La trasformazione digitale della giustizia italiana: verso un sistema giudiziario più accessibile ed efficiente

10 Settembre 2024

Ciò che sta già accadendo con i tentativi di digitalizzazione anche del settore giuridico è sotto gli occhi di tutti. La digital transformation, intesa come cambiamento culturale e organizzativo, prima ancora che tecnologico, coinvolge necessariamente anche un settore tradizionalmente restio al cambiamento e complesso in ogni suo tentativo di innovazione.

In Italia, la trasformazione digitale dei tribunali e delle corti rappresenta una sfida ambiziosa, quasi titanica, vista la mole di arretrato e la complessità del nostro ordinamento giudiziario, legato alle proprie radici storiche e ad abitudini di lunghissima data; questa volta, a dispetto delle precedenti dichiarazioni di snellimento e innovazione, finite spesso in dichiarazioni di intenti, più che azioni concrete, si rende necessario completare questo passaggio culturale epocale, se non si vuole creare uno scollamento del settore giustizia con il tessuto sociale ed economico del Paese.

Da dove partiamo in questa epica sfida? Come affrontare la montagna di carte e abitudini, le strutture obsolete e le logiche non sempre cristalline e comprensibili? Cosa è necessario compiere per rendere la giustizia più accessibile, trasparente ed efficiente? Quali sono gli ostacoli visibili e invisibili a questo processo di innovazione?

Partiamo dallo stato dell'arte dei progetti di digitalizzazione della giustizia italiana e capiamo le prospettive che ci si presentano dinanzi per i prossimi anni, inserendo in mezzo una analisi delle criticità e sfide da affrontare.

La necessità di una riforma digitale della giustizia

Il sistema giudiziario italiano è stato a lungo criticato per la sua lentezza e inefficienza. Secondo i dati del "EU Justice Scoreboard 2023" della Commissione Europea, l'Italia si posiziona tra gli ultimi posti in Europa per quanto riguarda i tempi di risoluzione dei contenziosi civili e commerciali. Questa situazione ha spinto il Governo italiano a intraprendere un ambizioso programma di digitalizzazione, con l'obiettivo di modernizzare e snellire i processi giudiziari.

Prendiamo le mosse dal quadro normativo: la digitalizzazione della giustizia in Italia si basa su un quadro normativo in continua evoluzione. Alcuni dei principali riferimenti legislativi includono:

  • il decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'Amministrazione Digitale);
  • il decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (convertito con modificazioni dalla l. 17 dicembre 2012, n. 221);
  • il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 (convertito con modificazioni dalla l. 11 agosto 2014, n. 114).

 Questi provvedimenti hanno posto le basi per l'introduzione del Processo Civile Telematico (PCT) e per la progressiva digitalizzazione degli atti e dei documenti giudiziari.

Il Processo Civile Telematico (PCT)

Il PCT rappresenta uno dei progetti più avanzati e consolidati nella digitalizzazione della giustizia italiana. Introdotto nel 2014, il PCT ha reso obbligatorio il deposito telematico degli atti processuali civili per gli avvocati e i professionisti ausiliari del giudice: gli avvocati depositano gli atti processuali attraverso una piattaforma online sicura in modo che i giudici possano accedere ai fascicoli digitali e gestire i procedimenti in modo telematico; le comunicazioni e le notifiche avvengono via PEC (Posta Elettronica Certificata).

Tutto ciò ha portato ad una serie di vantaggi, quali la riduzione dei tempi e dei costi delle procedure, maggiore trasparenza e accessibilità agli atti, diminuzione degli errori e delle inefficienze legate alla gestione cartacea. Il processo è stato lento e non privo di sfide, perché ha comportato la necessità di formazione continua da parte degli avvocati e del personale giudiziario, la gestione di problemi tecnici e di connettività in alcune sedi giudiziarie e la resistenza al cambiamento da parte di alcuni operatori.

Il Sistema Informativo Unitario Telematico del Processo Penale (SIUPP)

Sulla scia del successo del PCT, il Ministero della Giustizia sta lavorando all'implementazione del SIUPP, che mira a digitalizzare il processo penale. Il progetto è ancora in fase di sviluppo e sperimentazione, ma promette di rivoluzionare la gestione dei procedimenti penali.

Obiettivi del SIUPP sono la digitalizzazione completa del fascicolo penale, la gestione telematica delle indagini preliminari, l'integrazione con i sistemi delle forze dell'ordine e delle procure. Il progetto è in fase di sperimentazione presso alcuni tribunali pilota ed è prevista l'estensione graduale a livello nazionale entro il 2026.

Il Portale dei Servizi Telematici (PST)

Il PST è una piattaforma online che funge da punto di accesso unico per i servizi telematici della giustizia. Il PST rappresenta un importante passo avanti nella semplificazione dell'accesso ai servizi giudiziari, con il compito di eliminare o quantomeno ridurre la necessità di recarsi fisicamente presso gli uffici.

Attraverso il portale, avvocati e cittadini possono:

  • consultare lo stato dei procedimenti;
  • accedere ai registri di cancelleria;
  • effettuare il pagamento telematico del contributo unificato;
  • richiedere copie di atti giudiziari.

 Intelligenza Artificiale e giustizia predittiva

Passiamo ora alla grande protagonista dell'ultimo anno: l'Intelligenza Artificiale. Diversi tribunali italiani stanno già sperimentando l'uso dell'Intelligenza Artificiale (AI) per migliorare l'efficienza del sistema giudiziario del nostro Pese. Tra i numerosi progetti pilota in corso spiccano il progetto Predictive Justice del Tribunale di Venezia, che utilizza algoritmi di machine learning per analizzare le sentenze passate e aiutare i giudici a prevedere l'esito di casi simili, favorendo la coerenza giurisprudenziale e il progetto IA per la giustizia del Tribunale di Milano, che sviluppa strumenti di AI per l'analisi automatica dei documenti legali e mira a ridurre il carico di lavoro dei giudici nelle attività ripetitive.

Questi progetti sollevano non poche questioni etiche e giuridiche, tra cui la tutela della privacy e la protezione dei dati personali, il rischio di bias algoritmici nelle decisioni giudiziarie, la necessità di mantenere il ruolo centrale del giudice umano. Tutte sfide a cui si sta mettendo mano.

Blockchain per la certificazione degli atti giudiziari

Il Ministero della Giustizia sta valutando, inoltre, l'adozione della tecnologia blockchain per garantire l'autenticità e l'integrità degli atti giudiziari digitali. I potenziali vantaggi includono una maggiore sicurezza e immodificabilità dei documenti, la semplificazione delle procedure di verifica e autenticazione, la riduzione dei costi legati alla conservazione dei documenti.

Cloud computing e data lake giudiziario

Nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è prevista poi la creazione di un data lake giudiziario, ovvero un sistema centralizzato per la raccolta e l'analisi dei dati provenienti da tutti i tribunali italiani. Questo progetto ambizioso mira a facilitare l'accesso e la condivisione delle informazioni tra diverse sedi giudiziarie, consentire analisi statistiche avanzate per monitorare l'efficienza del sistema, supportare i processi decisionali attraverso l'uso di big data e analytics.

Questi sono solo alcuni progetti legati alla digitalizzazione della giustizia italiana, che presenta molteplici sfide e criticità, come l'aggiornamento continuo sulle nuove tecnologie e piattaforme, gli investimenti in infrastrutture IT e sicurezza informatica e, infine, un cambio radicale di mentalità con l'adattamento delle pratiche di lavoro tradizionali al contesto digitale.

Nonostante i progressi, la digitalizzazione della giustizia italiana presenta ancora molte lacune e criticità, a cominciare dalla disomogeneità territoriale, con notevoli differenze tra le diverse Regioni e tribunali italiani, con conseguente disparità nell'accesso ai servizi; a seguire troviamo la necessità di formazione su nuove competenze digitali, in quanto si rende necessario un massiccio investimento nella formazione di magistrati, avvocati e personale amministrativo per garantire un utilizzo efficace dei nuovi strumenti. Non da meno, troviamo il tema della sicurezza informatica, in quanto la digitalizzazione aumenta i rischi di attacchi informatici e violazioni dei dati, richiedendo robuste misure di cybersecurity.

La trasformazione digitale della giustizia italiana, dunque, appare un processo complesso e in continua evoluzione, che promette di rivoluzionare il modo in cui avvocati, magistrati e cittadini interagiscono con il sistema giudiziario. Nonostante le sfide, i progetti in corso e quelli pianificati per il futuro delineano un percorso verso una giustizia più efficiente, trasparente e accessibile.

Per gli avvocati, è fondamentale comprendere e prepararsi a questa trasformazione, investendo in formazione e tecnologia per rimanere competitivi in un panorama legale in così rapida evoluzione. La digitalizzazione offre l'opportunità di migliorare significativamente la qualità dei servizi legali e di contribuire attivamente alla modernizzazione del sistema giudiziario italiano. È chiaro che la tecnologia giocherà un ruolo sempre più centrale nell'amministrazione della giustizia. Tuttavia, sarà cruciale bilanciare l'innovazione tecnologica con i principi fondamentali del diritto, garantendo che la digitalizzazione serva a potenziare, e non a sostituire, il giudizio umano e i valori fondamentali del sistema giuridico italiano.

(fonte: dirittoegiustizia.it)

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.