Irrilevanti le condizioni economiche dei genitori del soggetto obbligato ai fini della determinazione dell'assegno di mantenimento

28 Agosto 2023

Spetta l'assegno di mantenimento all'ex moglie che ha rifiutato un lavoro e non si adopera a cercare un impiego?
Massima

Il diritto al mantenimento è fondato sulla persistenza, durante lo stato della separazione, di alcuni degli obblighi derivanti dal matrimonio, che gravano esclusivamente sui coniugi e non anche sui loro genitori. Per tale ragione sono irrilevanti le elargizioni, anche se continuative, a titolo di liberalità ricevute dal coniuge obbligato dai propri genitori poiché costituiscono atti di liberalità e non possono essere considerate reddito del soggetto obbligato.

Il caso

Il Tribunale di Roma dichiarava la separazione giudiziale di Tizio e Caia:

- respingendo le domande di addebito;

- ponendo a carico di Tizio un assegno mensile per il mantenimento della figlia Caietta di € 400, oltre assegni familiari e spese straordinarie;

- rigettando la richiesta di mantenimento proposta dalla stessa Caia.

Quest'ultima proponeva appello, il quale era respinto dalla Corte d'appello di Roma che riteneva corrette le valutazioni dei Giudici di primo grado e condannava così Caia alle spese del giudizio.

Caia proponeva così ricorso per cassazione, articolando quattro motivi e Tizio resisteva con controricorso.

La questione

Nel giudizio di separazione, la moglie in giovane età che rifiuta un progetto per l'orientamento al lavoro e non cerca un impiego può ottenere un assegno a titolo personale?

Ai fini della eventuale determinazione di un assegno di mantenimento per la moglie, rilevano le condizioni economiche dei genitori del soggetto obbligato?

Le soluzioni giuridiche

Il Supremo Collegio ha rigettato il ricorso, ritenendo il primo, il secondo ed il quarto motivo inammissibili ed il terzo infondato.

In particolare, con i primi due motivi Caia lamentava ai sensi dell'art. 360 c.p.c. nn. 4 e 5 l'omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio e l'omessa pronuncia dato che riteneva che le ore di lavoro prestate mensilmente dal marito fossero molte di più rispetto a quelle risultanti in busta paga.

L'inammissibilità era data dal principio consolidato della giurisprudenza della Corte di Cassazione per cui la valutazione delle prove non è censurabile in cassazione: non è possibile, dunque, procedere ad unarichiesta di rivisitazione di fatti e circostanze come definitivamente accertati in sede di merito” (v. Cass. civ., n. 37382/2022; Cass. civ., n. 20553/2021; Cass. civ., n. 34476/2019; Cass. civ., n. 17446/2017; Cass. civ., n. 10749 /2015).

Con il terzo motivo – ritenuto infondato – Caia sosteneva che la Corte avesse errato nel non considerare la situazione patrimoniale ed il benessere in cui viveva la madre del resistente, la quale era proprietaria ed usufruttuaria di diversi immobili locati a terzi.

Sul punto il Supremo Collegio aveva già considerato che Tizio fruiva dell'aiuto della madre per pagare il canone di locazione dell'immobile dove Caia abitava con la figlia e ribadiva come fosse erroneo l'assunto per cui ai fini dell'assegno di separazione possano rilevare le condizioni economiche dei genitori del soggetto obbligato.

Precisamente, all'iniziale orientamento favorevole alla rilevanza di elargizioni fatte dai genitori di uno dei coniugi, ove non meramente saltuarie, bensì continue e regolari (cfr. Cass. civ., n. 5916/1996, in tema di separazione, nonchè Cass. civ., nn. 278/1977, 358/1978, 497/1980, 1477/1982, 4158/1989, in tema di divorzio), è poi subentrato un orientamento negativo (cfr. Cass. civ., n. 11224/2003, Cass. civ., n. 6200/2009, in tema di separazione, nonchè Cass. civ., n. 4617/1998, Cass. civ., n. 7601/2011, in tema di divorzio).

Esse, dunque, non possono costituire “contributo alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio familiare" ai sensi della l. n. 898/1970, art. 5, comma 6), che fa leva sul loro carattere liberale e non comportano “l'assunzione di alcun obbligo di mantenimento da parte dei genitori, sui quali grava la sola obbligazione alimentare ai sensi dell'art. 433 c.c. in via subordinata rispetto al coniuge” (v. Cass. civ., n. 10380/2012; Cass. civ., n. 11224/2003).

Con il quarto motivo, infine, Caia criticava la valutazione da parte della Corte di merito della sua giovane età e del rifiuto – ritenuto però ingiustificato – di seguire il percorso di inserimento nel mondo del lavoro, dato che non si trattava di una proposta concreta.

Il motivo era inammissibile anche in virtù della prestazione economica di cui la stessa beneficiava, ovvero il pagamento da parte di Tizio del canone di locazione dell'appartamento in cui abitava con la figlia.

Osservazioni

Per prima cosa pare opportuno rammentare come il giudizio di cassazione non costituisce un terzo procedimento di merito.

La giurisprudenza è pacifica nell'affermare che il novellato testo dell'art. 360 c.p.c. n. 5 ha introdotto nell'ordinamento un vizio specifico che concerne l'omesso esame di un fatto storico, principale o secondario, “la cui esistenza risulti dal testo della sentenza o dagli atti processuali, che abbia costituito oggetto di discussione tra le parti, oltre ad avere carattere decisivo; l'omesso esame di elementi istruttori non integra di per sè vizio di omesso esame di un fatto decisivo, se il fatto storico rilevante in causa sia stato comunque preso in considerazione dal giudice, benchè la sentenza non abbia dato conto di tutte le risultanze probatorie; neppure il cattivo esercizio del potere di apprezzamento delle prove non legali da parte del giudice di merito dà luogo ad un vizio rilevante ai sensi della predetta norma” (v. Cass., Sez. Un., n. 8053/2014; Cass., Sez. Un., n. 9558/2018; Cass., Sez. Un., n. 33679/2018).

Ciò premesso, la vicenda in questione permette di osservare come i genitori – una volta che il figlio sia divenuto autonomo e abbia fondato un proprio nucleo familiare – non hanno più alcun obbligo giuridico nei suoi confronti “sicché eventuali elargizioni, anche se continuative, costituiscono atti di liberalità e non possono essere considerate reddito del soggetto obbligato” (v. Cass. civ., n. 10380/2012; Familiari abbienti e generosi? I coniugi non possono approfittarne al momento della separazione, Buscaglia Elena).

Ne deriva, quindi, l'irrilevanza delle elargizioni liberali di terzi “quali i genitori, ancorchè regolari e protrattesi anche dopo la separazione” e ai fini della determinazione dell'assegno “deve essere esclusa la rilevanza dell'entità dei patrimoni delle famiglie di appartenenza ovvero del loro apporto, in quanto trattasi di ulteriore criterio non previsto dall'art. 5 l. 898/70” (v. Cass. civ., n. 6105/2022; Cass. civ., n. 15774/2020; Cass. civ., n. 10380/2012).

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