Revocazione della donazione per sopravvenienza di figli: l’interesse tutelato è quello del donante

22 Marzo 2017

La revocazione della donazione per sopravvenienza di figli di cui all'art. 803 c.c. risponde all'esigenza di permettere al donante di riconsiderare l'opportunità della donazione a fronte della sopravvenienza del figlio, in funzione degli obblighi di mantenimento, istruzione ed educazione, che derivano da tale evento.

I presupposti delle revocazione per sopravvenienza di figli. Con la pronuncia in commento la Corte di Cassazione ha occasione di approfondire interessanti aspetti in tema di revocazione della donazione per sopravvenienza di figli. La vicenda sottesa alla sentenza in esame trae spunto dalla domanda di revoca della donazione di un immobile effettuata in favore dei figli del donante in ragione della nascita di un altro figlio, nato dall'unione con un'altra donna. Tanto in primo grado, quanto in appello, in giudici di merito rigettavano al domanda di revoca, disattendendo la domanda attorea e rigettando la prospettata questione di illegittimità costituzionale dell'art. 803 c.c. con riguardo all'interpretazione sottesa a tale ultima disposizione normativa secondo cui la revocazione presuppone l'assenza di figli all'epoca della liberalità. Rilevava la Corte di merito che la circostanza che la legge esiga il duplice presupposto dell'assenza di figli all'epoca della donazione e della sopravvenienza di un figlio o di un discendente legittimo, risponde alla finalità di assicurare un equo bilanciamento degli interessi dei soggetti coinvolti, ivi inclusi quelli del donatario che non può essere sacrificato per il solo fatto di avere beneficiato della donazione.

Sopravvenienza di figli e assenza di figli all'epoca della donazione. Con un unico motivo di ricorso veniva impugnata la sentenza di merito denunciando la violazione degli artt. 803 e 804 c.c. ed il mancato accoglimento della questione di legittimità costituzionale, rilevando sul punto che l'interpretazione che subordina la revocazione alla mancanza di figli al momento della donazione contrasterebbe con gli artt. 3 e 30 Cost.. La Corte disattende il motivo di ricorso ritenendo non meritevoli le denunzie di illegittimità costituzionale delle norme in tema di revocazione delle donazioni.
Afferma sul punto la sentenza in commento che la ratio della revocazione per sopravvenienza di figli deve essere individuata nell'esigenza di consentire al donante di riconsiderare l'opportunità dell'attribuzione già disposta a fronte della sopravvenuta nascita di un figlio o della sopravvenuta conoscenza della sua esistenza (Cass. n. 6761/2012 e Corte Cost. n. 250/2000). Tale esigenza si pone in quanto con l'instaurazione di un nuovo rapporto di filiazione sorgono in capo al genitore donante nuovi doveri di mantenimento, istruzione ed educazione per il cui adempimento egli deve poter disporre di mezzi adeguati. Proprio a tal fine il legislatore consente al donante di valutare se per la sopravvenienza di figli e per l'adempimento dei menzionati doveri sia necessario recuperare le precedenti attribuzioni patrimoniali, al fine di tutelare l'interesse del genitore donante di soddisfare le esigenze fondamentali dei figli.

Interesse del donante e interesse dei figli nella revocazione. Da tale ultima considerazione, la Corte trae l'ulteriore conclusione per cui l'individuazione dell'interesse tutelato in quello dello stesso donante a poter fruire di un'opportunità di rivalutare, sebbene alla luce di un evento sopravvenuto, il proprio operato negoziale ed il compimento di atti dispositivi de proprio patrimonio a cui non sia conseguito alcun arricchimento, la previsione di un meccanismo che consente la perdita di efficacia della donazione non già in via automatica ed il fatto che per effetto della revocazione il bene donato rientra nella piena disponibilità del donante, senza incrementare il patrimonio dei figli sopravvenuti, inducono a ritenere che la norma non tuteli direttamente l'interesse dei figli, ma solo in via mediata ed eventuale. Su tali presupposti, la Corte ribadisce quindi l'interpretazione tradizionale in tema di presupposti della revocazione della donazione per sopravvenienza di figli, la quale richiede che il donante, al tempo dell'atto di liberalità, non avesse figli o non sapesse di avere figli.

*Fonte www.dirittoegiustizia.it

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