Superlega: per la CGUE costituiscono abuso della posizione dominante le norme FIFA e UEFA sull’approvazione preventiva delle competizioni calcistiche interclub
27 Dicembre 2023
Le regole della Federazione internazionale del calcio (FIFA) e dell'Unione delle associazioni europee di calcio (UEFA) che sottopongono alla loro previa autorizzazione la creazione di qualsiasi progetto di nuova competizione di calcio per club, come la Superleague, e che vieta alle società calcistiche e ai giocatori di parteciparvi, sotto pena di sanzioni, sono illegali. Infatti, i poteri della FIFA e dell'UEFA non sono inquadrati da alcun criterio che ne garantisca il carattere trasparente, obiettivo, non discriminatorio e proporzionato. Analogamente, le norme che attribuiscono alla FIFA e all'UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti connessi a tali competizioni sono tali da limitare la concorrenza, tenuto conto dell'importanza di queste ultime per i media, consumatori e telespettatori nell'Unione. La FIFA e la UEFA sono associazioni di diritto privato con sede in Svizzera il cui scopo è promuovere e inquadrare il calcio a livello mondiale ed europeo. Esse hanno adottato norme che conferiscono loro il potere di autorizzare le competizioni calcistiche per club in Europa e di sfruttare i diversi diritti mediatici corrispondenti. Dodici squadre europee di calcio hanno voluto realizzare, attraverso la società spagnola E.S.C. un progetto di nuova competizione calcistica: la Superleague. La FIFA e la UEFA si sono opposte al progetto, minacciando di imporre sanzioni ai club e ai giocatori che avrebbero deciso di partecipare. La E.S.C. ha adito il Tribunale commerciale di Madrid per un'azione contro la FIFA e la UEFA, ritenendo che le loro regole sull'autorizzazione delle competizioni e sullo sfruttamento dei diritti dei media violino il diritto dell'Unione. Il tribunale spagnolo ha interrogato la Corte di giustizia, nutrendo dubbi in merito, in particolare, al fatto che la FIFA e l'UEFA si trovino in una situazione di monopolio su tale mercato. La Corte constata che l'organizzazione delle competizioni calcistiche per club e lo sfruttamento dei diritti dei media sono chiaramente attività economiche. Esse devono quindi rispettare le regole in materia di concorrenza e della libertà di circolazione, anche se l'esercizio economico dello sport è caratterizzato da alcune specificità, come l'esistenza di associazioni dotate di poteri di regolamentazione, controllo e di imporre sanzioni. La Corte constata inoltre che, parallelamente a tali poteri, la FIFA e l'UEFA organizzano esse stesse delle competizioni calcistiche. Inoltre, i giudici di Lussemburgo ritengono che, quando un'impresa in posizione dominante ha il potere di determinare le condizioni alle quali imprese potenzialmente concorrenti possono entrare nel mercato, tale potere deve, tenuto conto del rischio di conflitto di interessi che esso genera, essere corredato da criteri atti a garantirne il carattere trasparente, obiettivo, non discriminatorio e proporzionato. Orbene, i poteri della FIFA e dell'UEFA non sono inquadrati da alcun criterio di tale natura. Le stesse si trovano pertanto in una situazione di abuso di posizione dominante. Analogamente, le loro norme di autorizzazione, controllo e di sanzione devono essere qualificate, tenuto conto del loro carattere arbitrario, come una restrizione non giustificata alla libera prestazione dei servizi. Ciò non significa che una competizione come il progetto della SuperLeague debba necessariamente essere approvata. Infatti, poiché la Corte è interrogata, in generale, sulle regole della FIFA e dell'UEFA, essa non prende posizione, nella sua sentenza, su questo progetto specifico. Parallelamente, la Corte osserva che le norme della FIFA e dell'UEFA relative allo sfruttamento dei diritti mediatici sono tali da arrecare pregiudizio alle società calcistiche europee, a tutte le imprese operanti sui mercati dei media e, infine, ai consumatori e ai telespettatori, impedendo loro di godere di nuove competizioni potenzialmente innovative o interessanti. Spetta tuttavia al Tribunale di commercio di Madrid verificare se tali norme possano comunque andare a vantaggio dei diversi attori del calcio, ad esempio garantendo una ridistribuzione solidale dei profitti generati da tali diritti. |