L'alba dell'Intelligenza Artificiale nei Tribunali: come sta cambiando il volto della Giustizia

04 Aprile 2024

Parlare di Intelligenza Artificiale oramai non è più neppure una novità. Da oltre un anno l’argomento è al centro dei dibattiti, delle preoccupazioni e dello sviluppo economico e sociale mondiale. L'Intelligenza Artificiale è ormai una realtà che permea molti ambiti della nostra vita quotidiana, dallo shopping online alle smart home, dalle app di navigazione ai sistemi di sicurezza. Il mondo del diritto non è rimasto estraneo a questo fenomeno che promette di rivoluzionare l’amministrazione della Giustizia e le professioni legali che orbitano intorno ad essa. Dalla pubblica amministrazione ai singoli studi legali l’impatto dell’AI si sta già cominciando a far sentire, sia in termini culturali, che organizzativi.

Non è una “semplice” rivoluzione tecnologica quella a cui stiamo assistendo, ma un vero cambio di paradigma, un cambiamento culturale tale da far parlare di una nuova “epoca” del diritto e della professione forense.

È dunque questa l'occasione per cercare di comprendere la portata di questo cambiamento e le prospettive che attendono il settore Giustizia nel suo insieme.

L'Intelligenza Artificiale entra nelle aule dei tribunali, nelle cancellerie, negli studi legali, rivoluzionando il modo di intendere e amministrare la Giustizia. Si presenta come una vera e propria onda che travolge e apre scenari inediti, ponendo con essi anche sfide stimolanti per avvocati, magistrati e operatori del diritto nel prossimo futuro.

La carta di identità dell'AI

L'AI può essere definita in tanti modi, qui la sintetizzeremo con capacità delle macchine di svolgere compiti che richiedono abilità cognitive tipicamente umane, come il ragionamento, l'apprendimento, la percezione, la comunicazione e la decisione. L'intelligenza artificiale generativa si basa su algoritmi, ovvero regole matematiche che processano grandi quantità di dati per produrre risultati o effettuare previsioni statistiche. Esistono diversi tipi di intelligenza artificiale, tra cui:

  • L'AI debole o ristretta, che è in grado di svolgere solo compiti specifici e predefiniti, come il riconoscimento facciale o la traduzione automatica.
  • L'AI forte o generale, che è in grado di svolgere qualsiasi compito intellettuale al pari o meglio degli esseri umani, ma che è ancora in via di sviluppo.
  • L'AI ibrida, che combina diverse tecniche di intelligenza artificiale per integrare le capacità umane e artificiali, come i sistemi esperti o i chatbot.

AI e diritto

L'AI trova numerose applicazioni nel campo del diritto, sia a supporto della dimensione forense, che dell'amministrazione della Giustizia nel processo e nelle attività ancillari.

Alcuni esempi sono rappresentati da:

  • Automazione di attività ripetitive e routinarie, come la ricerca di documenti, la redazione di contratti o la gestione dei casi.
  • Assistenza alla risoluzione alternativa delle controversie, come la mediazione o l'arbitrato, mediante piattaforme online che facilitano la negoziazione o la generazione di proposte di accordo.
  • Analisi predittiva delle decisioni giudiziarie, basata sull'elaborazione di dati storici e statistici per stimare la probabilità di successo di una causa o la durata di un processo.
  • Aiuto alla valutazione delle prove, mediante strumenti che consentono di verificare l'autenticità, la rilevanza e la credibilità dei documenti, delle testimonianze o delle immagini.
  • Consulenza legale online, mediante chatbot che forniscono informazioni o consigli personalizzati ai cittadini o ai clienti su questioni legali semplici.

Quali sono i vantaggi e i limiti dell'AI nel diritto?

Come ogni novità e strumento, l'intelligenza artificiale presenta rischi e opportunità e starà all'essere umano saper gestire e interpretare queste novità in modo corretto, perché i vantaggi superino i rischi. Focalizziamo l'attenzione in questa sede sui vantaggi prima e sui rischi dopo:

  • Aumento dell'efficienza e della rapidità dei servizi legali, grazie alla riduzione dei costi, dei tempi e degli errori umani.
  • Miglioramento della qualità e della precisione dei servizi legali, grazie all'utilizzo di dati aggiornati, affidabili e completi.
  • Ampliamento dell'accesso alla giustizia, grazie alla possibilità di offrire servizi legali a basso costo, a distanza e in diversi linguaggi.
  • Innovazione della pratica legale, grazie alla creazione di nuovi modelli di business, di nuove aree di specializzazione e di nuove forme di collaborazione.

Passiamo ora all'analisi dei principali rischi, tra cui:

  • Mancanza di trasparenza e di spiegabilità degli algoritmi, che possono essere opachi, complessi o proprietari, e quindi difficili da comprendere, controllare o contestare.
  • Potenziale violazione dei diritti fondamentali, come la privacy, la non discriminazione, il contraddittorio o il giusto processo, a causa di possibili errori, pregiudizi, manipolazioni o abusi dei dati o delle decisioni generate dall'IA.
  • Sfida etica e deontologica, che richiede di definire i principi, i valori e le responsabilità che devono guidare l'uso dell'AI nel rispetto della dignità umana, della giustizia sociale e dello stato di diritto.
  • Necessità di adeguamento normativo e formativo, che implica di aggiornare le leggi, le regole e le competenze necessarie per regolare, governare e utilizzare l'AI in modo efficace, sicuro e sostenibile.

Quali competenze e responsabilità sono richieste agli avvocati nell'era digitale?

L'ingresso di questa nuova tecnologia, e di tutte le opportunità che porta con sé, comporta una trasformazione profonda della professione legale, che richiede agli avvocati di acquisire nuove competenze, da un lato, e di assumersi nuove responsabilità, dall'altro. Per questa ragione, conoscere il funzionamento, la logica, le potenzialità e i rischi dell'intelligenza artificiale è il primo vero passo verso questo processo di trasformazione culturale e organizzativo di ogni legale.

Le principali skills che un legale oggi deve possedere per gestire in modo consapevole e responsabile l'intelligenza artificiale possiamo riassumerle in:

  • Competenze digitali, che consistono nella capacità di usare, valutare e scegliere le tecnologie più appropriate per svolgere le proprie attività legali, tenendo conto dei loro vantaggi, limiti e rischi.
  • Competenze multidisciplinari, rappresentate dalla capacità di collaborare con altri professionisti, come informatici, ingegneri, periti, economisti, coach, per integrare le proprie conoscenze legali con quelle di altri settori e affrontare problemi complessi e nuovi per il settore.
  • Competenze critiche, quindi la capacità di analizzare, interpretare e valutare le fonti, i dati e le decisioni legate all'intelligenza artificiale, verificandone l'accuratezza, la pertinenza e l'impatto.
  • Competenze creative, quindi la capacità di immaginare, progettare e implementare soluzioni legali nuove e originali, personalizzate e tali da poter fare la differenza sul mercato.
  • Responsabilità legale, che consiste nel rispettare e far rispettare le norme, i principi e i valori applicabili all'uso dell'AI, assicurandone la conformità e la sicurezza.
  • Responsabilità etica, che comporta il promuovere e difendere i diritti, gli interessi e le aspettative dei propri clienti, dei cittadini e della società, agendo con integrità, imparzialità e professionalità.

Possiamo, dunque, concludere affermando che l'intelligenza artificiale è sicuramente un momento di passaggio epocale per la professione forense e per il mondo del diritto in generale, che le opportunità che offre sono davvero molteplici e con esse anche i rischi e le limitazioni a cui bisogna prestare attenzione. Per poter trovare il giusto equilibrio, in modo da valorizzare al massimo i vantaggi e ridurre al minimo i rischi, è necessario che tutti gli operatori del diritto – avvocati, magistrati e operatori paralegali – siano formati su questa nuova tecnologia, ne conoscano il funzionamento e le implicazioni etiche, giuridiche, normative e sociali. In caso contrario, è come trovarsi al volante di una supercar senza conoscerla, conoscere le regole stradali e i rischi che una guida sconsiderata può comportare. Come sempre, gli strumenti restano strumenti, l'uso che se ne fa dipende dall'utente e dal suo buon senso e abilità.

L'ingresso dell'AI nei Tribunali italiani

L'intelligenza artificiale sta, inoltre, gradualmente facendo il suo ingresso nei Tribunali italiani, anche se il processo è ancora nelle fasi iniziali rispetto ad altri Paesi. Alcuni esempi di come l'AI viene ad oggi utilizzata o sperimentata nel sistema giudiziario italiano sono:

  • Giustizia predittiva: alcuni tribunali stanno sperimentando software di AI per analizzare i precedenti giurisprudenziali e prevedere l'esito di casi simili. Ad esempio, il Tribunale di Genova ha testato un algoritmo per stimare la probabilità di successo delle cause civili.
  • Analisi documentale: l'intelligenza artificiale può velocizzare l'analisi di grandi quantità di documenti legali, come contratti o verbali di udienza. La startup italiana Legalit.io offre un servizio di questo tipo, utilizzando il Natural Language Processing per estrarre informazioni chiave.
  • Chatbot legali: alcune Corti stanno introducendo chatbot basati su AI per fornire informazioni ai cittadini su questioni legali di base, come il pagamento delle multe o le procedure di ricorso. Un esempio è il chatbot Giustizia Semplice lanciato dal Ministero della Giustizia nel 2019.
  • Supporto alle decisioni: gli algoritmi di AI possono assistere i giudici nell'analisi delle prove e nella valutazione dei rischi, ad esempio stimando la probabilità di recidiva di un imputato. Tuttavia, l'uso di questi strumenti è ancora limitato e controverso in Italia.
  • Smistamento delle cause: alcuni Tribunali stanno sperimentando l'uso dell'AI per assegnare automaticamente le cause ai giudici in base alla complessità e alla materia, al fine di ottimizzare i carichi di lavoro.

Il Ministero della Giustizia ha avviato il progetto CUPIDO, che utilizza l'IA per la valutazione automatica del merito del ricorso in appello, velocizzando i tempi di definizione dei procedimenti civili.

Sempre il Ministero della Giustizia ha avviato il progetto Sportello del Cittadino per la realizzazione di un chatbot legale in grado di fornire informazioni e assistenza automatizzata ai cittadini su questioni legali semplici. Molte software house stanno sviluppando propri applicativi per la pubblica amministrazione e per il mondo forense nell'ottica di automatizzare, velocizzare e semplificare l'accesso alle fonti giurisprudenziali e normative.

Vedremo il futuro cosa ci riserva.

(Fonte: dirittoegiustizia.it)

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