Dichiarazioni rese dall'indagato in sede di presentazione spontanea davanti all'autorità giudiziaria ex art. 374 c.p.p.
25 Agosto 2015
Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato nella fase delle indagini preliminari, ex art. 374 c.p.p., hanno efficacia interruttiva della prescrizione?
Sì. La Corte Suprema di cassazione, a Sezioni unite penali, ha stabilito che le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato nella fase delle indagini preliminari debbono considerarsi equiparate all'interrogatorio, al fine della interruzione della prescrizione, in costanza di una duplice condizione: che siano rese all'autorità giudiziaria (e non, dunque, alla polizia giudiziaria) ed in esito a contestazione del fatto per cui si procede. Per la Suprema Corte, dalla formulazione delle norme di cui all'art. 374, commi 1 e 2, risulta evidente che in caso di spontanea presentazione dell'indagato, qualora gli siano contestati i fatti per cui si procede, le sue dichiarazioni equivalgono, ad ogni effetto, all'interrogatorio. Considerato, allora, che l'interrogatorio reso davanti al pubblico ministero o al giudice rientra nell'elenco tassativo degli atti aventi efficacia interruttiva del corso della prescrizione, di cui all'art. 160 c.p., ne deriva che le dichiarazioni spontanee dell'indagato, rese in presenza della suddetta duplice condizione, dispiegano efficacia interruttiva del corso della prescrizione (Cass.pen., Sez. un., 6 febbraio 2014, n. 5838).
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