Il dissenso del genitore biologico all’adozione di quello intenzionale deve essere valutato alla luce dell’interesse del minore

19 Marzo 2024

Nelle coppie omogenitoriali, per escludere l’adozione speciale disciplinata dall’art. 44, comma 1, lett. d) della l. 184/1983 da parte genitore intenzionale non è sufficiente il dissenso del genitore biologico ma occorre sempre l’accertamento in concreo della mancanza di interesse del minore coinvolto all’adozione.

Massima

Nel caso di una coppia omo-affettiva, è superabile la rilevanza ostativa del dissenso manifestato dal genitore biologico all’adozione speciale ex art. 44, comma 1, lett. d) della l. 184/1983 da parte del genitore d’intenzione, quando - in concreto – il minore verrebbe privato di un rapporto affettivo riconosciuto fondamentale per la sua crescita e sviluppo.

Il caso

Il minore Ma.Si.. è stato dato alla luce da Si.An., fecondata grazie al liquido seminale donatole da un amico di famiglia (D.C.). Il Tribunale per i Minorenni del P e V, con sentenza depositata in data 12.7.2022, ha rigettato la domanda di adozione speciale del minore Ma. Si. da parte di Bu.An., il cui legame con Si.An. non era mai stato formalizzato in sede civile, né aveva mai prestato un consenso anticipato alla nascita del minore. Il Tribunale, in sintesi, ha motivato il rigetto della domanda sull'assenza del consenso della madre biologica del minore, signora Si.An., unico genitore esercente la responsabilità genitoriale, sottolineando che tale assenso era prescritto quale condizione necessaria all'adozione ai sensi dell'art. 46, comma 1,  l. 184/1983.

La sentenza è stata appellata da Bu.An., che si è posta in qualità di madre intenzionale.

La Corte d'Appello di Torino, con sentenza pubblicata il 13.1.2023, pur motivando la decisione in maniera diversa rispetto a quanto deciso dal giudice di prime cure, ha confermato il rigetto della domanda di adozione speciale. Secondo la Corte, infatti, qualora il minore sia nato nell'ambito di un progetto di convivenza tra genitori dello stesso sesso, il rifiuto del genitore biologico rispetto ad un'adozione in casi particolari può essere oggetto di valutazione onde verificare se sia giustificato o contrario all'interesse del minore adottando. Ciò premesso, nel caso concreto, ha ritenuto che tale presupposto di tutela del minore non fosse ravvisabile. In particolare, la Corte d'Appello ha attentamente vagliato i rapporti intercorrenti tra le due donne, in relazione al momento e alle modalità con cui era avvenuta la procreazione del minore, giungendo alla conclusione che colei che si pone come madre l'intenzione, non aveva avuto un ruolo nella fecondazione del bambino (nato grazie al liquido seminale donato alla madre biologica da un amico), non aveva chiesto l'adozione nell'immediatezza della nascita e  aveva convissuto con il nucleo familiare per soli due anni e tre mesi dalla nascita del bambino; inoltre, dalla relazione dell'assistente sociale e della psicologa era emerso che il legame del bambino con Bu.An. non era forte, di tipo più amicale che genitoriale, caratterizzato dalla sporadicità, e che il bambino aveva chiesto informazioni sull'identità del proprio padre inteso come una persona di sesso maschile.

Avverso questa sentenza ha proposto ricorso in Cassazione Bu.An., lamentando che sussistevano i presupposti per dare ingresso all'adozione speciale di Ma.Si.., perché corrispondente al suo interesse, che non erano state acquisite le prove richieste, non erano stati emessi i provvedimenti più convenienti per tutelare la continuità affettiva con il minore e che non si era proceduto alla nomina di un curatore speciale nell'interesse del minore.

La questione

La questione in esame è la seguente: nelle coppie omogenitoriali, per escludere l'adozione speciale disciplinata dall'art. 44, comma 1, lett. d)  l. 184/1983 da parte genitore intenzionale non è sufficiente il dissenso del genitore biologico ma occorre sempre l'accertamento in concreo della mancanza di interesse del minore coinvolto all'adozione.

Le soluzioni giuridiche

Con l'ordinanza in esame, la Suprema Corte, ha dichiarato inammissibile il ricorso con riferimento a tutti i motivi proposti perché non coglie la ratio decidendi della sentenza della Corte d'Appello e perché le censure mirano – in realtà – ad un riesame nel merito, che è inammissibile in sede di legittimità (ex multis, da ultimo, Cass. 5987/2021).

Ciononostante, la Suprema Corte ha puntualizzato che non si ravvisa alcuna omessa pronuncia nella sentenza della Corte d'Appello la quale ha svolto una motivazione esplicita e chiara sulle ragioni del rigetto della domanda di adozione speciale (che assorbe implicitamente anche tutte le richieste incompatibili con il rigetto della stessa, tra cui la regolamentazione dei rapporti del minore con la ricorrente e la nomina del curatore speciale), non limitandosi a fondare il rigetto all'adozione speciale sul mancato assenso da parte della madre biologica Si.An., ma valutando puntualmente nel caso concreto la sussistenza dell'interesse del minore all'adozione da parte di colei che si pone come genitore sociale.

In particolare, nel caso concreto, l'interesse del minore Ma.Si. ad essere adottato da Bu.An. è stato escluso avendo accertato la sporadicità dei rapporti intercorrenti tra la ricorrente e il bambino e la connotazione amicale degli stessi, tenuto conto delle esigenze del bambino di non essere esposto a situazioni potenzialmente fonti di confusione sulle figure familiari.

Osservazioni

La Cassazione evidenzia che la sentenza impugnata si è posta in linea di piena coerenza con il recente arresto espresso dalla sentenza delle SSUU 38162/2022, che a propria volta ha confermato i principi già affermati dalle precedenti SSUU 12193/2019, sebbenee questo punto merita particolare attenzione -il caso in esame si differenzi da quello considerato dalle Sezioni Unite perché la nascita del minore Ma.Si non è avvenuta all'esito di un percorso di PMA o di una maternità per altrui, perché il legame tra i due partner non era stato formalizzato in sede civile e perché non era stato prestato consenso anticipato alla nascita da parte di colei che si pone come genitore intenzionale.

È importante sottolineare, quindi, che la Corte d'Appello, nel nostro peculiare caso, oltre a prendere atto del mancato assenso all' adozione di Ma.Si. da parte della madre biologica Si.An., ha tenuto conto proprio degli indicatori considerati significativi dalle Sezioni Unite richiamate, tra cui l'esistenza o meno di un progetto genitoriale comune, la cura e l'accudimento dai due componenti la coppia svolto per un congruo periodo comune , pur – e questo rappresenta la novità –  in assenza degli altri presupposti sussistenti nei casi che avevano impegnato le Sezioni Unite (percorso di PMA o di una maternità per altrui, legame tra i due partner non formalizzato in sede civile, mancanza di consenso anticipato alla nascita da parte di colei che si pone come genitore intenzionale): all'esito è giunta alla conclusione che nel caso di specie non ricorreva l'interesse del minore ad essere adottato da Bu.An.

Tanto considerato, quindi, è possibile concludere che incombe sull'avvocato che domanda l'adozione speciale l'onere di tempestivamente allegare, documentare e (in presenza di contestazioni) provare che sussiste – nel caso concreto – l'interesse del minore ad essere adottato da colui che agisce in qualità di genitore affettivo, anche nel caso in cui la “convivenza”, che sia o meno regolamentata come unione civile, sia venuta meno.

Il giudice di merito, se necessario, deve espletare anche un'istruttoria sulle circostanze di fatto, ad esempio svolgendo un'indagine psico-sociale ed eventualmente disponendo una CTU, per valutare - nel caso concreto - la sussistenza dei presupposti giuridici e di fatto per l'adozione speciale ai sensi dell'art. 44, comma 1, lett. d) della l. 184/1983. Essi andranno valutati secondo quella prudente ed attenta interpretazione che assicura il perseguimento del massimo possibile interesse del minore, con riguardo ai profili affettivo, educativo, relazionale e psicologico, secondo il modello del dissenso al riconoscimento.

In conclusione, l'effetto ostativo del dissenso all'adozione da parte del genitore biologico può e deve essere valutato con riferimento al profilo della conformità all'interesse del minore, procedendo - laddove si ravvisino situazioni di potenziali conflitti - alla nomina del curatore speciale che possa rappresentarlo.

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