L'OCF chiede il mantenimento della PEC nelle comunicazioni tra detenuto e difensore

Redazione scientifica
08 Settembre 2023

L'utilizzo di strumenti telematici, quali e-mail o PEC nelle comunicazioni tra detenuti e avvocati, è non solo coerente con la recente imposizione del processo penale telematico, ma anche funzionale al pieno esercizio del diritto di difesa.

Tramite un comunicato del 9 agosto 2023 l'OCF chiede che il DAP scongiuri un'interpretazione restrittiva della normativa carceraria tale da indurre alcuni direttori a scoraggiare gli avvocati dall'utilizzo di e-mail e PEC nella trasmissione di documentazione processuale con i loro assistiti detenuti.

Rivendica l'inutilità di una tale compressione del diritto di difesa, nonché il suo anacronismo rispetto all'imposizione degli strumenti telematici in ambito processuale e la stipula, nel corso degli ultimi anni, di numerosi protocolli tra Ordini forensi e case di reclusione volti proprio a garantire una rapida ed efficace comunicazione tra detenuti ed avvocati.

Considerando anche la mancanza di organico lamentata dalla Polizia penitenziaria, appare evidente che un funzionale utilizzo degli strumenti telematici permetterebbe un migliore impiego delle risorse interne al carcere, con una notevole semplificazione delle procedure.

L'OCF chiede, quindi, non solo che non venga compresso il diritto del detenuto a un trattamento dignitoso tramite un'incongrua limitazione delle comunicazioni con il proprio difensore, ma anche una più adeguata organizzazione del lavoro all'interno del carcere, idonea a un pieno sfruttamento degli strumenti informatici.

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