L’oblio oncologico è legge
06 Dicembre 2023
Cos’è il diritto all’oblio oncologico? È «il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica». Questa la definizione del testo unificato che ha ricevuto il via libero definitivo dal Senato, dopo aver già ricevuto l’ok dalla Camera (v. la news La Camera approva la legge sul c.d. oblio oncologico. Ora il testo passa in Senato). Cosa cambia quindi per le persone guarite? Dal lato pratico, il diritto all'oblio oncologico trova applicazione in caso di accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi; nelle procedure di adozione di minori e nell’accesso alle procedure concorsuali, al lavoro e alla formazione professionale. Spetterà al Garante per la protezione dei dati personali vigilare sull’applicazione delle disposizioni della suddetta legge. Il testo prevede anche, attraverso un tavolo tecnico del Ministero della Salute, apposite tabelle che consentano di ridurre ulteriormente questi tempi in base alla differente patologia oncologica. «Accolgo con grande gioia l'approvazione all'unanimità della proposta di legge parlamentare sull'oblio oncologico. Una norma di civiltà, che il Governo ha convintamente sostenuto e che cancellerà quelle umilianti e ingiuste discriminazioni che pesavano sulle persone guarite da patologie oncologiche. Grazie a tutte le forze politiche che hanno consentito di raggiungere oggi questo obiettivo». Questa la dichiarazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Con l'approvazione definitiva della legge, «che il Governo ha fortemente sostenuto - afferma il Ministro della Salute Schillaci - vinciamo una battaglia di civiltà a difesa delle persone guarite dal cancro». Sono infatti un milione gli italiani interessati dall'oblio oncologico perché considerati guariti: «I cittadini guariti dal cancro in Italia non saranno più discriminati nella vita sociale, professionale e familiare - afferma Francesco Perrone, presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) -. Sono infatti previste specifiche norme che tutelano gli ex pazienti da possibili discriminazioni nel campo assicurativo e finanziario, oltre che nell'ambito lavorativo. La Legge prevede il divieto di richiedere informazioni su una pregressa patologia oncologica dopo 10 anni dal termine dei trattamenti in assenza di recidiva di malattia in questo periodo. Per i pazienti in cui la diagnosi sia antecedente ai 21 anni, questo limite è ridotto a 5 anni. La legge non tutela solo nei rapporti con banche e assicurazioni ma anche in sede concorsuale, qualora sia prevista un'idoneità fisica e nell'ambito dei procedimenti di adozione». (Fonte: Diritto e Giustizia) |