Costituzionalizzazione dell’aborto: la nuova frontiera dei diritti in Francia

14 Marzo 2024

L'8 marzo 2024, la Francia è diventata il primo Paese al mondo ad aver costituzionalizzato la libertà di ricorrere all'aborto. Il processo legislativo che ha condotto a questo traguardo inizia nel 1974 con la legge Veil sull'interruzione volontaria di gravidanza, seguito da una serie di passaggi politici e giuridici fino alla riforma costituzionale del 2024. Tuttavia, la legge di riforma costituzionale francese del 2024 solleva interrogativi sulle implicazioni pratiche e giuridiche della costituzionalizzazione della libertà di ricorrere alla pratica dell'aborto.

Venerdì 8 marzo 2024, in Piazza Vendôme, Parigi, ha avuto luogo la cerimonia che ha definitivamente sancito l’inserimento nella Costituzione francese della libertà di ricorrere all'aborto (IVG, interruzione volontaria di gravidanza). Così, la Francia diventa il primo paese al mondo a costituzionalizzare la libertà di abortire (LOI constitutionnelle n° 2024-200 du 8 mars 2024 relative à la liberté de recourir à l'interruption volontaire de grossesse che ha aggiunto all’art. 34 della Costituzione [1] un diciottesimo comma che dispone testualmente: «La legge determina le condizioni secondo le quali si esercita la libertà garantita alle donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza» [2]).

L’iter costituzionale, giuridico e politico che ha condotto a questo traguardo storico risale a diversi anni prima.

Il dibattito francese sull’IVG inizia il 26 novembre 1974, quando l’allora Ministra della Salute francese del governo Giscard d’Estaign, Simone Veil, pronunciò un discorso che avviò le discussioni parlamentari sull'adozione della prima legge sull'aborto in Francia. Questi dibattiti portarono all’approvazione della legge Veil il 29 novembre 1974 (Loi n° 75-17 du 17 janvier 1975 relative à l'interruption volontaire de la grossesse), il testo che per primo depenalizzò l’aborto in Francia, consentendo il ricorso alla suddetta pratica entro le prime dieci settimane di gestazione.

Un’altra tappa fondamentale è stata la decisione della Corte costituzionale francese (Conseil constitutionnel) del 2001, che definì la legge Veil conforme alla Costituzione in quanto garante della libertà di scelta delle donne ma anche della loro salute fisica e psichica, ritenuti diritti inviolabili; nella medesima decisione, la Corte giudicò costituzionalmente conforme l’estensione a dodici settimane del periodo di gestazione entro cui poter ricorrere all’IVG (Cons. const. 27 juin 2001, n° 2001-446 DC, D. 2001. 2533). 

Il dibattito sull’aborto si è riacceso in particolar modo su scala mondiale quando, il 24 giugno 2022 [3], la Corte suprema americana ha annullato (overruling) la celebre pronuncia del 1973 Roe v. Wade (410 U. S. 113, 1973) che aveva riconosciuto il diritto a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza «anche in assenza di problemi di salute per la gestante, per il feto e per ogni altra circostanza non riconducibile alla libera scelta della donna» [4].

Si arriva così al 12 dicembre 2023, data in cui viene depositato il progetto di legge costituzionale relativo alla libertà di ricorrere all’IVG. Inizia, dunque, l’iter di revisione costituzionale previsto dall’art. 89 della Costituzione francese. Tale iter prevede in primis l’accordo del Presidente della Repubblica e del Governo, nonché l’approvazione del testo di revisione costituzionale da parte di entrambe le camere. La revisione costituzionale in questione è stata dunque approvata in un primo momento dall’Assemblée nationale [5] e, a seguire, dal Sénat [6].

A seguito dell’adozione del testo di revisione costituzionale da parte di entrambe le camere, al fine di rendere il testo definitivo, il Presidente della Repubblica ha convocato le due camere riunite in congresso [7] per il voto finale in merito all’adozione del testo di legge costituzionale, adozione che richiede una maggioranza di 3/5 dei suffragi espressi.

Così, il 4 marzo 2024, il Parlamento riunito in Congresso, ha approvato il progetto di legge costituzionale con 780 voti a favore (la soglia di maggioranza necessaria era di 512), 72 voti contrari e 50 astensioni (su 902 votanti) [8].

L’adozione della legge di riforma costituzionale è stata accolta con entusiasmo da parte della collettività, ma non sono mancate critiche e perplessità in merito alle effettive implicazioni giuridiche di tale modifica alla norma suprema francese.

In effetti, il nuovo inciso dell’art. 34 della Costituzione fa riferimento alla “libertà” e non al “diritto” di ricorrere all’IVG. In tal senso, un’autorevole dottrina illustra chiaramente le differenze in termini di implicazioni concrete che comporta la scelta della parola “libertà”: la libertà allude alla “facoltà di”, mentre il diritto in quanto tale pone a carico dello Stato l’obbligo di garantirne l’effettivo rispetto [9].

Ora, sebbene taluni ritengano che la costituzionalizzazione di tale libertà sia meramente “simbolica” – non solo perché si tratta di una libertà e non di un diritto, ma anche perché l’effettiva soddisfazione di questa libertà dipenderà da fattori strettamente legati al funzionamento del sistema sanitario francese, quali il possibile rimborso della procedura medica –, altri sostengono che, invece, la formulazione così approvata del comma 18 dell’art. 34 della Costituzione permetta un bilanciamento equo con altri diritti esistenti (come taluni diritti del nascituro o la clausola di coscienza del personale medico), bilanciamento che non avrebbe potuto aver luogo se si fosse consacrato, al contrario, un diritto costituzionale ad abortire.

La libertà di ricorrere all’IVG è stata dunque costituzionalizzata, ma, trattandosi di una riserva di legge ex art. 34 della Costituzione, si dovrà comunque continuare a far riferimento alla legge Veil che, allo stato attuale, è lo strumento legislativo che in Francia pone i termini e le condizioni per poter esercitare la libertà di ricorrere alla pratica dell’IVG.

Tuttavia, sarà necessario attendere qualche tempo affinché si possa cogliere l’impatto concreto di questa revisione costituzionale e comprendere se gli strumenti giuridici (in particolare la legge Veil) e non giuridici (l’attuale sistema sanitario francese e le sue risorse) dell’ordinamento francese saranno in grado di garantire pieno accesso a tale libertà.

La costituzionalizzazione della libertà di ricorrere all'IVG rappresenta comunque un traguardo storico senza precedenti. Questo passo segna l’inizio di un nuovo periodo di progresso per i diritti della persona, aprendo la strada ad ulteriori passi in questo senso nel campo dei diritti umani e delle libertà civili.

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[1] L’art. 34 della Costituzione francese traccia i limiti di quello che viene definito “campo d’azione della legge” (domaine de la loi), conosciuto nell’ordinamento italiano come riserva di legge. Si tratta dunque di una “competenza d’attribuzione”: il Parlamento può esercitare il potere legislativo solamente nelle materie, appunto, attribuitegli dall’art. 34 della Costituzione.  

[2] «La loi détermine les conditions dans lesquelles s’exerce la liberté garantie à la femme d’avoir recours à une interruption volontaire de grossesse».

[3] Dobbs, State Health Officer of the Mississippi Department of Health, et al. v. Jackson Women’s Health Organization et al., No. 19-1392, 597 U.S.__ (2022) del 24 giugno 2022.

[4] A. Giannaccari, Corte suprema, sentenza nella causa Dobbs, State Health Officer of the Mississippi Department of Health, et al. v. Jackson Women’s Health Organization et al., No. 19-1392, 597 U.S.__ (2022) del 24 giugno 2022, in tema di diritto all’aborto, Servizio Studi - Area di Diritto Comparato, Corte costituzionale, 27 giugno 2022.

[5] Projet de loi constitutionnelle, adopté par l’Assemblée nationale, relatif à la liberté de recourir à l’interruption volontaire de grossesse le 30 janvier 2024, T.A. n° 233, in assemblee-nationale.fr.

[6] Projet de loi constitutionnelle, adopté sans modification par le Sénat, relatif à la liberté de recourir à l’interruption volontaire de grossesse le 28 février 2024, T.A. n° 0073, in assemblee-nationale.fr.

[7] Nella Repubblica francese, il congresso è la riunione delle due camere del Parlamento (Assemblea nazionale e Senato). Può essere convocato in tre casi: per una revisione della Costituzione; per autorizzare l'adesione di uno Stato all'Unione europea; per ascoltare una dichiarazione del Presidente della Repubblica. Quando è chiamato a pronunciarsi su un progetto di legge costituzionale o sull'adesione di uno Stato all'Unione europea, il Congresso, a differenza di un'assemblea legislativa, non può esercitare il diritto di emendamento. Convocato dal Presidente della Repubblica, il Congresso del Parlamento si tiene nel castello di Versailles, nell'emiciclo dell'Aile du Midi.

[8] Per lo scrutinio: https://www2.assemblee-nationale.fr/scrutins/detail/(legislature)/16/(num)/c1

[9] Così è stato illustrato dalla professoressa ordinaria di diritto pubblico e costituzionale Anne-Charlène Bezzina.