Osservatorio sulla Cassazione – Maggio 2016

La Redazione
10 Giugno 2016

Torna l'appuntamento con l'Osservatorio, una selezione delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese scorso.

FALLIMENTO

Dichiarazione di fallimento - notifica

Cass. Civ. – Sez. I, 20 maggio 2016, n. 10525, sent.

La notifica della sentenza che rigetta il reclamo avverso la pronuncia dichiarativa di fallimento, effettuata ai sensi dell'art. 18, comma 13, l. fall. dal cancelliere mediante posta elettronica certificata (PEC), è idonea a far decorrere il termine breve per l'impugnazione in Cassazione ai sensi del successivo comma 14, non ostandovi il nuovo testo dell'art. 133, comma 2, c.p.c., come novellato dal D.L. n. 90/2014, conv. in L. n. 114/2014.

Fallimento in estensione – società di fatto

Cass. Civ. – Sez. I, 20 maggio 2016, n. 10507, sent.

Nel caso in cui venga accertata l'insolvenza di una società di fatto nella quale uno o più soci illimitatamente responsabili siano costituiti da società di capitali, il fallimento di quest'ultime costituisce una conseguenza ex lege prevista dall'art. 147, comma 1, l. fall. senza che sia necessario l'accertamento della loro specifica insolvenza.

Azione revocatoria – onere della prova

Cass. Civ. – Sez. VI-3, 20 maggio 2016, n. 10396, ord.

Il creditore che eserciti l'azione revocatoria deve necessariamente individuare il credito che gli assegna tale posizione indicandone la fattispecie costitutiva. Se questa non risulta individuata nei suoi fatti storici, la domanda si deve considerare nulla per violazione dell'art. 163, n. 3, c.p.c. Il giudice deve rilevare tale nullità ed ordinarne il rinnovo se uno dei convenuti litisconsorti necessari, il debitore o il terzo non si siano costituiti e ordinarne l'integrazione se invece si siano costituiti.

Fallimento – consecuzione di procedure

Cass. Civ. – Sez. I, 18 maggio 2016, n. 10170, sent.

Gli elementi rilevati dal curatore nella relazione ex art. 33, l. fall., possono essere utilizzati per accertare lo stato di insolvenza alla data della dichiarazione di fallimento. Infatti, nel giudizio di reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento l'accertamento dello stato di insolvenza va compiuto con riferimento alla data della dichiarazione di fallimento, ma può fondarsi anche su fatti diversi da quelli in base ai quali il fallimento è stato dichiarato, purché anteriori alla pronuncia, anche se conosciuti successivamente in sede di gravame e desunti da circostanze non contestate dello stato passivo.

Coadiutore del curatore - compenso

Cass. Civ. – Sez. I, 12 maggio 2016, n. 9781, sent.

Laddove la curatela fallimentare si sia avvalsa dell'attività di un consulente del lavoro per provvedere agli adempimenti connessi alla gestione del personale durante il periodo di esercizio provvisorio dell'azienda fallita, la congruità del compenso erogato rispetto al lavoro svolto non deve essere valutata con riferimento alle tariffe professionali, ma a quelle giudiziali in base alle quali si liquidano gli oneri spettanti ai coadiutori.

Opposizione al passivo – insinuazione tardiva

Cass. Civ. – Sez. I, 11 maggio 2016, n. 9618, sent.

L'ammissione ordinaria e quella tardiva al passivo fallimentare sono fasi di uno stesso accertamento giurisdizionale, conseguentemente, rispetto alla decisione sull'insinuazione tardiva di credito, le pregresse decisioni riguardanti l'insinuazione ordinaria hanno valore di giudicato interno. Il credito di cui si chiede l'insinuazione tardiva deve dunque essere diverso, in termini di petitum e causa petendi, da quello fatto valere nell'insinuazione ordinaria, fermo restando che a caratterizzare una domanda come nuova non è sufficiente il dato quantitativo, né una diversa connotazione del medesimo credito.

Sospensione feriale dei termini – insinuazione al passivo

Cass. Civ. – Sez. I, 4 maggio 2016, n. 8792, ord. interlocutoria

Vengono rimessi gli atti al Primo Presidente, affinché valuti l'opportunità che la Corte di Cassazione pronunci a Sezioni Unite, sulla questione dell'assoggettabilità o meno al regime della sospensione feriale dei termini processuali dei giudizi aventi ad oggetto l'insinuazione allo stato passivo del fallimento di crediti nascenti dal rapporto di lavoro.

CONCORDATO PREVENTIVO

Classi di creditori – voto sulla proposta

Cass. Civ. – Sez. I, 25 maggio 2016, n. 10819, sent.

L'attuale formulazione dell'art. 177 l. fall., novellato con la finalità di fugare ogni dubbio in tema di operazioni di voto sulla proposta concordataria, disponendo che, ove siano previste diverse classi di creditori, il concordato è approvato se tale maggioranza si verifica inoltre nel maggior numero di classi, rende palese che in caso di risultato paritario del voto per classi la maggioranza non è raggiunta.

Obbligazioni funzionali alla procedura - prededuzione

Cass. Civ. – Sez. I, 16 maggio 2016, n. 9995, sent.

Nel caso di obbligazioni assunte dal debitore prima del decreto di ammissione al concordato preventivo, per godere del rango prededucibile di cui all'art. 111 l. fall. nel successivo fallimento, la loro “funzionalità” deve necessariamente trovare esposizione già nel piano analitico allegato alla proposta ai sensi dell'art. 161, comma 2, lett. e), l. fall. con l'indicazione “debiti della massa”, in modo da consentire ai creditori ammessi al voto di valutare ragionevolmente la loro convenienza e di formulare una prognosi sulle possibilità di adempimento.

Revoca dell'ammissione – atti di frode

Cass. Civ. – Sez. I, 5 maggio 2016, n. 9027, sent.

L'accertamento ad opera del commissario giudiziale di atti di occultamento o dissimulazione dell'attivo, della dolosa omissione della denuncia di uno o più crediti, dell'esposizione di passività insussistenti o della commissione di altri atti di frode da parte del debitore, determina la revoca dell'ammissione al concordato preventivo, a prescindere dal voto espresso dai creditori in adunanza e, quindi, anche nell'ipotesi in cui i medesimi siano stati resi edotti di quell'accertamento.

REATI CONCORSUALI

Bancarotta - amministratore di fatto

Cass. Pen. – Sez. V, 27 maggio 2016, n. 22496, sent.

Ai sensi dell'art. 2639 c.c., la responsabilità per i reati previsti dal Titolo XI del Libro V del Codice Civile è estendibile all'amministratore di fatto, non già come extraneus bensì come intraneus cioè come diretto destinatario della norma, la cui responsabilità prescinde da quella del soggetto qualificato.

Bancarotta fraudolenta – oggetto della distrazione

Cass. Pen. – Sez. V, 13 maggio 2016, n. 20108, sent.

La disponibilità dei titoli e valori conferiti dai fiducianti, al pari di ogni altro bene patrimoniale, si considerano oggetto di bancarotta fraudolenta, in quanto a seguito di fallimento si attribuiscono al patrimonio d'impresa, oltre ai diritti nascenti da rapporti suscettibili di valutazione economica, tutti i beni che hanno fatto capo all'imprenditore nella gestione della sua attività, e pertanto quelli di cui ha avuto il possesso.

Bancarotta semplice – circostanze attenuanti

Cass. Pen. – Sez. V, 18 maggio 2016, n. 20695, sent.

Ai fini della sussistenza della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità, prevista dall'art. 218, comma 3, l. fall., non rileva l'ammontare del passivo ma la differenza che la mancanza dei libri o delle scritture contabili ha determinato nella quota complessiva dell'attivo da ripartire tra i creditori, avendo riguardo al momento della consumazione del reato.