Sentenza sul terremoto de L’Aquila: lo statuto della colpa per la Corte di cassazione
11 Aprile 2016
Dopo l'udienza del 19 novembre 2015, in data 24 marzo 2016 la quarta Sezione della Corte di cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza sul terremoto de L'Aquila (n. 12478). La decisione si segnala non soltanto per la rilevanza dei fatti sottesi ma, soprattutto, per la sua ampiezza argomentativa e per la non comune capacità ricostruttiva del panorama dottrinale e giurisprudenziale sulla colpa, tanto da potersi davvero discorrere di una decisione didascalica in materia, vero punto di riferimento per gli studiosi (ne costituisce riprova la circostanza, invero non comune, che siano stati individuati ben due relatori per la stesura delle motivazioni). Il caso è noto: la Commissione Grandi Rischi, riunitasi il 31 marzo 2009, era stata accusata di aver svolto una valutazione dei rischi connessi all'attività sismica decisamente approssimativa ed inefficace, tale da non sollecitare il doveroso stato di allarme in capo alla popolazione (la quale, diversamente da quanto auspicabile, rimaneva chiusa in casa durante l'evento sismico del 6 aprile 2009 trovando la morte per impossibilità di rapida fuga dalle abitazioni). Il tema della cooperazione colposa, peraltro in un'attività tecnico-valutativa di organi della pubblica amministrazione, viene scandagliato dalla suprema Corte con dovizia di argomentazioni, muovendosi con autonomia nel solco tracciato dalle non conformi pronunce di merito (laddove, come è noto, la Corte d'appello aveva provveduto ad una riqualificazione dei fatti contestati, con conseguente pronuncia assolutoria in favore di quasi tutti gli imputati) e tracciando decisive linee ricostruttive con riguardo all'individuazione delle regole cautelari violate e dei connessi profili di prevedibilità ed evitabilità degli eventi lesivi. |