Comunicazione tentata più volte dalla Cancelleria senza andare a buon fine: causa rinviata a nuovo ruolo

Redazione scientifica
06 Maggio 2016

Se manca un indirizzo di posta certificata, nel rispetto della normativa concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici, e salvo che la legge disponga diversamente, tutte le comunicazioni devono essere trasmesse a mezzo telefax.

Con ordinanza interlocutoria n. 8623/2016 depositata in cancelleria il 2 maggio, la Suprema Corte rinvia la causa a nuovo ruolo.

Il caso. La ricorrente adisce la Cassazione contro la Prefettura e il Comune di Modena avverso la sentenza del Tribunale. Rilevato che la stessa, nel proporre ricorso, non abbia eletto domicilio in Roma e che il difensore abbia dichiarato di voler ricevere ogni comunicazione alla utenza telefax, ne risulta che quest'ultima sia stata tentata due volte dalla Cancelleria della Corte, precisamente il 9 e l'11 febbraio, senza però produrre alcun risultato.

Il disposto dell'art. 366 c.p.c.. Ai sensi dell'art. 366, comma 2 del c.p.c., «se il ricorrente non ha eletto domicilio a Roma ovvero non ha indicato l'indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio ordine, le notificazioni gli sono fatte presso la Cancelleria della Corte di Cassazione». Escluso che l'avviso di udienza potesse essere comunicato alle parti a mezzo di posta elettronica certificata, essendo questa modalità di comunicazione divenuta operante, nel giudizio di Cassazione, solo a partire dal 15 febbraio, si deve concludere che la comunicazione dovesse avvenire tramite fax. Essendo stata tentata quest'ultima due volte dalla Cancelleria nelle date di cui sopra, in un momento evidentemente non idoneo a consentire l'effettuazione della comunicazione nei 20 giorni precedenti all'udienza, deve ritenersi che nel caso specifico non sia avvenuta una rituale comunicazione dell'avviso di udienza. E ciò comporta dunque la necessità di rinviare la causa a nuovo ruolo.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it

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