Consumatori e diritto alla riparazione: approvata la nuova Direttiva

La Redazione
26 Aprile 2024

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sul diritto alla riparazione dei beni di consumo. Le nuove norme rafforzano il diritto dei consumatori alla riparazione, rendendo quest'ultima più facile ed economica, e mirano a ridurre i rifiuti, prolungando il ciclo di vita dei prodotti.

Il 23 aprile 2024 il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva sul c.d. diritto alla riparazione per i consumatori. Essa rappresenta una tappa dell’impegno della UE per estendere la durata di vita dei prodotti, ridurre i rifiuti e promuovere un'economia più sostenibile e circolare, responsabilizzando i consumatori nell'ottica di una transizione verde.

1. A QUALI BENI SI APPLICA?

Si applica ai «beni di consumo» (di cui alla Dir. UE 771/2019). Dunque è soggetto al diritto alla riparazione «qualsiasi bene mobile materiale» e «qualsiasi bene mobile materiale che incorpora o è interconnesso con un contenuto digitale o un servizio digitale».

Sono, quindi, compresi oggetti della vita quotidiana, e soprattutto tutti i dispositivi elettronici e gli elettrodomestici (ad esempio: lavatrici, lavastoviglie, televisori, smartphone.

2. OBBLIGO DI RIPARAZIONE

La Direttiva obbliga i fabbricanti di prodotti al consumo a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici e a informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione. Le merci in garanzia legale beneficeranno di un'ulteriore estensione della garanzia di un anno, incentivando ulteriormente il consumatore a scegliere la riparazione anziché la sostituzione.

Una volta scaduta la garanzia legale, il produttore sarà comunque tenuto a intervenire sui prodotti domestici più comuni, che sono tecnicamente riparabili ai sensi della normativa UE, come lavatrici, aspirapolvere e smartphone.

L'elenco delle categorie di prodotti potrà essere ampliato.

I consumatori potranno anche prendere in prestito un dispositivo mentre il loro è in riparazione o, in alternativa, optare per un apparecchio ricondizionato.

3. INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI E SUI SERVIZI DI RIPARAZIONE

Per facilitare il processo di riparazione, verrà creata una piattaforma online europea con sezioni nazionali per aiutare i consumatori a trovare facilmente negozi di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione gestite dalla comunità, come i repair café (caffè delle riparazioni).

Ogni Stato membro dovrà poi creare il suo sito locale.

Sarà, inoltre, offerto ai consumatori un modulo europeo di informazione per facilitarli nell'avviamento delle riparazioni e aiutarli a valutare e confrontare i servizi di riparazione (specificando la natura del difetto, il prezzo e la durata della riparazione). 

4. RILANCIARE IL MERCATO DELLE RIPARAZIONI

Le norme mirano inoltre a rafforzare il mercato delle riparazioni dell'UE e a ridurne i costi.

I produttori dovranno fornire pezzi di ricambio e strumenti ad un prezzo ragionevole e non potranno ricorrere a clausole contrattuali, tecniche hardware o software che ostacolino le riparazioni. In particolare, non potranno impedire l'uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da parte di riparatori indipendenti, né potranno rifiutare di riparare un prodotto solo per motivi economici o perché è stato precedentemente riparato da qualcun altro.

5. TEMPI E COSTI DELLE RIPARAZIONI 

In merito ai tempi e costi di riparazione, i costi devono essere «ragionevoli», come detto, e dichiarati al momento della consegna del dispositivo.

Per quanto riguarda le tempistiche, bisogna restituire il prodotto aggiustato entro 30 giorni. E si deve dare la possibilità di avere un prodotto sostitutivo nel periodo richiesto per la riparazione. 

Per rendere le riparazioni più accessibili, ogni Paese membro dovrà attuare almeno una strategia per promuovere le riparazioni, ad esempio buoni d’acquisto o fondi per la riparazione, campagne di informazione, corsi di riparazione o sostegno agli spazi di riparazione gestiti dalla comunità.

6. QUANDO ENTRA IN VIGORE?

Una volta che la direttiva sarà stata formalmente approvata anche dal Consiglio e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.