Media Freedom Act: approvato il Regolamento UE per la libertà dei media che obbliga i Paesi UE a proteggerne l'indipendenza da interferenze politiche o economiche

La Redazione
14 Marzo 2024

Il 13 marzo 2024, l'Eurocamera riunita in seduta plenaria a Strasburgo, ha approvato il Media Freedom Act, il Regolamento europeo per la libertà dei media volto a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche. Il nuovo Regolamento obbligherà gli Stati membri a proteggere l'indipendenza dei media e vieterà qualsiasi ingerenza nelle decisioni editoriali. La nuova normativa prevede anche limitazioni all'uso degli spyware contro i giornalisti, che rimarrà consentito solo caso per caso e previa autorizzazione di un'autorità giudiziaria nell'ambito di indagini su reati gravi, l'obbligo di trasparenza sulla proprietà dei media ed un meccanismo per impedire alle grandi piattaforme online di limitare arbitrariamente la libertà di stampa.

Il 13 marzo 2024, i deputati europei hanno dato il via libera definitivo al Regolamento europeo per la libertà dei media intesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche. Il nuovo Regolamento, approvato con 464 voti favorevoli, 92 voti contrari e 65 astensioni, obbliga gli Stati membri a proteggere l'indipendenza dei media e vieta qualsiasi forma di ingerenza nelle decisioni editoriali.

Proteggere il lavoro dei giornalisti

Alle autorità sarà vietato ricorrere ad arresti, sanzioni, perquisizioni, software di sorveglianza intrusivi installati sui dispositivi elettronici e altri metodi coercitivi per fare pressioni su giornalisti e responsabili editoriali e costringerli a rivelare le loro fonti.                                                                                                                     

Il Parlamento ha introdotto, durante i negoziati con il Consiglio, forti limitazioni all'uso dei software spia, che sarà consentito soltanto caso per caso e previa autorizzazione di un'autorità giudiziaria nell'ambito di indagini su reati gravi punibili con pene detentive. Anche in queste circostanze, tuttavia, le persone interessate dovranno essere informate dopo che la sorveglianza è stata effettuata e potranno poi contestarla in tribunale.

Indipendenza editoriale dei media pubblici

Per evitare che gli organi di informazione pubblici siano strumentalizzati a scopi politici, i loro dirigenti e membri del Consiglio di amministrazione andranno selezionati per un mandato sufficientemente lungo sulla base di procedure trasparenti e non discriminatorie. Il licenziamento prima della scadenza del contratto sarà consentito solo nel caso in cui vengano a mancare i requisiti professionali. I finanziamenti destinati ai media pubblici dovranno essere sostenibili e prevedibili e seguire procedure trasparenti e obiettive.

Trasparenza della proprietà

Per consentire al pubblico di sapere chi controlla i singoli media e quali interessi possono celarsi dietro la proprietà, tutte le testate giornalistiche, dalle più gradi alle più piccole, saranno tenute a pubblicare informazioni sui relativi proprietari all'interno di una banca dati nazionale e a indicare se sono direttamente o indirettamente di proprietà dello Stato.

Ripartizione equa della pubblicità statale

I media dovranno anche riferire sui fondi che ricevono dalla pubblicità statale e sul sostegno finanziario dello Stato, anche nel caso in cui questi provengano da paesi terzi. I criteri per l'assegnazione di questi fondi a media o piattaforme online dovranno essere pubblici, proporzionati e non discriminatori. Infine, dovranno essere pubblicate anche informazioni sulle spese pubblicitarie statali, compresi l'importo annuo totale e l'importo per testata.

Proteggere la libertà dei media dalle grandi piattaforme

I deputati hanno introdotto un meccanismo che mira a impedire alle piattaforme online di dimensioni molto grandi, di limitare o rimuovere in modo arbitrario contenuti mediatici indipendenti. Dopo aver distinto i media indipendenti dalle fonti non indipendenti, le piattaforme che intendono adottare misure di questo tipo dovranno informare gli interessati, lasciando loro 24 ore per rispondere. Soltanto una volta trascorso questo lasso di tempo le piattaforme potranno decidere di limitare o rimuovere i contenuti che non rispettano le loro condizioni.

I media potranno presentare ricorso presso un organismo per la risoluzione extragiudiziale delle controversie e richiedere il parere del Comitato europeo per i servizi di media, un comitato di regolatori nazionali previsto dal nuovo Regolamento.