Stato dell’Unione dell’energia 2024: pubblicata dalla Commissione UE la relazione sui progressi e prospettive per l'UE nel settore energetico
11 Ottobre 2024
Il rapporto annuale sullo stato dell’Unione dell’energia della Commissione europea descrive i risultati ottenuti e le sfide affrontate in materia di energia e clima, sottolineando gli obiettivi da raggiungere nel prossimo futuro. Piano REPowerEU, Green Deal europeo e Fit for 55%: una transizione energetica e climatica sicura e competitiva Nel maggio del 2022, la Commissione europea ha presentato il piano REPowerEU (1) al fine di ridurre la dipendenza energetica dell’Unione Europea dai combustibili fossili russi. Il tentativo di un rafforzamento dell’autonomia strategica non si è diretto solo verso l’adozione di misure volte al risparmio energetico e alla diversificazione delle forniture, ma anche al sostegno di una transizione verso l’energia pulita, tramite la crescita delle energie rinnovabili e un aumento dell’efficienza energetica. Il piano REPowerEU si coniuga con il Green Deal europeo (2), un pacchetto di iniziative strategiche per attuare una transizione verde, con l’intento di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tra le iniziative incluse nel Green Deal vi è il pacchetto Fit for 55%, che intende tradurre le ambizioni del Green Deal aggiornando la normativa vigente in materia di clima, energia e trasporti, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. In tale contesto, il rapporto sottolinea come la maggior parte degli obiettivi a breve termine del REPowerEU siano stati conseguiti, ponendo le basi per l’ottenimento di quelli a medio e lungo termine del Green Deal. Tuttavia, secondo la valutazione dei progetti aggiornati dei Piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) (3) sono ancora necessari molti sforzi per raggiungere i target climatici, delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica fissati per il 2030, soprattutto considerando che, ad oggi, solo dieci Stati membri hanno presentato i loro piani definitivi. La riduzione della domanda di gas L’adozione del piano REPowerEU ha profondamente ridotto la domanda di gas in virtù della diminuzione delle importazioni di gas russo, del risparmio energetico e del miglioramento dell’efficienza energetica. Per quanto riguarda il primo aspetto, la quota di gas russo rispetto alle importazioni totali di gas dell’UE è scesa dal 45% al 18% rispettivamente dal 2021 alla prima metà del 2024. In riferimento al risparmio energetico, il rapporto sottolinea che la domanda di gas tra agosto 2022 e maggio 2024 è stata ridotta di 138 miliardi di metri cubi, cioè del 18%. Questi risparmi sono riconducibili alla capacità di evitare le carenze di approvvigionamento e di garantire la sicurezza energetica. Non a caso, l’UE ha già raggiunto nel mese di agosto di quest’anno il proprio obiettivo di stoccaggio di gas invernale del 90 %, prima della scadenza del primo novembre, stabilizzando i prezzi dell’energia. Sotto l’aspetto dell’efficienza energetica, la Commissione ha adottato una serie di raccomandazioni per garantire l’attuazione della direttiva sull’efficienza energetica (4), riveduta nel settembre 2023, e la direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia (5) dell’aprile 2024, la quale permetterà una decarbonizzazione del nostro patrimonio edilizio, responsabile di circa il 40% del consumo totale di energia dell’UE. L’accelerazione della transizione verso l’energia pulita Si registra una accelerazione della transizione verso l’energia pulita, con un aumento della capacità eolica (6) e solare (7), della produzione di biogas e biometano e una espansione del mercato delle pompe di calore e dell’idrogeno. Tra i dati presenti nella relazione, spicca l’incremento di installazioni di energia eolica e solare corrispondente al 36% tra il 2021 e il 2023. L’UE ha intrapreso diverse iniziative per rafforzare il sostegno al settore della produzione fotovoltaica europea, come ad esempio la creazione dell’Alleanza dell’industria solare fotovoltaica (8) e l’adozione della Carta solare europea (9). Inoltre, ha cercato di aumentare il ritmo di installazioni nel settore eolico. La diversificazione delle fonti di energia Sul piano della diversificazione delle fonti di energie, l’UE ha agito su più fronti. In primo luogo, come anticipato, ha sostituito le forniture di gas russo con le importazioni provenienti da altri fornitori internazionali, cercando di aumentare il numero di terminali di gas naturale liquefatto (GNL). Fino a giugno 2024, la Norvegia e gli Stati Uniti sono stati i principali fornitori, garantendo il 34% e il 18% delle importazioni di gas dell’UE. Inoltre, tra le varie attività, l’UE ha cercato di aggregare la domanda e l’acquisto congiunto di gas naturale tramite l’iniziativa AggregateEU (10), che ha attirato 180 aziende e abbinato acquirenti europei con fornitori esterni per oltre 75 miliardi di metri cubi di gas naturale tra il 2023 e il 2024. Per quanto concerne l’energia nucleare, la Commissione e l’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom (ESA) hanno diversificato le forniture di combustibile nucleare, i servizi correlati al ciclo del combustibile nucleare e i relativi ricambi. Nel 2023 e nel 2024 sono stati messi in funzione due nuovi reattori nucleari EPR (11) capaci di generare elettricità senza emissioni di carbonio, sufficiente a coprire il consumo di 6 milioni di abitazioni. In quarto luogo, dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, oltre agli sforzi degli Stati membri (12), il Meccanismo di protezione civile dell’Unione ha fornito supporto costante al settore energetico ucraino, con un contributo complessivo stimato di oltre 900 milioni di euro. Il Fondo di Sostegno Energetico dell’Ucraina (UESF), istituito sotto l’egida della Commissione, ha procurato attrezzature energetiche ed ha mobilitato oltre 500 milioni di euro entro agosto 2024. La competitività e il settore dell'energia pulita Resta da fare una breve incursione nella competitività e nel settore dell'energia pulita. Il rapporto sottolinea l’importanza di una transizione capace di garantire un’energia sicura, sostenibile, competitiva ed accessibile per le imprese e i cittadini, con implicazioni per il mantenimento dell’industria e dei posti di lavoro in Europa. Nonostante la recente riduzione dei prezzi dell’energia, le tariffe al dettaglio per l’industria nell’UE sono ancora 2 o 3 volte superiori rispetto agli Stati Uniti (dal 2021 al 2023). Per affrontare questa disparità, l’UE ha puntato su una migliore integrazione del mercato, investendo nelle interconnessioni transfrontaliere e riformando il design del mercato elettrico (13). Questa riforma mira ad accelerare il dispiegamento e l’integrazione di maggiore quantità di energia rinnovabile nel sistema energetico; per di più, promuove stabilità e prevedibilità dei prezzi dell’energia, contribuendo alla competitività dell’industria dell’UE. Inoltre, con il Net-Zero Industry Act (14) e il Critical Raw Materials Act (15), l’UE ha avviato azioni finalizzate a rafforzare competitività e resilienza delle catene di approvvigionamento dei suoi produttori di tecnologie per l’energia pulita. Obiettivi e ambizioni della politica energetica e climatica 2030: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato energetico e ricerca e innovazione (R&I) La decarbonizzazione è il risultato di un incremento dell’uso dell’energia rinnovabile. Negli ultimi dieci anni, la quota complessiva di tale energia è aumentata di 0.7 punti percentuali all’anno, con un progresso notevole nel settore elettrico, ove la quota di rinnovabili è passata dal 25,1% nel 2012 al 41,2% nel 2022. Tuttavia, la valutazione della Commissione sui progetti aggiornati dei Piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) ha rilevato un divario nel consumo di energie rinnovabili previsto entro il 2030 tra gli Stati membri, riflettendo le diverse posizioni di partenza e gli obiettivi nazionali fissati per ciascuno di essi nella direttiva originale sulle energie rinnovabili e nei piani energetici e climatici nazionali (16). Sebbene le emissioni nette interne di gas a effetto serra (GHG) siano diminuite del 2,5% rispetto al 2021, ovvero del 32,5% rispetto all’anno base 1990, le proiezioni delle emissioni GHG presentate dagli Stati membri indicano un probabile divario rispetto all’ambizione climatica dell’UE. Infatti, i progetti aggiornati dei PNEC prevedono riduzioni delle emissioni di GHG del 51% anziché del 55% entro il 2030. Inoltre, solo pochi Stati membri hanno incluso nei loro progetti aggiornati dei PNEC piani per considerare l’adattamento ai cambiamenti climatici. Sul piano dell’efficienza energetica, l’Unione Europea nel 2022 è riuscita a conseguire una riduzione sistemica del proprio consumo energetico, in linea con la tendenza al ribasso degli ultimi 15 anni, riflettendo lo sforzo collettivo per ridurre la domanda di energia a seguito della guerra tra Russia e Ucraina. Tuttavia, i tassi di ristrutturazione e di elettrificazione degli impianti di riscaldamento rimangono insufficienti e le misure nazionali adottate finora non bastano a garantire un patrimonio edilizio decarbonizzato entro il 2050. Pertanto, si raccomanda di attuare rapidamente la direttiva riveduta sulla prestazione energetica degli edifici e di sfruttare strumenti politici aggiuntivi come l’ecodesign e l’etichettatura energetica (17). Inoltre, si suggerisce di intensificare gli sforzi per migliorare la conformità, sia per i prodotti energetici fabbricati nell’Unione europea che per le importazioni, in linea con il rapporto Letta, che sottolinea l’importanza di rafforzare l’applicazione delle norme per mantenere l’integrità del Mercato Unico. Per quanto concerne la sicurezza energetica, il 2024, in linea con gli obiettivi del Piano REPowerEU, è stato un anno di stabilizzazione per il sistema energetico dell’UE e questo anche grazie alla buona capacità di contenimento dei rischi climatici da parte degli Stati membri. Malgrado ciò, eventi estremi come ondate di calore, incendi boschivi, siccità e alluvioni possono provocare interruzioni elettriche, compromettendo la sicurezza energetica. In tale ottica, la relazione sottolinea anche l’importanza di rafforzare la pianificazione dei rischi climatici nel settore energetico, proponendo misure concrete per garantire una maggiore resilienza. Il potenziamento del mercato energetico (18) implica una revisione approfondita della legislazione secondaria e una accelerazione dello sviluppo delle infrastrutture, sia transfrontaliere che nazionali, intercettando altresì la povertà energetica. Nel 2023, il 10,6% della popolazione dell'UE ha dichiarato di non riuscire a mantenere la propria abitazione adeguatamente calda, un incremento di 1,3 punti rispetto al 2022. La nuova regolazione sul mercato energetico, dunque, mira a proteggere i nuclei familiari vulnerabili, insieme al Fondo sociale per il clima, che entrerà in funzione quest’anno. Infine, si invita a colmare il divario tra ricerca e innovazione (R&I). In tal senso, la Commissione e gli Stati membri, attraverso il Piano strategico per le tecnologie energetiche, hanno cercato di definire agende di ricerca e innovazione congiunte in settori strategici (19). In conclusione, il rapporto auspica un incremento degli sforzi da parte degli Stati membri per garantire che l’Unione europea sia allineata con i suoi obiettivi collettivi in materia di energia e clima per il 2030. La proposta della versione aggiornata definitiva dei PNEC rappresenta una tappa cruciale in tale contesto e, dunque, si esortano tutti gli Stati membri rimanenti a presentare i loro piani. Note (1) Disponibile online su commission.europa.eu. (2) Disponibile online su consilium.europa.eu (3) I PNEC sono uno strumento fondamentale per monitorare i progressi di ogni Stato membro rispetto agli impegni presi in materia di decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, competitività, ricerca e innovazione (cfr. sul sito web commission.europa.eu). (4) Direttiva (UE) 2023/1791. (5) Direttiva (UE) 2024/1275. (6) Nel 2023, l’Unione Europea ha installato 16 gigawatt (GW) di nuova capacità, raggiungendo un totale di 221 GW, ciò nonostante, si ritiene necessario accelerare il ritmo delle installazioni per conseguire gli ambiziosi obiettivi di energia rinnovabile dell'UE. A tal fine, la Commissione ha adottato il Wind Power Package, impegnandosi a bilanciare la crescita delle installazioni con la salvaguardia del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio cultuale e degli stili di vita, in particolare nelle aree rurali. (7) Il rapporto evidenzia che, con 56 GW di nuova capacità di energia solare installata nel 2023, l'Unione Europea ha raggiunto un nuovo record, superando i 40 GW aggiuntivi installati nel 2022. Sebbene questi risultati siano significativi, è necessaria un’ulteriore accelerazione per soddisfare gli obiettivi del REPowerEU nell'ambito della Strategia Energetica Solare dell'UE e conseguire una capacità totale di almeno 700 GW entro il 2030, rispetto ai 263 GW ottenuti alla fine del 2023. (8) Disponibile online su single-market-economy.ec.europa.eu. (9) Disponibile online su energy.ec.europa.eu . (10) AggregateEU è un progetto volto a connettere acquirenti e venditori, garantendo parità di trattamento e prevenendo la manipolazione del mercato. L’obiettivo principale è contribuire alla sicurezza dell’approvvigionamento, sia in termini di quantità che di convenienza economica (cfr. Disponibile online su energy.ec.europa.eu). (11) European pressurised reactor. (12) Il supporto al settore energetico ucraino è stato uno delle principali priorità per l’Unione Europea, garantendo il suo funzionamento, nonostante i continui attacchi russi all’infrastruttura. Entro il 31 luglio 2024, oltre il 40% di tutte le donazioni degli Stati membri è stato destinato al settore energetico. Sono stati inviati oltre 8.189 generatori di energia e 3.348 trasformatori, insieme a milioni di pezzi di attrezzature energetiche. (13) Disponibile online su energy.ec.europa.eu. (14) Net-Zero Industry Act (NZIA) ha la finalità di migliorare la capacità di produzione europea per le tecnologie a zero emissioni, attirando investimenti, aumentando la competitività e l’accesso al mercato di tali tecnologie. Secondo la normativa, entro il 2030, la capacità di produzione a zero emissione coprirà almeno il 40% delle esigenze annuali di distribuzione dell’UE. In aggiunta, entro il medesimo termine, l’UE cercherà di creare un mercato dell’Unione per i sevizi di stoccaggio della CO2, imponendo una capacità annuale di almeno 50 milioni di tonnellate (cfr. Sito web: single-market-economy.ec.europa.eu). (15) In linea con il piano industriale del Grean Deal e con NZIA, il Critical Raw Materials Act intende garantire all’UE accesso sicuro e sostenibile a materiali grezzi critici, la cui vulnerabilità è legata alle possibili interruzioni dell’approvvigionamento. Questi materiali sono di grande importanza economica per l’UE in settori come le energie rinnovabili, il digitale, l’aerospazio, la difesa e affrontano una crescente domanda globale, guidata dalla decarbonizzazione delle economie. Ad esempio, la domanda di litio dell'UE è prevista in un aumento di dodici volte entro il 2030 e di ventuno volte entro il 2050 (cfr. Sito web: single-market-economy.ec.europa.eu). (16) Attualmente, i contributi registrati sono inferiori di 3-4 punti percentuali rispetto al nuovo obiettivo vincolante dell'UE fissato al 42,5%. Nel 2022, la Svezia ha raggiunto la quota più alta di energie rinnovabili (66%), seguita da Finlandia (47,9%), Lettonia (43,3%) e Danimarca (41,6%). Al contrario, Belgio, Irlanda, Lussemburgo e Malta hanno registrato le percentuali più basse, con quote inferiori al 14%. (17) Cfr. Regolamento (UE) n. 2024/1781. (18) Si pensi al già menzionato design del mercato elettrico, oppure al pacchetto di decarbonizzazione dei mercati dell’idrogeno e del gas o alla riforma del regolamento sulla integrità e la trasparenza del mercato dell’energia all'ingrosso. (19) In questa prospettiva, sono stati realizzati partenariati e rafforzati i legami tra le Piattaforme tecnologiche e di innovazione europee, nonché le alleanze industriali come la European Battery Alliance e la European Clean Hydrogen Alliance. Questi sforzi mirano a promuovere lo sviluppo di progetti di investimento sostenibili, ad aumentare la capacità produttiva nelle tecnologie energetiche pulite nell'UE e ad affrontare le barriere di mercato (ad es. la regolazione, le infrastrutture e la tecnologica), per consentire un dispiegamento su larga scala. |