Spese straordinarie per i figli: no all'assegno onnicomprensivo

Marta Rovacchi
10 Settembre 2015

Il tema affrontato dalla Suprema Corte è quello delle spese straordinarie per i figli che è noto essere sovente causa di conflitti e dispute tra i coniugi, anche successivamente ad un accordo separativo. Non avendo, infatti, il legislatore provveduto a qualificarle specificatamente né sotto il profilo giuridico né sotto quello sostanziale, la regolamentazione della distribuzione e della caratterizzazione delle stesse è da sempre affidata alla prassi ed ai protocolli...
Massima

La soluzione di stabilire in via forfettaria ed aprioristica ciò che è imponderabile ed imprevedibile, introduce nell'individuazione del contributo in favore della prole una sorta di alea incompatibile con i principi che regolano la materia.

Il caso

Una madre adisce la Suprema Corte avverso il provvedimento della Corte d'Appello de l'Aquila che aveva confermato che l'assegno a carico del padre a titolo di mantenimento del figlio minore dovesse consistere in € 750,00 mensili onnicomprensivi.

La ricorrente, oltre a lamentare l'insufficiente quantificazione del contributo di mantenimento a carico del padre, considerate le sue elevate capacità economiche ed il suo alto tenore di vita, eccepisce l'indebita inclusione delle spese straordinarie nell'importo dell'assegno stabilito in misura fissa in quanto modalità contraria all'interesse e alle esigenze del minore stesso.

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, accoglie il ricorso della signora attraverso una serie di considerazioni che appaiono degne di nota.

La questione

Il tema affrontato dalla Suprema Corte è quello delle spese straordinarie per i figli che è noto essere sovente causa di conflitti e dispute tra i coniugi, anche successivamente ad un accordo separativo.

Non avendo, infatti, il legislatore provveduto a qualificarle specificatamente né sotto il profilo giuridico né sotto quello sostanziale, la regolamentazione della distribuzione e della caratterizzazione delle stesse è da sempre affidata alla prassi ed ai protocolli vigenti in ciascuna circoscrizione dei Tribunali virtuosi che si sono dotati, appunto, di linee guida in materia.

La sentenza in esame interviene a fornire un utile chiarimento circa una tendenza piuttosto diffusa negli anni passati, consistente nel ricomprendere nell'assegno di mantenimento a titolo di contributo al mantenimento dei figli minori in sede di separazione, anche le spese straordinarie.

Lo scopo di tale inclusione corrisponde, sovente, allo scopo di evitare i futuri conflitti in ordine all'asserito mancato accordo circa dette spese straordinarie ed alla conseguente difficoltà del genitore di recuperare dall'altro gli importi anticipatamente sborsati a titolo di spese straordinarie.

Le soluzioni giuridiche

Il dato di partenza dal quale la Corte prende le mosse consiste nella definizione di spese straordinarie, dovendosi intendere, per esse, quelle che per la loro rilevanza e imponderabilità, esulano dall'ordinario regime di vita dei figli. La loro inclusione in via forfettaria nell'ammontare dell'assegno ordinario di mantenimento può rivelarsi in contrasto con il principio di proporzionalità sancito dalla legge.

Poiché, infatti, è normativamente previsto che l'assegno di mantenimento dei figli corrisponda ad un criterio di adeguatezza, la soluzione della forfettazione delle spese straordinarie potrebbe privare la prole delle cure e degli apporti necessari, con il conseguente pregiudizio che i minori subirebbero.

Pertanto, sancisce la Cassazione, la soluzione di stabilire aprioristicamente in via forfettaria l'importo di ciò che, in realtà, è imprevedibile e incalcolabile, introduce nell'individuazione del contributo in favore della prole una sorta di alea incompatibile con i principi che regolano la materia a tutela morale e materiale dei minori.

A ben vedere, nel caso esaminato dalla sentenza de qua, la legittima doglianza della moglie in ordine alla inadeguatezza del contributo forfettario, comprensivo delle spese straordinarie, a carico del padre, si fondava sulla relazione tra le elevate capacità economiche e patrimoniali del genitore, rapportate alle scarse capacità contributive della madre, tale da rendere l'assegno onnicomprensivo del tutto inadeguato a consentire al minore di godere dello stesso tenore di vita goduto nella famiglia di origine.

Tenuto conto anche di questi fattori, dunque, i giudici della Suprema Corte hanno ritenuto che l'inclusione delle spese straordinarie nell'ammontare fisso dell'assegno, può risultare come in questo caso, in contrasto con il principio di proporzionalità e adeguatezza del mantenimento, con conseguente pregiudizio della prole stessa.

Ne è conseguita la “bocciatura” da parte della Cassazione della ricomprensione delle spese straordinarie per i figli minori nell'assegno di mantenimento in via forfettaria.

Osservazioni

Nonostante meriti un plauso, a parere di chi scrive, la decisione della Suprema Corte che ha dimostrato di concretizzare il diritto del minore a godere di una bigenitorialità equilibrata e garantita sia sotto il profilo morale che quello materiale, non è detto che in alcuni casi, l'inclusione delle spese straordinarie dei figli minori nell'assegno di mantenimento “ordinario” sia, invece, frutto di una scelta opportuna e utile ad abbassare la conflittualità, oltre che, al contempo, tutelante gli interessi del minore.

Si pensi, ad esempio, ai casi in cui le spese scolastiche (asilo, tasse, attività sportive) siano preventivamente determinabili sia sotto l'aspetto quantistico che temporale: il loro esatto calcolo, incluso nell'assegno ordinario, talvolta può preventivamente evitare, in presenza di elevata conflittualità o di fondati sospetti di adempimento, successive cause giudiziarie per il recupero di quanto interamente anticipato da uno dei due genitori.

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