Ricerca sugli embrioni: per la Corte costituzionale è il Legislatore che deve decidere
15 Aprile 2016
Il caso. Una coppia di coniugi si sottoponeva ad un trattamento di procreazione medicalmente assistita. Venivano crioconservati 9 embrioni, con l'intento di destinarli, essendo gli stessi inutilizzabili, alla ricerca scientifica connessa alla patologia da cui la stessa coppia era affetta. Il giudice a quo sollevava questione di illegittimità costituzionale in riferimento alla l. 40/2004. Nel dettaglio, riteneva incostituzionali il divieto assoluto di ricerca sugli embrioni e l'impossibilità di revoca del consenso dopo la fecondazione dell'ovulo (questione superata dal fatto che la coppia ha deciso di proseguire la PMA con il decimo embrione).
Spetta all'assemblea popolare decidere. La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili le questioni. Invero, ad oggi, il dibattito sulle problematiche sollevate dal Tribunale di Firenze divide fortemente giuristi, scienziati, medici e società civile. Non è infatti facile pervenire ad perfetto bilanciamento tra la tutela dell'embrione, il diritto alla dignità e il diritto della scienza. Pertanto la Consulta, rilevato che la scelta tra gli interessi in gioco comporti un elevato grado di discrezionalità, ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso, riconoscendo nel Legislatore l'unico organo competente a valutare le opportunità in ordine:
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