Direttiva “whistleblowing”: cinque Stati membri condannati per inadempimento
11 Marzo 2025
Cinque Stati membri sono condannati al pagamento di sanzioni pecuniarie per la mancata trasposizione della direttiva sulla protezione degli informatori. Con distinti ricorsi, la Commissione aveva chiesto alla Corte di dichiarare che, non avendo adottato le disposizioni necessarie per conformarsi alla direttiva «whistleblowing» (Direttiva (UE) 2019/1937, del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione) e, in ogni caso, non avendo comunicato tali disposizioni alla Commissione, la Germania, il Lussemburgo, la Repubblica ceca, l'Estonia e l'Ungheria sono venuti meno agli obblighi su di essi incombenti in forza di tale direttiva. Essa ha inoltre chiesto di imporre a tutti tali Stati membri sanzioni finanziarie sotto forma di somme forfettarie mentre, per quanto riguarda l'Estonia, già oggetto di una precedente procedura di infrazione al riguardo, la Commissione aveva chiesto alla Corte di infliggerle anche una penalità. La Corte ha accolto tutte tali richieste e, dopo aver sottolineato in motivazione l'importanza della trasposizione di tale direttiva in ragione dell'elevato livello di protezione da essa accordato agli informatori che segnalano una violazione del diritto dell'Unione, ha condannato tutti gli Stati a pesanti sanzioni. Il testo integrale delle sentenze può leggersi qui: curia.europa.eu_C-149/23; curia.europa.eu_C-150/23; curia.europa.eu_C-152/23; curia.europa.eu_C-154/23; curia.europa.eu_C-155/23. |