Nuovi orientamenti giurisprudenziali in tema di affidamento al servizio sociale dei minori

Stefano Cera
17 Giugno 2024

Quali sono le limitazioni alla responsabilità genitoriale in caso di affidamento al servizio sociale? E' necessaria nomina del curatore speciale, secondo il nuovo orientamento della Corte di cassazione?

Massima

L'affidamento al servizio sociale, quale species del più ampio genus dell'affidamento a terzi, può prevedere solamente compiti di vigilanza, supporto ed assistenza del nucleo familiare senza limitazioni della responsabilità genitoriale ex art 333 c.c. In tale caso, nel corso del procedimento non è necessaria la nomina del curatore speciale del minore, che risulta invece indispensabile solo qualora il giudice intenda limitare alcune delle funzioni genitoriali. Il curatore speciale può altresì essere nominato anche nel giudizio di secondo grado, qualora il giudice ravvisi tra le parti un conflitto di interessi tale da non renderle più in grado di tutelare autonomamente gli interessi della prole.

Il caso

Tizio ricorreva al Tribunale di Monza per richiedere la separazione con addebito dalla moglie Caia, che aveva denunciato anche per maltrattamenti sui figli minori. Caia, costituitasi in giudizio, contestava ogni addebito sostenendo, a sua volta, di essere stata vittima di violenza da parte del marito. Il Tribunale adito, al termine dell’istruttoria, pronunciava la separazione dei coniugi con addebito alla moglie.

Stante la forte conflittualità delle parti, il giudice disponeva altresì l’affidamento dei figli al Comune di residenza, con collocazione presso il padre ed incarico al servizio sociale di calendarizzare gli incontri tra i minori e la madre, oltre a predisporre i necessari interventi di supporto al nucleo familiare.

Caia proponeva appello contro tale decisione, lamentando (tra gli altri motivi) la mancata nomina del curatore speciale già nel corso del giudizio di primo grado.

In sede di gravame, infatti, la Corte d’Appello di Milano aveva nominato il curatore speciale per i minori, stante l’aggravarsi del conflitto genitoriale.

Con la propria decisione il giudice di secondo grado confermava integralmente la pronuncia del Tribunale di Monza, condividendo completamente l’impianto motivazionale del giudice di prime cure.

Contro questa pronuncia Caia proponeva ricorso per cassazione.

La questione

La questione di maggior rilievo posta dalla ricorrente nel giudizio di legittimità è la seguente: stante le nuove disposizioni contenute nel novellato art. 5-bis l. 184/1983 (introdotto con la recente riforma del processo familiare, d.l. 149/2022) in quali casi la mancata nomina del curatore speciale del minore rende nullo il procedimento? È possibile la nomina del curatore speciale anche nel corso del giudizio di appello?

Le soluzioni giuridiche

Con la sentenza in esame la Corte di cassazione conferma un recente orientamento (v. Cass civ. 32290/2023), adottato peraltro anche in sede di merito da numerosi tribunali (v. da ultimo Trib. Bologna, ord. 29 aprile 2024) conseguente all'entrata in vigore del nuovo art. 5-bis l. n. 184/1983, introdotto dalla recente riforma del processo familiare contenuta nel d.lgs. 149/2022.

La norma introduce una nuova disciplina dell'affidamento del minore al servizio sociale, adottabile qualora egli si trovi in una condizione prevista dall'art. 333 c.c. e siano risultati inefficaci altri interventi di sostegno ed aiuto al nucleo familiare previsti dalla normativa vigente.

Nel caso in cui vi siano provvedimenti limitativi della responsabilità genitoriale, poi, la recente riforma ha introdotto l'obbligo di nominare un curatore specialead processum”, con compiti di rappresentanza del minore in luogo di quelli dei genitori.

Da qui nasce il ricorso per cassazione di Caia: la mancata nomina del curatore speciale, infatti, rende nullo il procedimento stante la sua obbligatorietà, con conseguente rimessione degli atti al primo giudice.

Con la sentenza in esame, però, la suprema Corte respinge il ricorso in quanto, come viene chiaramente esplicitato nelle motivazioni alla base del rigetto del gravame, il giudice di primo grado non si era trovato in una delle condizioni nelle quali la nomina del curatore speciale è da ritenersi obbligatoria.

L'affidamento al servizio sociale, come oggi disciplinato dal nuovo art. 5-bis l. n. 184/1983 infatti, esplicita la Corte, costituisce una species di un più ampio genus dell'affidamento a terzi, con alcune peculiarità derivanti dalla funzione che lo stesso servizio sociale riveste, nonché dalle ragioni che portano il giudicante ad optare per detta decisione.

In particolare, qualora l'affidamento sia disposto in favore del servizio sociale, occorre distinguere tra affidamento con compiti di vigilanza, che non limita la responsabilità genitoriale, ed affidamento limitativo della stessa ex art 333 c.c., che delega alcune delle funzioni genitoriali agli operatori medesimi.

Solo in questo ultimo caso la nomina del curatore risulta obbligatoria, comportando la nullità del procedimento nel caso in cui essa non sia disposta dal giudice.

Nel caso di specie, invece, il tribunale di Monza aveva disposto l'affidamento al servizio conferendo allo stesso solamente compiti di vigilanza e supporto; per tale motivo, dunque, non aveva provveduto alla nomina del curatore speciale.

La Corte di cassazione, infine, conferma il proprio consolidato orientamento secondo il quale la nomina del curatore speciale può essere disposta anche nel corso del procedimento di secondo grado, ogni qual volta (come nel caso in esame) l'aumento della conflittualità tra i genitori renda necessario inserire nel procedimento una figura terza a tutela della rappresentanza processuale dei minori.

In tale caso dovrà essere tutelato il diritto di difesa di tutte le parti, con integrazione del contraddittorio.

Osservazioni

Con la pronuncia in esame la Corte di legittimità ha dato attuazione concreta alle modifiche dell'Istituto dell'affidamento ai servizi sociali contenute nel d.lgs. 149/2022.

La novella, in particolare, introduce all'interno della Legge 184/1983 del nuovo art. 5-bis, il quale prevede la possibilità di affidare il minore al servizio sociale del luogo di residenza abituale, quando egli si trovi nella condizione prevista dall'articolo 333 del codice civile e gli interventi di sostegno alla famiglia previsti dall' art. 1 della legge adozione si siano rivelati inefficaci o i genitori non abbiano collaborato alla loro attuazione.

La norma ha cercato di disciplinare l'istituto dell'affidamento al servizio sociale eliminando criticità e interpretazioni applicative che lo rendevano il più delle volte inefficace, ovvero eccessivamente invasivo, a causa della discrezionalità dei poteri conferiti.

Nel decreto che dispone l'affidamento, invece, dovranno essere indicati poteri conferiti e limiti degli stessi, a garanzia dei principi del processo e del rispetto del best interest of the child.

Il minore può essere affidato al servizio sociale del luogo di residenza abituale, salvaguardandone i legami con l'ambiente sociale e familiare.

Il difensore delle parti, dunque, qualora nel corso del procedimento volesse richiedere tale forma di affidamento, dovrà tenere presente che, per la sua concessione, è indispensabile dimostrare di essere difronte ad un caso nel quale è necessaria la limitazione della responsabilità genitoriale ex art 333 c.c.

Dovrà inoltre accertarsi che siano risultati inefficaci gli altri interventi di sostegno alla famiglia posti in essere fino a quel momento.

Quanto al contenuto del provvedimento che disporrà l'affidamento ai servizi sociali, il nuovo articolo 5-bis, comma 2, specifica che: "con il provvedimento con cui dispone la limitazione della responsabilità genitoriale e affida il minore al servizio sociale, il tribunale indica:

a) il soggetto presso il quale il minore è collocato;

b) gli atti che devono essere compiuti direttamente dal servizio sociale dell'ente locale, anche in collaborazione con il servizio sanitario, in base agli interventi previsti dall' articolo 4, comma 3;

c) gli atti che possono essere compiuti dal soggetto collocatario del minore;

d) gli atti che possono essere compiuti dai genitori;

e) gli atti che possono essere compiuti dal curatore nominato ai sensi dell'articolo 333, secondo comma, del codice civile;

f) i compiti affidati al servizio sociale ai sensi dell'articolo 5-bis, comma 2;

g) la durata dell'affidamento, non superiore a ventiquattro mesi;

h) la periodicità, non superiore a sei mesi, con la quale il servizio sociale riferisce all'autorità giudiziaria che procede ovvero, in mancanza, al giudice tutelare sull'andamento degli interventi, sui rapporti mantenuti dal minore con i genitori, sull'attuazione del progetto predisposto dal tribunale"

Il difensore dei genitori, ma anche il curatore speciale nominato, dovranno verificare puntualmente il contenuto del provvedimento e la sua conformità al disposto normativo; eventuali mancanze potrebbero infatti essere foriere di una carente tutela dei diritti fondamentali del minore e dei suoi genitori.

Il mancato rispetto del disposto normativo, peraltro, può certamente essere considerato motivo di reclamo del provvedimento, ex 473-bis.24 c.p.c., se emesso in corso del giudizio.

Il provvedimento impugnato ex art. 473-bis.24, poi, potrà eventualmente essere anche oggetto di ricorso per cassazione ex art. 111 Cost, proprio perché trattasi di diritti limitativi della responsabilità genitoriale.

La decisione in esame infine merita attenzione per quanto disposto in merito alla nomina del curatore speciale nel giudizio di secondo grado.

Trattasi di un orientamento oramai consolidato della giurisprudenza di legittimità, che consente l'intervento del curatore in qualsiasi fase del processo, purché resti garantito il contraddittorio tra le parti. A tale proposito la Corte di legittimità, con la sentenza Cass. 16666/2023, ha stabilito che «l'ampliamento in sede di reclamo del thema decidendum a comportamenti dei genitori pregiudizievoli al minore, rilevanti ex art. 333 c.c., comporta per il giudice, oltre al dovere di sollecitare il contraddittorio sul nuovo oggetto di indagine ai sensi dell' art. 101, comma 2, c.p.c., anche quello di nominare un curatore speciale al figlio per il sopravvenuto conflitto di interessi con i genitori, la cui inottemperanza determina la nullità del giudizio di impugnazione”

Riferimenti

Valeria Cianciolo, L’affidamento ai servizi sociali, Sole 24 Ore 8 marzo 2023

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