014, una serie di rifiuti davanti a vari servizi di stato civile. Il motivo principale dei dinieghi trova fondamento nella Costituzione e nel codice della famiglia dell'Ucraina, i quali definiscono il matrimonio come l'unione di un uomo e di una donna.
Non potendo stabilire alcun tipo di unione civile che riconoscesse la loro relazione, essi hanno presentato un ricorso dinanzi alla CEDU il 24 novembre 2014, facendo valere la violazione degli artt. 14 e 8 della CEDU.
I togati di Strasburgo hanno ammesso che l'Ucraina è libera di limitare l'accesso al matrimonio alle sole coppie eterosessuali. Tuttavia, hanno rimproverato il fatto chel'orientamento sessuale dei due uomini costituiva l'unico fondamento della disparità di trattamento. A sostegno di tale valutazione, la Corte EDU ha ritenuto che lo Stato non avesse fornito alcuna giustificazione a tale disparità. In particolare, secondo i giudici, lo scopo vagamente evocato della protezione della famiglia tradizionale non può essere considerato di per sé un motivo valido che giustifichi il rifiuto di qualsiasi riconoscimento e tutela giuridica delle coppie dello stesso sesso. Riferimenti normativi |