Incidenti stradali “cross-border”: azione diretta contro il mandatario?

06 Ottobre 2015

In materia di sinistri stradali occorsi all'estero ed azione diretta esercitata in Italia dal danneggiato ivi residente il «mandatario per la liquidazione del sinistri» di cui all'art. 152 Cod. Ass. è un mandatario con rappresentanza ex lege dell'assicuratore del responsabile. Il mandatario, di conseguenza, può agire ed essere convenuto in giudizio in nome e per conto del mandante, nel rispetto delle regole sulla giurisdizione e sulla competenza, per ottenere una sentenza eseguibile nei confronti del mandante.
Massima

In materia di sinistri stradali occorsi all'estero ed azione diretta esercitata in Italia dal danneggiato ivi residente il «mandatario per la liquidazione del sinistri» di cui all'art. 152 Cod. Ass. è un mandatario con rappresentanza ex lege dell'assicuratore del responsabile. Il mandatario, di conseguenza, può agire ed essere convenuto in giudizio in nome e per conto del mandante, nel rispetto delle regole sulla giurisdizione e sulla competenza, per ottenere una sentenza eseguibile nei confronti del mandante.

Il caso

Un ciclista italiano, residente in Italia, era stato investito in Spagna da un veicolo condotto da un cittadino iberico e garantito per la r.c.a. da un'assicurazione a sua volta spagnola. Il danneggiato aveva evocato in giudizio in Italia sia il conducente spagnolo che il mandatario dell'assicuratore straniero, tuttavia scontrandosi con il diniego, da parte dei giudici del merito, della legittimazione passiva di quest'ultimo. La Cassazione ha riformato la sentenza impugnata, affermando la sicura esperibilità dell'azione diretta nei confronti del mandatario.

La questione

In casi di questo tipo (sinistri occorsi in altro Stato membro dell'Unione Europea) il danneggiato “in transito” all'estero è legittimato ad attivare la propria tutela risarcitoria, fondata sull'azione diretta avverso l'assicuratore del responsabile civile, nel Paese in cui risiede. Questo diritto risale alla «Quarta direttiva assicurazione autoveicoli» (Dir. 2000/26/CE), confluita nella Dir. 2009/103/CE («direttiva di consolidamento»). In Italia il sistema ex «Quarta direttiva» fu recepito alla lettera con il D.lgs n. 190/2003, importato tale e quale negli artt. 151 - 155 Cod. Ass. (incidenti all'estero causati da veicoli assicurati) e artt. 296-301 Cod. Ass. (sinistri all'estero cagionati da veicoli non assicurati o non identificati).

Secondo questo sistema le persone lese all'estero, per esercitare l'azione diretta contro l'assicuratore straniero, non devono più necessariamente rivolgersi a quest'ultimo e/o coltivare l'azione nella giurisdizione estera (pur potendo optare per questa soluzione), ma hanno pure diritto a presentare le proprie pretese “a casa propria”.

A livello stragiudiziale la procedura liquidativa “domestica” si svolge nei confronti del «mandatario per la liquidazione dei sinistri» designato dall'impresa assicuratrice straniera.

Essa si snoda attraverso le seguenti tappe:

  1. il danneggiato, per individuare il mandatario, contatta il centro d'informazione, per l'Italia l'IVASS (art. 154 Cod. Ass.);
  2. questo centro, sulla base dei dati forniti, conferma l'assicurazione straniera coinvolta e indica il nominativo del rispettivo mandatario;
  3. il danneggiato invia la richiesta di risarcimento al mandatario (art. 152, comma 5, Cod. Ass.);
  4. «entro tre mesi dalla ricezione della richiesta» (sia per i danni a cose che per quelli alla persona) il mandatario, impiegando la lingua italiana, «comunica un'offerta di risarcimento motivata ovvero indica i motivi per i quali non ritiene di fare offerta» (art. 152 Cod. Ass.).

Fallita questa procedura, il danneggiato è legittimato ad agire giudizialmente in via diretta avverso l'assicuratore straniero dinanzi al proprio foro di residenza.

Tale forum actoris è fondato su due riferimenti normativi: art. 11, par. 2, Reg. (CE) 44/2001, sostituito, senza modificazioni, dall'art. 13, par. 2, Reg. (UE) 1215/2012 («Bruxelles I-bis»), operativo dal 10 gennaio 2015; ‘considerando' 32 della Dir. 2009/103/CE.

La Corte di Giustizia (CGCE, Sez. II, 13 dicembre 2007, C-463/06; CGCE, Sez. III, 17 settembre 2009, C-347/08) ha fugato ogni dubbio sulla sussistenza di tale forum actoris.

Ciò posto, la Cassazione ha affrontato il seguente problema: può il danneggiato, nell'esercitare l'azione diretta nel suo Paese di residenza, citare in giudizio il mandatario invece che l'assicuratore straniero?

Questa questione si pone in quanto a monte la norma comunitaria non è chiara: al ‘considerando' 15 della «Quarta Direttiva» (ora ‘considerando' 37, Dir. 2009/103/CE) il legislatore europeo aveva prospettato che «il mandatario per la liquidazione dei sinistri dovrebbe essere dotato di poteri sufficienti per rappresentare l'impresa di assicurazione nei confronti delle persone che hanno subito un danno in seguito a tali incidenti e per rappresentarla dinanzi alle autorità nazionali e, se necessario, dinanzi ai tribunali …»; sennonché l'art. 4 (ora art. 21, Dir. 2009/103/CE) si limitava a ritagliare in capo al mandatario un ruolo circoscritto alla sola fase stragiudiziale; pur stabilendo al para. 5 che «il mandatario per la liquidazione dei sinistri è dotato di poteri sufficienti a rappresentare l'impresa di assicurazione nei confronti delle persone lese nei casi di cui all'articolo 1 [sinistri transfrontalieri], e a soddisfare interamente le loro richieste di indennizzo», al para. 8 aveva precisato che «la nomina del mandatario per la liquidazione dei sinistri non costituisce di per sé l'apertura di una succursale ai sensi dell'art. 1, lett. b), Dir. 1992/49/CEE e il predetto mandatario non è considerato uno stabilimento ai sensi dell'art. 2, lett. c), Dir. 1988/357/CEE né uno stabilimento ai sensi della convenzione di Bruxelles, del 27 settembre 1968, relativa alla competenza giurisdizionale».

Anche la norma italiana di recepimento soffre dello stesso problema: il nostro legislatore si attenne alle sole indicazioni di cui all'art. 4 senza attribuire rilievo alle (apparentemente) più estese prospettive tracciate dal ‘considerando' 15; l'art. 152 Cod. Ass. non sancisce che il mandatario sia dotato di poteri per rappresentare in giudizio l'impresa straniera nelle azioni dirette dei danneggiati.

Le soluzioni giuridiche

La Cassazione non ha nutrito dubbi circa la possibilità di interpretare l'art. 152 Cod. Ass. nel senso che il «mandatario per la liquidazione del sinistri» è un mandatario con rappresentanza ex lege dell'assicuratore del responsabile, sicché può agire ed essere convenuto in giudizio in nome e per conto del mandante, nel rispetto delle regole sulla giurisdizione e sulla competenza, per ottenere una sentenza eseguibile nei confronti del mandante.

Osservazioni

La sentenza reca approfondite argomentazioni, tuttavia permane il dubbio che essa non si regga su una corretta interpretazione della norma di marca comunitaria.

Occorre premettere come la Corte UE (Spedition Welter GmbH c. Avanssur SA, CGUE, Sez. II, 10 ottobre 2013, C-306/12) sia già intervenuta ad interpretare le predette disposizioni (‘considerando' 15 insieme all'art. 4 «Quarta Direttiva»; ora ‘considerando' 37 insieme all'art. 21, par. 5, Dir. 2009/103/CE).

La Corte UE, rilevate le ambiguità dell'art. 21, par. 5, Dir. 2009/103/CE (essa «non precisa l'esatta portata dei poteri conferiti» al mandatario), ha ritenuto come gli obiettivi fossero chiari: «le vittime devono poter far valere nel proprio Stato membro di residenza il diritto al risarcimento nei confronti del mandatario per la liquidazione dei sinistri designato per tale Stato dall'impresa di assicurazione del responsabile», sicché «tra i poteri sufficienti ai fini della rappresentanza di cui deve disporre il mandatario per la liquidazione dei sinistri è ricompresa la procura a ricevere le notifiche degli atti giudiziari», altrimenti si priverebbe la norma di una delle sue finalità essenziali, cioè si obbligherebbe le vittime a gravose incombenze.

La Corte, quindi, è pervenuta alla seguente conclusione: la norma deve essere interpretata «nel senso che, tra i poteri sufficienti ai fini della rappresentanza di cui deve disporre il mandatario per la liquidazione dei sinistri, è ricompresa la procura a ricevere validamente la notifica degli atti giudiziari necessari ai fini dell'introduzione di un procedimento per risarcimento di un sinistro dinanzi al giudice competente».

Per il caso del mandatario, che non sia stato incaricato con atto negoziale alla ricezione di tale notifica e/o in capo al quale la normativa nazionale non individui una procura ex lege (questo, per es., anche il caso dell'Italia), la Corte si è così espressa: le disposizioni di diritto nazionale, che abbiano attuato testualmente l'art. 21, vanno interpretate conformemente al diritto UE, «nel senso che il mandatario incaricato della liquidazione dei sinistri è abilitato a ricevere la notifica degli atti giudiziari».

In pratica, la pronuncia Spedition impone la seguente interpretazione dell'art. 152 Cod. Ass.: il danneggiato italiano, che abbia subito un sinistro stradale all'estero, ha diritto a convenire in giudizio in Italia l'assicuratore straniero, notificandogli l'atto di citazione presso il suo mandatario.

Questi gli effetti positivi della sentenza Spedition:

  1. sono state eliminate complicazioni e incognite comportate dalla notificazione all'estero;
  2. i termini minimi a comparire di cui all'art. 163-bis, comma 1, c.p.c. si riducono da 150 a 90 gg., atteso che assume rilievo dirimente «il luogo della notificazione» (se in Italia od all'estero) e non già il fatto che il convenuto sia straniero;
  3. non occorre più procedere alla traduzione dell'atto introduttivo nella lingua dell'assicurazione straniera.

Ciò premesso, la Cassazione è andata oltre tale arresto della Corte UE: secondo la Cassazione la norma comunitaria e l'art. 152 Cod. Ass. sarebbero da interpretarsi nel senso di autorizzare il danneggiato a convenire direttamente in giudizio, quale legittimato passivo, il mandatario in nome e per conto del mandante.

Sennonché, l'interpretazione dell'art. 152 sembra doversi arrestare alla soluzione raggiunta dalla Corte UE, che, comunque, risolve tutte le problematiche comportate dalla notificazione all'estero.

Infatti, i giudici UE, nell'ampliare la portata della “procura passiva” dei mandatari alla ricevibilità delle notificazioni indirizzate alle loro mandanti, hanno precluso ulteriori scenari.

Nello specifico, la Corte UE ha aderito alle tesi della Spedition Welter in quanto queste, come rilevato dall'Avvocato Generale Cruz Villalón, limitavano gli effetti della procura al mandatario «alla notifica degli atti giudiziari» senza alterare «minimamente la condizione [dell'impresa assicuratrice straniera] quale parte convenuta né, tantomeno, i termini in cui la convenuta può esercitare i suoi diritti di difesa», cioè non svolgendo l'effetto di avere «ad oggetto la difesa in giudizio né una rappresentanza generica della convenuta [l'assicurazione straniera] dinanzi ai giudici» del foro di residenza della parte lesa.

A conferma si hanno i seguenti passaggi della sentenza Spedition: «come rilevato dall'avvocato generale […], risulta dai lavori preparatori delle direttive […], che il potere di rappresentanza esercitato da un assicuratore nello Stato di residenza della vittima doveva, secondo le intenzioni del legislatore, comprendere una procura a ricevere la notifica degli atti giudiziari, benché di portata limitata, dal momento che non doveva alterare le norme di diritto internazionale privato sull'attribuzione della competenza giurisdizionale» (§ 22); «Conseguentemente, ed entro tali limiti, tra i poteri sufficienti ai fini della rappresentanza di cui deve disporre il mandatario per la liquidazione dei sinistri è ricompresa la procura a ricevere le notifiche degli atti giudiziari» (§ 23).

L'Avvocato Generale aveva ricordato quanto segue:

  • nella Proposta della Commissione Europea del 1997 all'origine della «Quarta Direttiva» il potere di rappresentanza attribuito al mandatario assolveva alla primaria funzione di far sì che i suoi atti vincolassero l'assicuratore straniero nei riguardi della vittima (tra questi atti, per es., la formulazione o il diniego di offerte, la sottoscrizione di quietanze e di accordi transattivi);
  • sì la Proposta prevedeva anche che «il mandatario per la liquidazione dei sinistri è dotato di poteri sufficienti […] a rappresentare o, se necessario, far rappresentare l'impresa, in relazione [alle] richieste d'indennizzo, in giudizio […] e dinanzi alle autorità dello Stato membro nel cui territorio rappresenta l'assicuratore»; tuttavia in relazione alla rappresentanza in giudizio soltanto «compatibilmente con la convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968 concernente la competenza giurisdizionale»; a quest'ultimo proposito si specificava che «il testo non attribuisce competenza giurisdizionale allo Stato di residenza della vittima. […] Il fatto che il mandatario abbia il potere di rappresentare l'assicuratore “in giudizio” sarà quindi d'importanza pratica limitata, nel contesto della presente direttiva».

In pratica, la proposta della Commissione non alterava le norme sulla competenza giurisdizionale; il che, dato che la Convenzione di Bruxelles non contemplava la possibilità per il danneggiato di esercitare nel proprio Stato di residenza l'azione diretta avverso l'assicuratore straniero, significa una sola cosa: senz'altro la Commissione non aveva inteso riferirsi alla possibilità per il danneggiato di evocare in giudizio dinanzi al suo Stato di residenza il mandatario quale convenuto al posto dell'assicuratore straniero (neppure questo stesso ivi evocabile); anzi, l'aveva esclusa proprio richiamando i limiti discendenti dalla Convenzione di Bruxelles.

Per l'appunto, il potere del mandatario di rappresentare in giudizio l'impresa estera era destinato ad avere una «rilevanza pratica limitata» (potrebbe ipotizzarsi, quale esempio, una domanda di accesso agli atti od una controversia relativa alla validità della transazione intercorsa), soltanto in questa circoscritta prospettiva la rappresentanza assolvendo al fine di facilitare al danneggiato l'espletamento di determinate formalità del procedimento, tra le quali quelle della notificazione.

Quel che seguì a tale Proposta della Commissione è stato così riassunto dall'Avvocato Generale: «Durante la seconda lettura della proposta in seno al Parlamento europeo, la disposizione in parola è stata modificata. Il riferimento contenuto nell'articolo 3, paragrafo 5, alle «autorità dello Stato membro» è stato spostato nel preambolo. L'accordo cui sono pervenuti la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo appare riflesso in uno dei pareri della Commissione, in cui quest'ultima accetta di ritirare dal testo articolato il riferimento alle autorità giudiziarie, nell'interesse di evitare ogni eventuale modifica delle norme di diritto internazionale privato. […] Tale accordo è stato infine recepito nel testo definitivo della direttiva 2000/26».

Sulla base di tale esatta ricostruzione l'Avvocato Generale è pervenuto alle seguenti conclusioni (sposate poi dalla Corte): «dalla genesi della Dir. 2009/103 si evince che il mandato esercitato da un assicuratore nello Stato della vittima doveva, secondo le intenzioni del legislatore, comprendere una procura passiva ai fini della notifica degli atti giudiziari, benché di portata limitata. Analogamente, ed essendo consapevole degli effetti che tale funzione del mandatario poteva produrre sulla garanzia che la regola sulla competenza del foro del convenuto rappresentava per quest'ultimo, la Commissione, insieme al Parlamento europeo, si è preoccupata […] di assicurare che la procura passiva a fini di notifica non alterasse in nessun modo le norme comuni o speciali di diritto internazionale privato».

Dunque, né la sentenza Spedition, né la ratio legis, né l'interpretazione letterale e sistematica della disciplina comunitaria risultano validare le conclusioni raggiunte dalla Cassazione.

Ciò illustrato, diversamente da quanto paventato dalla Cassazione, non è vero che rimanendosi nel perimetro interpretativo tracciato dalla Corte UE (quindi negandosi la possibilità di evocare in giudizio il mandatario quale convenuto) si frustrerebbero gli obiettivi comunitari: la possibilità per la vittima di esercitare “a casa propria” l'azione diretta nei confronti dell'assicuratore straniero con notificazione dell'atto introduttivo del giudizio presso il mandatario garantisce esattamente i fini rilevati dalla Cassazione in seno alla Direttiva.

Anzi: la soluzione conforme alla pronuncia Spedition consente al danneggiato di conseguire una sentenza avverso il soggetto passivo dell'azione diretta individuato dalla disciplina comunitaria (l'assicuratore straniero); viceversa, la soluzione della Cassazione, che eppure mira a dare al danneggiato una «sentenza eseguibile nei confronti del mandante», è lungi dal poter far conseguire tale titolo, annoverando la condanna di una parte distinta dall'impresa assicuratrice estera.

Si concorda con la Suprema corte, ove ha rilevato che «l'eventuale sentenza di accoglimento della domanda attorea non potrà che essere eseguita nei confronti dell'impresa mandante, avendo il Mandatario la mera qualità di rappresentante»; sennonché la condanna del mandatario potrebbe incontrare degli ostacoli; infatti, alla luce dell'arresto della Corte UE, non fornisce particolari garanzie circa le prospettive di eseguire una siffatta condanna nella giurisdizione del mandante. Nulla esclude che quest'ultimo possa opporsi all'esecuzione a tale condanna: ex art. 45 Reg. (UE) 1215/2012 il diniego del riconoscimento del giudicato straniero può intervenire se risulti «manifestamente contrario all'ordine pubblico (ordre public) nello Stato membro richiesto», fattispecie che potrebbe configurarsi laddove il giudice richiesto del riconoscimento interpretasse la “procura passiva” in senso limitato con conseguente violazione del diritto di difesa del mandante, assente, in quanto non validamente rappresentato, nel giudizio in Italia.

In definitiva, la Cassazione sembra avere ecceduto i limiti di un'interpretazione ispirata alla massima cautela. Al contempo, però, le disposizioni UE non sono cristalline: in Spedition la stessa Corte UE ha dimostrato come, per agevolare i danneggiati, si possano dischiudere scenari lungi dall'essere scontati; ossia non si può escludere con assoluta certezza che, se interessata, la Corte UE sarebbe potuta addivenire alle medesime conclusioni della Cassazione. Proprio questa assenza di certezza, tuttavia, avrebbe dovuto indurre la Cassazione, non priva di argomenti, ad un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia, invece che consegnarci un precedente che potrebbe venire smentito da altri e, un domani, dagli stessi giudici UE.

Al lato pratico, quindi, si suggerisce agli avvocati di seguire la via più sicura e blindata, quella legittimata dalla Corte UE in Spedition: la citazione dell'assicuratore straniero nella veste di unico convenuto con notificazione dell'atto introduttivo allo stesso presso il suo mandatario per l'Italia, dunque con domanda di condanna del primo e non già del secondo. Un domani la Corte di Giustizia potrebbe anche avvallare la tesi supportata dalla Cassazione, ma comunque rimarrebbe ineccepibile la soluzione sancita in Spedition.

Guida all'approfondimento

Per i riferimenti bibliografici, ulteriori approfondimenti e l'analisi di altre questioni, procedurali e processuali, connesse all'azione diretta nei sinistri “cross-border” (posizione del responsabile civile straniero; condizioni di proponibilità della domanda; procedura di negoziazione assistita), si rinvia a M. Bona, Sinistri stradali all'estero ed azione diretta in Italia: davvero sussiste la legittimazione passiva del mandatario?, in Resp. Civ. Prev., 2015, n. 4.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario