Appello avverso le sentenze rese dal giudice di pace. Termini ad impugnare

Qual è il termine ad impugnare una sentenza resa dal giudice di pace?

I termini possono essere due: quindici o trenta giorni.

Il primo (quindici giorni) si applica alle sentenze con motivazione contestuale.

Il secondo (trenta giorni) a tutte le altre sentenze, quale che sia il termine di effettivo deposito.

Infatti, le norme sulla competenza penale del giudice di pace non prevedono la possibilità per il giudice di riservarsi un termine per il deposito della motivazione superiore a 15 giorni (art. 32, comma 4,d.lgs. 274/2000).

In casi simili, cioè quando il giudice non abbia indicato un termine per il deposito della motivazione, si presume ex lege che vi provvederà nel termine di 15 giorni.

Ai fini del termine ad impugnare è, invece, irrilevante che il giudice non osservi il termine di legge e depositi, per esempio, oltre il quindicesimo giorno: l'appello andrà proposto comunque entro trenta giorni dalla notifica dell'avviso di deposito.

L'appello andrà proposto sempre entro trenta giorni anche nel caso in cui il giudice di pace abbia indebitamente fissato un termine per il deposito maggiore di quello di quindici giorni concessogli per legge. Anche in questo caso, il termine ad impugnare sarà di trenta giorni decorrenti dalla notifica dell'avvio di deposito. Ciò in virtù di una regola che vale, in generale, per tutte le sentenze da chiunque pronunciate. Sin dall'arresto a Sezioni unite (Cass. pen., Sez. un., 30 aprile 1997, n. 5878) è infatti chiaro che, qualora il giudice ritardi il deposito della motivazione della sentenza senza aver indicato un termine nel dispositivo letto in udienza, ai sensi dell'art. 544, comma 3, c.p.p. l'impugnazione andrà comunque proposta entro trenta giorni dalla data di notificazione o di comunicazione dell'avviso di deposito. A fortiori nel caso delle sentenze rese dal giudice di pace che, come abbiamo visto, non ha la possibilità di riservare il deposito della motivazione oltre i trenta giorni.