Nuovo intervento del Garante Privacy contro il telemarketing selvaggio

La Redazione
13 Giugno 2023

Nell'ultimo pacchetto di provvedimenti adottati dall'Autorità ci sono sanzioni per società energetiche e telefoniche. Prosegue dunque l'attività del Garante contro il telemarketing selvaggio, dopo i recenti provvedimenti di confisca delle banche dati di alcuni call center.

L'Autorità ha adottato tre  provvedimenti correttivi e sanzionatori, originati da diverse indagini avviate nel settore telefonico, con la sanzione a carico di  Tim S.p.A.  per 7.631.175 euro, e nel settore energetico dove  Green Network S.p.A. e Sorgenia S.p.A si sono viste irrogare rispettivamente sanzioni per 237.800 euro e 676.956 euro.

Nel caso di  Tim, la contestazione riguarda la non adeguata sorveglianza sui  call center abusivi, estranei alla rete ufficiale della società «ma anche ulteriori aspetti, quali il riscontro talora inadeguato alle richieste di esercizio dei diritti degli interessati e l'erronea pubblicazione di dati personali nei pubblici elenchi telefonici senza il consenso degli interessati». Il Garante, inoltre, «ha evidenziato alcuni importanti miglioramenti compiuti, probabile testimonianza della buona volontà delle grandi imprese, ma al tempo stesso dell'esigenza di ulteriori e più incisivi passi verso l'eradicazione di una vera e propria piaga sociale che danneggia gli operatori corretti ed esaspera, ormai a livelli non più accettabili, i cittadini».

Le  società energetiche  sanzionate invece sono “colpevoli” di non aver approntato misure idonee a garantire la  tracciabilità  delle operazioni volte sulle piattaforme di caricamento delle proposte contrattuali e per non aver dimostrato la piena contezza di tutti i  trattamenti  svolti nell'ambito della filiera del telemarketing. Come si legge nel comunicato del Garante «l'intento principale di questo nuovo intervento è quello di colpire tutte le possibili porte di accesso del sottobosco all'interno del patrimonio informativo e commerciale delle società telefoniche ed energetiche. Come precisato più volte dal Garante, infatti, senza un adeguato controllo da parte delle aziende committenti dell'intera “catena” di operazioni che porta alla conclusione di un contratto, il “sottobosco” dei call center illegali continuerà a ricevere – quasi sempre in violazione delle norme fiscali e giuslavoristiche, oltre che di quelle sulla protezione dei dati – quella remunerazione che ne permette la sopravvivenza e, addirittura, la proliferazione».

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