Concessioni balneari: l’esproprio gratuito delle opere non amovibili a fine concessione, poiché opponibile a tutti gli esercenti, non viola la libertà di stabilimento

La Redazione
15 Luglio 2024

Nella sentenza dell'11 luglio 2024 (C-598/22), la CGUE legittima l'esproprio delle opere pubbliche costruite sul demanio marittimo al termine delle concessioni previsto dal Codice della Navigazione italiano. La Corte, evidenziando che l'acquisizione delle opere essendo opponibile a tutti gli operatori che svolgono attività nel territorio italiano non costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento prevista dall'art. 49 TFUE, ricorda che il demanio pubblico deve rimanere di proprietà di soggetti pubblici e che le autorizzazioni di occupazione demaniali hanno a durata determinata e sono revocabili.

A seguito di un ricorso promosso da una società italiana che gestisce uno stabilimento balneare e che ha visto le sue opere essere acquisite a titolo gratuito dallo Stato italiano al termine della concessione, imponendo un aumento dei canoni demaniali, la CGUE, con sentenza dell'11 luglio 2024 (C-598/22) ha risposto al Consiglio di Stato italiano il quale si era rivolto alla Corte per chiarire se la normativa nazionale che prevede l'acquisizione delle opere non amovibili costruite su una spiaggia senza indennizzo per il concessionario rappresenti una restrizione alla libertà di stabilimento.

Secondo la CGUE, che ha esaminato la normativa sulle concessioni balneari in Italia, l'acquisizione gratuita delle opere inamovibili al termine o al rinnovo delle concessioni non viola la libertà di stabilimento. Nella sentenza C-598/22 è stato infatti evidenziato che la legislazione nazionale può richiedere al concessionario di cedere gratuitamente e immediatamente le opere non amovibili realizzate sull'area concessa, senza contrastare con l'art. 49.

Secondo la CGUE, la normativa prevista dal Codice della Navigazione italiano non discrimina gli operatori impegnati nell'attività balneare in Italia in quanto, non creando restrizioni indebite, è legittima essendo applicata a tutti. Inoltre, la normativa non riguarda le condizioni per lo stabilimento dei concessionari autorizzati a gestire un'attività turistica sul demanio pubblico, ma impone solo la mera cessione immediata e gratuita delle opere al demanio pubblico al termine della concessione.

L'appropriazione gratuita delle opere senza indennizzo da parte dell'autorità pubblica concedente  è considerata parte integrante dell'inalienabilità del demanio pubblico, il quale rimane di proprietà pubblica e le concessioni prevedono una durata limitata e sono revocabili.

La CGUE evidenzia che la società italiana che gestisce le imprese balneari non poteva dunque  ignorare la precarietà dell'autorizzazione demaniale sin dal momento della stipula del contratto di concessione.