AI nei servizi penitenziari e di libertà vigilata: il Consiglio d'Europa adotta la raccomandazione che ne disciplina l'uso nel rispetto dei diritti umani

Lorenzo Salazar
15 Ottobre 2024

Il 9 ottobre 2024 il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha adottato la Raccomandazione CM/Rec(2024)5 sugli aspetti etici e organizzativi dell'uso dell'intelligenza artificiale (AI) e delle relative tecnologie digitali da parte dei servizi penitenziari e di libertà vigilata, dove si sottolinea l'importanza di un impiego legittimo e proporzionato della tecnologia nel sistema carcerario e di sorveglianza per agevolare la riabilitazione degli autori di reato. Nel testo, si evidenzia che la tecnologia non sostituirà il personale ma andrà a supportarlo nelle interazioni con gli individui coinvolti, contribuendo così all'efficacia del sistema penale nel far rispettare sanzioni e misure penali, migliorare la riabilitazione e la risocializzazione, nonché ridurre la recidiva.

Il 9 ottobre u.s. il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha adottato una Raccomandazione sugli aspetti etici e organizzativi dell'uso dell'intelligenza artificiale (AI) e delle relative tecnologie digitali da parte dei servizi penitenziari e di libertà vigilata (probation). L'adozione della nuova Raccomandazione è stata preceduta e resa possibile dalla avvenuta adozione della attesa Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sull'Intelligenza artificiale e i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto (CETS n. 225) aperta alla firma solo lo scorso mese di novembre a Vilnius.

Il testo invita i governi a garantire che detti servizi utilizzino le nuove tecnologie in modo legittimo e proporzionato e solo in quanto queste contribuiscano al recupero degli autori di reato. Si sottolinea in particolare che tali tecnologie non dovrebbero sostituire il personale penitenziario e di sorveglianza nel lavoro quotidiano e nell'interazione con i criminali, ma piuttosto assisterlo in tale lavoro e aiutare il sistema penale, in particolare nell'esecuzione delle sanzioni e delle misure penali, migliorando la riabilitazione e la risocializzazione degli autori di atti illeciti e riducendo la recidiva.

La Raccomandazione affronta anche gli aspetti etici e organizzativi dell'utilizzo dell'AI e delle relative tecnologie digitali nelle carceri e nei servizi di probation e mira a guidare gli Stati nell'adozione di leggi, politiche e prassi nazionali conformi. Essa sottolinea che tutti i processi relativi alla progettazione, allo sviluppo, alla fornitura, all'uso e alla dismissione dell'AI e delle relative tecnologie utilizzate dai detti servizi e dalle aziende private che agiscono per loro conto devono essere trasparenti al controllo pubblico e conformi agli standard giuridici nazionali e internazionali, tra cui si segnala in particolare la già ricordata Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sull'Intelligenza artificiale e i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto.

Nel testo della Raccomandazione si osserva infine che, se d'un lato l'AI può contribuire a mantenere la sicurezza nelle carceri e, quindi, consentire una migliore gestione dei rischi e delle crisi, il suo utilizzo dovrebbe tuttavia essere limitato allo stretto necessario evitando effetti negativi sulla privacy e sul benessere dei detenuti e del personale.