Immobile conferito nel fondo patrimoniale familiare: niente dolo se la moglie ignora l’origine illecita dei fondi

La Redazione
22 Agosto 2024

In caso di acquisizione da parte del coniuge durante una crisi matrimoniale di un immobile intestato alla moglie, conferendolo a un fondo patrimoniale creato, nel delitto di favoreggiamento, è escluso l'elemento soggettivo del reato se non risulta dimostrato che la donna era a conoscenza dell'origine illecita dei fondi donati?

La controversia coinvolge una donna accusata di favoreggiamento in una vicenda di truffa commessa dall'ex marito. Nel primo grado, il Tribunale di Firenze la condanna per aver ricevuto 800 mila euro in assegni scoperti dal marito e per aver contribuito a nascondere un immobile frutto delle truffe. Tuttavia, la Corte d'appello di Firenze ribalta la sentenza, assolvendo l'imputata per mancanza di elemento psicologico nel reato di favoreggiamento, considerando il profilo professionale dell'ex marito.

La Suprema Corte conferma l'assoluzione, ritenendo che la buona fede dell'imputata fosse dimostrata dall'uso di assegni tracciabili per l'immobile e che non avesse conoscenza dell'origine illecita dei fondi. La Cassazione sottolinea che il favoreggiamento richiede un intento esclusivo di danneggiare, escludendo interessi personali.

Rigettando il ricorso, la Cassazione evidenzia che il vincolo dell'immobile in un fondo patrimoniale era coerente con scelte familiari pregresse. La Corte riconosce la plausibilità della decisione dell'imputata, respingendo le accuse di favoreggiamento basate sull'intento di favorire il coniuge. Alla luce di ciò, la donna viene assolta definitivamente.

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