Indebito arricchimento: carattere generale e sussidiario dell’azione
30 Agosto 2024
L'ordinamento prevede specifici rimedi sulla restituzione dell'indebito (art. 2033 c.c.) e sull'arricchimento senza causa (art. 2041 c.c.), per il caso in cui un'impresa, sulla base di un affidamento contrattuale, all'epoca dell'esecuzione pienamente efficace, abbia eseguito il contratto, percependo il relativo corrispettivo, quando si accerti, all'esito di uno specifico contenzioso giurisdizionale, che l'affidamento sarebbe invece spettato ad altra impresa, la quale, pertanto, risulti essere l'unica legittimata a stipulare il contratto e a eseguire il lavoro o il servizio. L'azione risarcitoria non esaurisce lo strumentario giuridico approntato dall'ordinamento per reintegrare la sfera patrimoniale incisa dall'atto illegittimo; il concorrente pretermesso, che avrebbe avuto titolo all'affidamento e all'esecuzione del contratto, può agire in giudizio per ottenere, nei limiti dell'azione residuale di cui all'art. 2041 c.c. o artt. 2033 ss. c.c., che il vantaggio economico conseguito dall'affidatario del contratto, e nei fatti tradottosi in uno spostamento di ricchezza senza idonea causa, venga riverso a chi ha subìto un impoverimento, a causa dell'illegittimo operato della stazione appaltante, o, come nella specie, dell'interinale efficacia di una pronuncia giurisdizionale, riformata in appello, almeno nella misura in cui non è riuscita a ottenere le utilità a cui avrebbe avuto titolo, in virtù della definitiva decisione del giudice amministrativo. |