Manovra 2025: le novità del “Pacchetto Famiglia”

05 Novembre 2024

La Manovra 2025, approvata dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre 2025 e ora al vaglio del Parlamento, comprende misure di sostegno alle famiglie, con un’attenzione specifica a incentivare la natalità e a supportare le madri lavoratrici.

Il pacchetto di interventi per la famiglia prevede, tra le altre misure, la "Carta per i nuovi nati", un potenziamento del Bonus asilo nido e una decontribuzione per le madri lavoratrici.

Tra le novità di maggior rilievo, l’introduzione del quoziente familiare e l’esclusione dell'Assegno Unico dal calcolo dell'ISEE, con un forte impatto sui benefici per i nuclei familiari a basso reddito. Viene prorogato anche il Bonus ristrutturazioni per la prima casa, mentre si intensificano i controlli sugli immobili non dichiarati.

Introduzione

La Manovra 2025 è stata approvata dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre 2025 dal Consiglio dei Ministri e ora è sotto l’esame del Parlamento, dove potrà subire modifiche prima della sua approvazione definitiva. Questa manovra prevede una serie di misure di sostegno alle famiglie, con particolare attenzione a quelle con nuovi nati.

Uno degli obiettivi fondamentali della manovra è il supporto alla natalità e alle famiglie, posto in atto con alcune misure, nuove o rinnovate.

Spiccano fra le novità: diverse misure in ambito lavoro con decontribuzione e agevolazioni fiscali, l'introduzione di un sistema di detrazioni fiscali che tiene conto del numero dei familiari a carico e la “Carta per i nuovi nati”, che prevede un bonus di 1.000 euro per ogni bambino nato, destinato alle famiglie con un Isee fino a 40mila euro.

Inoltre, le iniziative per i congedi parentali e per il bonus asilo nido verranno rafforzate, e le somme legate all’assegno unico saranno escluse dal calcolo dell’Isee.

Anche la carta prepagata “Dedicata a te”, destinata all'acquisto di beni alimentari e di prima necessità, verrà rifinanziata con ulteriori 500 milioni di euro per il 2025.

Lavoro e pensioni

  1. Nel testo della Manovra per il 2025 vi sono alcune previsioni di rilievo riguardanti il lavoro e le pensioni. Tra queste spiccano le misure per la riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro, gli interventi per la detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefits, le super-deduzioni per le assunzioni a tempo indeterminato, le decontribuzioni per l'occupazione di giovani e donne nel Mezzogiorno, nonché la decontribuzione e gli incentivi all'autoimpiego.

Le principali misure di sostegno ai redditi familiari comprendono attualmente:

  • Riduzione del cuneo fiscale: Questo beneficio si rivolge ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e il suo rinnovo per il 2025 richiederà fondi per circa 9,4 miliardi di euro.
  • Taglio dell'IRPEF: Prevede una diminuzione delle tasse per il ceto medio, grazie all'accorpamento degli scaglioni e alla possibilità di abbassare ulteriormente le aliquote. La proroga comporta un costo non trascurabile di circa 4 miliardi di euro.
  • Incentivi sui premi di risultato: L'agevolazione fiscale sul premio di produttività, che prevede un'imposta al 5%, interessa oltre 15.000 aziende e più di 4 milioni di lavoratori. La misura avrà un costo di 222,7 milioni di euro.
  • Superdeduzione per l'occupazione: Introduzione di un superbonus fiscale tra il 120% e il 130% per incentivare l'occupazione stabile, con un costo stimato di 1,3 miliardi di euro per il 2025.
  • Fringe benefits: L'aumento della soglia di esenzione fiscale ai fringe benefits, portata a 1.000-2.000 euro per i dipendenti senza o con figli, comporterà un costo stimato di 348,7 milioni di euro per la proroga del 2025.
  • Sgravi per le madri lavoratrici: L’esonero contributivo per le madri con due o più figli ha avuto un costo di 500 milioni di euro per il 2024. Nel 2025, si prevede una riduzione della platea, limitando il beneficio solo alle madri con tre figli o più, ma ci sono indicazioni che il Ministero dell'Economia e delle Finanze potrebbe decidere di eliminarlo.
  • Decontribuzione per il Sud: Sgravio contributivo per tutti i dipendenti delle aziende situate nel Sud Italia; la proroga fino al 2025 richiederà un incremento di 2,9 miliardi di euro nel bilancio.

Agevolazioni contributive per madri lavoratrici

È previsto un esonero contributivo parziale sulla quota IVS a carico delle madri lavoratrici, sia dipendenti (eccetto quelle del settore domestico) sia autonome, che percepiscono almeno uno dei seguenti tipi di reddito: lavoro autonomo, reddito d’impresa in contabilità ordinaria o semplificata, oppure redditi da partecipazione, a condizione di non essere iscritte al regime forfetario.

Per poter accedere a questo beneficio negli anni 2025 e 2026, le lavoratrici devono avere almeno due figli, e l’esonero sarà valido fino al mese in cui il figlio più piccolo compie 10 anni.

 A partire dal 2027, è necessario essere madri di almeno tre figli, con l’esonero che si estende fino al mese del compimento del 18° anno di età del figlio più giovane. Infine, le lavoratrici devono avere un reddito imponibile ai fini previdenziali o una retribuzione non superiore a 40.000 euro su base annua.

Più in generale, si segnala una significativa novità riguardante il taglio al cuneo fiscale, con la mancata proroga dell’esonero sulla quota IVS a carico del lavoratore e l'introduzione di un nuovo meccanismo, che dovrebbe prevedere:

  • una somma calcolata applicando una specifica percentuale al reddito da lavoro dipendente per i lavoratori con un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro;
  • una detrazione variabile sull’IRPEF lorda per i lavoratori con reddito superiore a 20.000 euro e fino a 40.000 euro.

Agevolazioni fiscali sui premi produttività

In ambito fiscale, viene confermata la riduzione al 5% dell'imposta sostitutiva sui premi di produttività per il triennio 2025-2027.

Inoltre, per i primi nove mesi del 2025 sarà confermato il trattamento integrativo speciale del 15% sui lavori notturni e straordinari effettuati nei giorni festivi, valido per i lavoratori del settore della somministrazione di alimenti e bevande e del comparto turistico, inclusi gli stabilimenti termali, con un reddito di lavoro dipendente non superiore a 40.000 euro nel 2024.

Revisione cuneo fiscale

La manovra punta a mantenere il taglio del cuneo fiscale e rivedere le aliquote Irpef; l’intento è di rendere queste misure permanenti, garantendo così una riduzione del carico fiscale per i lavoratori con redditi annuali fino a 35mila euro.

Le stime previsioni indicano che il risparmio fiscale mensile potrebbe superare i 100 euro, ovviamente in funzione della fascia di reddito. Un'importante novità è l'introduzione di una zona "cuscinetto" per i redditi compresi tra 35mila e 40mila euro, che permetterà un'estensione graduale del beneficio fiscale, evitando un repentino aumento della tassazione per chi oltrepassa la soglia dei 35mila euro.

Fringe benefit

Prevista l’esenzione fiscale per i fringe benefit destinati ai lavoratori con figli a carico. La soglia esentabile arriverebbe a 2.000 euro. per chi non ha figli il tetto sarà di 1.000 euro.

Pensioni: “Opzione donna” e altre agevolazioni

La manovra 2025 conferma per il prossimo anno le opzioni di flessibilità in uscita per il pensionamento, tra cui l’anticipo pensionistico “Opzione Donna”, l’APE sociale e la pensione anticipata flessibile ("Quota 103"). Inoltre, è previsto un incentivo per i lavoratori che, pur avendo i requisiti, scelgono di rinunciare al pensionamento anticipato. La legge di Bilancio conferma anche i bonus per chi decide di posticipare il pensionamento e introduce nuove misure per incentivare la previdenza integrativa, incluso un semestre di silenzio-assenso per il conferimento del TFR ai fondi pensione.

Assegno unico

Novità della Manovra 2025 è l’esclusione dell’assegno unico e universale dalla determinazione dell’ISEE.

Con questa riforma, l'importo dell'Assegno Unico Universale non contribuirà più al calcolo dell'ISEE totale. Di conseguenza, le famiglie potranno beneficiare di un indicatore economico più favorevole pur continuando a ricevere un sostegno finanziario significativo. Inoltre, l'assegno sarà incrementato grazie a una rivalutazione programmata per il 2025.

In passato, l’assegno unico influiva negativamente sul valore dell’ISEE, causando l’esclusione di molte famiglie da determinati benefici economici (quali per esempio il bonus asilo nido).

Assegno unico: chi è idoneo

Si ricorda in questa sede che l’assegno unico è una prestazione economica fornita dall’INPS per supportare i nuclei familiari con figli a carico. Questa misura ha sostituito diverse forme di aiuto economico precedentemente in vigore, semplificando il sistema di sostegno alle famiglie.

È rivolto a famiglie con figli minori, figli maggiorenni fino a 21 anni (se in particolari condizioni) e figli disabili, senza limiti d'età.

Per accedere all’assegno unico, i richiedenti devono soddisfare specifici requisiti. In primo luogo, è necessario che il richiedente risulti residente in Italia da almeno due anni continuativi o che possieda un contratto di lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato.

È fondamentale, inoltre, che i figli siano a carico ai fini ISEE. I beneficiari possono includere sia figli minori che figli maggiorenni, a condizione che siano iscritti a corsi di studi, partecipino a tirocini o abbiano un lavoro con un reddito annuo inferiore a una determinata soglia. Non ci sono limiti di età per i figli disabili in relazione al ricevimento del beneficio.

Il rapporto con l’ISEE

L’ammontare dell’assegno unico varia in funzione della situazione economica della famiglia, per mezzo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). In generale, le famiglie con un ISEE più basso ricevono importi maggiori, mentre la cifra tende a diminuire all’aumentare del reddito totale.

Per il 2024, l'importo minimo è stato stabilito a 57 euro al mese, con erogazione prevista da marzo 2024 a febbraio 2025. Gli importi possono essere aggiornati annualmente in base all'andamento dell'indice dei prezzi al consumo, per riflettere le variazioni del costo della vita.

Tuttavia, una delle problematiche dell’assegno unico era che il suo importo influisce sul calcolo dell’ISEE familiare, penalizzando le famiglie e limitando l’accesso a altri benefici.

La Legge di Bilancio 2025 introdurrà una modifica che elimini questa interazione: ciò significa che il reddito percepito a titolo di assegno unico non avrà più ripercussioni negative sulla valutazione economica della famiglia, permettendo di mantenere un ISEE più contenuto.

Sarà inoltre ridotto il rischio di superare soglie ISEE cruciali per l’accesso a diverse forme di sostegno economico e sociale. Molti servizi pubblici, infatti, come ad esempio le agevolazioni per le rette scolastiche e i contributi per affitti, si basano su tale parametro.

Il quoziente familiare

Una delle novità più significative nel testo della Manovra 2025 è l'introduzione del quoziente familiare. Questo sistema prevede che tutte le detrazioni fiscali siano collegate sia al reddito, sia al numero di figli, con un incremento degli importi man mano che aumentano i membri della famiglia, mantenendosi all'interno delle attuali aliquote agevolative (19%-50%) e tenendo sempre presente il limite di reddito oltre il quale non sono previste detrazioni IRPEF.

Risulterà agevolato chi ha più figli a carico, con un reddito inferiore.

Viceversa, il quoziente familiare andrà a penalizzare i single ad alto reddito senza figli e i pensionati con assegni più alti.

Per quanto riguarda i figli a carico, la detrazione rimane stabilita a 950 euro fino ai 21 anni; è inoltre previsto un nuovo limite fino ai 30 anni, salvo nei casi di figli con disabilità riconosciuta.

Bonus nascite e carta nuovi nati

Il testo normativo presenta rilevanti novità in ambito familiare, a cominciare dal cosiddetto “bonus nuove nascite”.

Questo aiuto economico, pari a 1.000 euro, verrà concesso una sola volta per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025, e sarà disponibile nel mese successivo alla nascita o all'adozione. Tuttavia, il richiedente deve appartenere a un nucleo familiare con un ISEE che non superi i 40.000 euro annui.

Questo contributo sarà erogato attraverso la Carta dei Nuovi Nati, di nuova introduzione.

Tale strumento è concepito per supportare le famiglie durante i primi mesi di vita dei neonati, affrontando così le spese elevate associate a questa fase. L’obiettivo è incentivare la natalità, incoraggiando le coppie a pianificare una gravidanza senza farsi scoraggiare dai costi.

L'importo del bonus di 1.000 euro registra un aumento rispetto agli 800 euro previsti finora dal Bonus Mamma Domani.

Il pagamento non dovrebbe essere effettuato direttamente a uno dei genitori, ma probabilmente mediante una carta ricaricabile da utilizzare per le spese legate ai neonati. Sebbene i dettagli siano ancora da confermare, si ritiene che il beneficio sia riservato ai nuovi nati nel 2025, inclusi i casi di adozione e affido, e destinato a famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro.

Il testo definitivo della Manovra fornirà le indicazioni di dettaglio.

Carta dedicata a te

Le famiglie a basso reddito, con ISEE fino a 15.000 euro, potranno continuare a ricevere la Carta Dedicata a Te. Anche se inizialmente prevista per scadere nel 2024, questa Social Card sarà nuovamente finanziata per il prossimo anno. Tuttavia, esiste il rischio che i fondi stanziati (500 milioni) non siano sufficienti a garantire il contributo una tantum di 500 euro come in passato.

L’importo potrà essere utilizzato esclusivamente per l'acquisto di carburante, abbonamenti ai mezzi pubblici e spesa alimentare.

Bonus asilo nido

Il Bonus asilo nido viene potenziato, sia per l’iscrizione dei bambini più piccoli agli asili pubblici che a quelli privati. L’importo varia in base all'Isee e può raggiungere fino a 3.600 euro all’anno per le famiglie con un reddito annuale inferiore a 25.000 euro.

Il Bonus dovrebbe includere una maggiore platea di beneficiari, grazie all’esclusione dell’Assegno Unico dal calcolo dell’ISEE.

I contributi si differenziano in base al reddito:

  • con ISEE fino a 25.000,99 euro spettano fino a 3.000 euro annui,
  • con ISEE tra 25.001 e 40.000 euro spettano fino a 2.500 euro annui,
  • con ISEE fino a 40.000 euro spettano fino a 1.500 euro annui.

Per le famiglie con nuovi nati e un altro figlio sotto i 10 anni, il contributo massimo arriva fino a 3.600 euro con ISEE sotto i 40.000 euro.

Congedo parentale e agevolazioni per le madri

Il congedo parentale per i genitori lavoratori dipendenti è stato implementato, offrendo un'indennità pari all'80% della retribuzione per un massimo di tre mesi. Questo beneficio può essere richiesto entro i primi sei anni dalla nascita del bambino.

Il testo prevede l'aggiunta di un ulteriore mese di congedo parentale retribuito all'80%, presumibilmente seguendo le stesse modalità e requisiti in vigore l'anno scorso.

Attualmente, non è chiaro se sarà confermato lo sgravio contributivo di 3.000 euro all'anno per le madri con due figli. La Manovra dello scorso anno lo considerava valido solo fino al 2024, prevedendo, dal 2025, tale beneficio solo per le dipendenti con almeno tre figli.

Tuttavia, secondo le ultime anticipazioni, è attesa una conferma e un'estensione della misura anche per le lavoratrici autonome nel 2024.

“Nuovo” bonus ristrutturazione

Il bonus ristrutturazioni per la prima casa resterà al 50% almeno fino al 2025. L’aliquota, che avrebbe dovuto scendere al 36% a partire da gennaio del prossimo anno, sarà prorogata di un anno grazie alla decisione del Consiglio dei ministri. Tuttavia, la proroga riguarderà solo i lavori di ristrutturazione per le prime case, mantenendo la detrazione distribuita su 10 anni. La possibilità di mantenere il bonus al 50% era stata anticipata dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, che aveva dichiarato: “Penso che si possa fare, compatibilmente con le risorse”. Per le seconde case, invece, il bonus ristrutturazioni sarà confermato con una detrazione ridotta al 36%, come già previsto.

Inoltre, si prevede un aggiornamento delle rendite catastali per gli edifici che hanno beneficiato del Superbonus, e il governo intende intensificare la ricerca delle cosiddette “case fantasma”, ossia immobili esistenti ma non denunciati al Catasto.

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