Garanzie procedurali per minori indagati o imputati nei procedimenti penali: la relazione della Commissione UE sull'attuazione della direttiva (UE) 2016/800

Lorenzo Salazar
06 Novembre 2024

La relazione della Commissione europea al Parlamento europeo e al Consiglio riguarda l'attuazione della direttiva (UE) 2016/800 sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati nei procedimenti penali. Sebbene la direttiva abbia apportato progressi significativi nel garantire l'accesso alla giustizia per i minori nell'UE, ci sono ancora lacune nell'attuazione in alcuni Stati membri, specialmente riguardo al diritto all'informazione, all'assistenza legale e alle modalità di trattamento durante la privazione della libertà.

Il 24 ottobre scorso la Commissione europea ha pubblicato la propria relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione della direttiva (UE) 2016/800, dell'11 maggio 2016, sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati nei procedimenti penali.

Si tratta dell'ultima relazione ancora mancante sull'implementazione delle sei direttive sino a oggi adottate in materia di diritti procedurali e segnatamente, oltre alla già citata Direttiva 2016/800, la Direttiva 2010/64/UE sul diritto all'interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali, la Direttiva 2012/13/UE sul diritto all'informazione nei procedimenti penali, la Direttiva 2013/48/UE relativa al diritto di avvalersi di un difensore nel procedimento penale e nel procedimento di esecuzione del mandato d'arresto europeo, al diritto di informare un terzo al momento della privazione della libertà personale e al diritto delle persone private della libertà personale di comunicare con terzi e con le autorità consolari, la Direttiva (UE) 2016/343 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali  e la Direttiva (UE) 2016/1919 sull'ammissione al patrocinio a spese dello Stato per indagati e imputati nell'ambito di procedimenti penali e per le persone ricercate nell'ambito di procedimenti di esecuzione del mandato d'arresto europeo.

La relazione fa stato di come la direttiva abbia consentito di compiere progressi considerevoli per ciò che riguarda la garanzia della parità di accesso alla giustizia in tutta l'UE per una delle categorie più vulnerabili di indagati e imputati. Il suo potenziale impatto positivo si estenderebbe non soltanto al rafforzamento della fiducia reciproca tra gli Stati membri nei rispettivi sistemi giudiziari, ma anche alla prevenzione delle recidive e alla promozione della riabilitazione sociale e del reinserimento dei minori.

Tuttavia, la relazione evidenzia anche diversi aspetti di mancata implementazione in alcuni Stati membri anche in relazione a disposizioni chiave della direttiva in particolare per quanto concerne il recepimento di alcune tra le sue norme fondamentali, tra cui il diritto all'informazione, quello all'assistenza di un difensore, e quelle in materia di emissione dei mandati di arresto e di trattamento in caso di privazione della libertà personale. Altre criticità riscontrate hanno riguardato l'implementazione dell'articolo 6 della direttiva in particolare per quanto riguarda le norme sul rinvio dell'interrogatorio del minore al fine di attendere l'arrivo di un difensore e il diritto di incontrare e consultare un legale prima dell'interrogatorio stesso. A tale riguardo la Commissione risulta avere già avviato diverse procedure di infrazione nei confronti di alcuni Stati membri, riservandosi anche, per il futuro di adottare nuove iniziative per garantire il rispetto delle disposizioni della direttiva in tutti gli Stati membri.