Ripetibili le spese per la scuola privata della figlia nonostante il dissenso espresso dal padre

20 Giugno 2023

Se e in quali circostanze il padre può rifiutarsi di pagare le spese relative alla scuola privata della figlia?
Massima

In tema di rimborso delle spese straordinarie sostenute nell'interesse dei figli minori, il genitore collocatario non è tenuto a concordare preventivamente e ad informare l'altro genitore di tutte le scelte dalle quali derivino tali spese, poiché l'art. 155, comma 3, c.c. (oggi art. 337-ter c.c.) consente a ciascuno dei coniugi di intervenire nelle determinazioni concernenti i figli soltanto in relazione "alle decisioni di maggiore interesse", mentre, al di fuori di tali casi, il genitore non collocatario è tenuto al rimborso delle spese straordinarie, salvo che non abbia tempestivamente addotto validi motivi di dissenso.

Il caso

Il Tribunale di Latina accoglieva parzialmente l'opposizione a decreto ingiuntivo proposta da Tizio in relazione alla pretesa creditoria fatta valere da Caia in sede monitoria ed inerente al rimborso delle spese straordinarie sostenute nell'interesse di Caietta, figlia delle parti.

Più precisamente Caia rivendicava in regresso somme di denaro che Tizio sosteneva non fossero dovute perché rientranti da un lato nell'ordinario contributo al mantenimento di Caietta e dall'altro perché mancava il consenso del padre all'iscrizione della figlia alla scuola privata.

Il ricorrente proponeva appello, il quale allo stesso modo era accolto solo parzialmente e successivamente Caia proponeva ricorso per cassazione articolando quattro motivi.

La questione

Se e in quali circostanze il padre può rifiutarsi di pagare le spese relative alla scuola privata della figlia?

Le soluzioni giuridiche

Il Supremo Collegio ha cassato la sentenza impugnata con rinvio al giudice indicato, il quale provvederà anche per le spese del giudizio di legittimità.

Dei quattro motivi articolati da Caia solo il secondo ed il terzo sono stati accolti, mentre il primo è stato rigettato ed il quarto assorbito.

In particolare, con il primo motivo – ritenuto infondato – la ricorrente evidenziava che Tizio non aveva espresso il proprio dissenso poiché nel corso del giudizio erano state allegate una email che Caia sosteneva di non aver ricevuto ed una lettera A/R sottoscritta solamente dal difensore di Tizio e non dal coniuge personalmente.

Sul punto la giurisprudenza è pacifica nel ritenere che gli atti stragiudiziali possono essere compiuti dal difensore, persino se questi non sia il medesimo legale nominato per il processo, a condizione che non si tratti di materia contrattuale.

Con il secondo motivo, invece, la madre di Caietta lamentava come i giudici di secondo grado non si fossero conformati al principio di diritto secondo cui non è configurabile a carico di un genitore un obbligo di informazione e di concertazione preventiva con l'altro in ordine alla determinazione delle spese, sussistendo l'obbligo per quest'ultimo di provvedere al rimborso.

La Corte ha, infatti, ripetutamente escluso «che il genitore presso il quale siano collocati i figli minori sia tenuto ad informare preventivamente l'altro coniuge ed a concordare preventivamente con lo stesso il compimento di scelte produttive di spese straordinarie osservando che l'art. 155 c.c. (oggi, art. 337-ter), comma 3, consente a ciascuno dei coniugi d'intervenire nelle determinazioni concernenti i figli soltanto con riguardo alle «decisioni di maggiore interesse»concludendo quindi«che, negli altri casi, il coniuge non collocatario è tenuto al rimborso delle predette spese, a meno che non abbia tempestivamente addotto validi motivi di dissenso” (v. Cass. civ., n. 15240/2018; Cass. civ., n. 16175/2015; Cass. civ., n. 19607/2011).

La censura è fondata, così come quella relativa al terzo motivo con cui Caia evidenziava la mancata valutazione delle ragioni del dissenso espresso da Tizio.

Il giudice di merito concentrava la propria indagine sull'esistenza del dissenso del padre come se Tizio potesse disporre di un potere di veto anche senza motivazione specifica. In realtà «nel caso di mancata concertazione preventiva e di rifiuto di provvedere al rimborso della quota di spettanza da parte del coniuge che non le ha effettuate, la valutazione dell'esistenza in concreto dei motivi di dissenso spetta al giudice di merito, il quale è tenuto a verificare la rispondenza delle spese all'interesse del minore, mediante una valutazione improntata alla commisurazione dell'entità delle stesse rispetto all'utilità per il figlio e alla sostenibilità in relazione alle condizioni economiche dei genitori» (Cass. civ., n. 5059/2021; Cass. civ., n. 16175/2015; Cass. civ., n. 19607/2011).

L'ultimo motivo, infine, è assorbito dall'accoglimento del secondo e del terzo poiché la Corte d'Appello non aveva condannato integralmente alle spese Tizio, che era risultato parte soccombente nell'intero giudizio.

Osservazioni

La vicenda in esame permette di ricordare, innanzitutto, come il diritto al mantenimento dei figli sia garantito dall'art. 30, comma 1, Cost. in forza del quale «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio». Il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare la prole «non muta il suo contenuto a seconda che si versi nella fase patologica piuttosto che nella fase fisiologica della vita familiare: esso deriva dall'atto stesso della procreazione, si perpetua fino al raggiungimento, da parte dei figli, della piena autosufficienza economica» (v. A. Arceri, L'affidamento condiviso. Nuovi diritti e nuove responsabilità nella famiglia in crisi, in Nuovi percorsi di diritto di famiglia, collana diretta da Sesta M., 2007).

Per ciò che attiene alle spese straordinarie, la legge non interviene specificamente in materia, lasciando spazio all'interpretazione da parte della giurisprudenza.

I Tribunali hanno elaborato delle linee guida per meglio specificare le spese straordinarie, suddividendole tra spese per le quali non serve il previo assenso dell'altro genitore e spese straordinarie in senso stretto per le quali è necessario un preventivo accordo.

Occorre osservare però che le spese mediche e scolastiche devono ritenersi comprese nella categoria delle spese straordinarie routinarie ovvero «esborsi (…) che pur non ricompresi nell'assegno fisso periodico di mantenimento tuttavia, nel loro ordinario riproporsi, assumono una connotazione di probabilità tale da potersi definire come sostanzialmente certe cosicché esse, se non predeterminabili nel quantum e nel quando, lo sono invece in ordine all'an»: in tal modo il genitore che ha anticipato la somma può agire in via esecutiva per ottenere il rimborso della quota posta a carico dell'altro genitore senza doversi munire di un titolo ulteriore (v. Cass. civ., n. 379/2021; Cass. civ., n. 3835/2021; Cass. civ., n. 11316/2011).

Siffatte spese “finiscono per rispondere ad ordinarie e prevedibili esigenze di mantenimento del figlio tanto da assumere nel loro verificarsi una connotazione di certezza”, a differenza di quelle straordinarie in senso stretto che sono imprevedibili, eccezionali ed imponderabili. In ogni caso, comunque, per le spese sostenute nell'interesse dei figli, “il mancato preventivo interpello del coniuge può essere sanzionato nei rapporti tra i coniugi, ma non comporta l'irripetibilità delle spese effettuate nell'interesse del minore e compatibili con il tenore di vita della famiglia” (v. Cass. civ., n. 2467/2016).

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