Abuso di posizione dominante: il Tribunale UE è competente ad esaminare e invalidare le valutazioni della Commissione sul test del concorrente altrettanto efficiente
30 Ottobre 2024
Nel maggio 2009 la Commissione ha inflitto un'ammenda di 1,06 miliardi di euro ad un produttore di microprocessori con sede negli Stati Uniti. Essa contestava all'azienda di aver abusato della sua posizione dominante sul mercato dei microprocessori x86 concedendo, in particolare, sconti di fedeltà ai suoi clienti nonché a un distributore di computer fissi. Nel 2014 il Tribunale ha respinto integralmente il ricorso dell'azienda contro tale decisione della Commissione. Investita di un'impugnazione proposta dall'azienda in questione, la Corte di giustizia ha annullato tale sentenza e ha rinviato la causa dinanzi al Tribunale. Su rinvio, il Tribunale ha annullato parzialmente la decisione della Commissione e ha annullato integralmente l'ammenda di 1,06 miliardi di euro. La Commissione ha impugnato la sentenza del Tribunale nel 2022. La Corte respinge l'impugnazione della Commissione, confermando così la sentenza del Tribunale. A sostegno della sua impugnazione, la Commissione faceva valere che il controllo esercitato dal Tribunale sulle valutazioni della Commissione relative al test del concorrente altrettanto efficiente («as efficient competitor test») era viziato da irregolarità procedurali, da errori di diritto e da snaturamento degli elementi di prova. Nella sua sentenza, la Corte respinge tutti i motivi dedotti dalla Commissione. Per quanto riguarda il test del concorrente altrettanto efficiente, la Corte conferma che spetta al Tribunale esaminare qualsiasi argomento diretto a mettere in discussione le valutazioni della Commissione e idoneo a invalidare le conclusioni cui essa è giunta al termine di tale test. Tali argomenti possono vertere tanto sulla compatibilità delle valutazioni della Commissione con i principi che disciplinano il test del concorrente altrettanto efficiente quanto sul valore probatorio degli elementi di ordine fattuale sui quali essa si è basata. Inoltre, la Corte conferma che non spetta al Tribunale verificare se il dispositivo della decisione della Commissione possa essere giustificato sulla base di un ragionamento privo degli errori da esso constatati, quando tale ragionamento non è formulato in modo coerente in tale decisione. |