Approvato in via preliminare dal CdM lo schema di correttivo al Codice: prossimo step i pareri istituzionali

Redazione Scientifica
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24 Febbraio 2017

Con comunicato del 23 febbraio 2017, la Presidenza del Consiglio ha reso noto che, nella seduta del Consiglio dei Ministri tenutasi lo stesso giorno, è stato approvato, in via preliminare, lo schema del decreto correttivo del Codice dei contratti.

Con comunicato del 23 febbraio 2017, la Presidenza del Consiglio ha reso noto che, nella seduta del Consiglio dei Ministri tenutasi lo stesso giorno, è stato approvato, in via preliminare, lo schema del decreto correttivo del Codice dei contratti.

La Presidenza non ha reso ancora disponibile sul proprio sito il testo del suddetto schema, che, come segnalato con news dello scorso 17 febbraio, è il prodotto della fase di consultazione con i principali stakeholders (conclusa il 22 febbraio u.s.).

Lo schema dovrà ora proseguire l'iter disegnato dalla legge delega, che prevede il passaggio al Consiglio di Stato, alla Conferenza unificata e alle Commissioni parlamentari per i relativi pareri, per poi tornare all'esame in Consiglio dei Ministri.

Ai sensi dell'art. 1, comma 8, della l. n. 11 del 2016, il suddetto iter dovrà concludersi, pena lo spirare della delega, entro il 19 aprile p.v..

Nello stesso comunicato, di cui si rende disponibile il testo in formato pdf pubblicato sul sito della Presidenza, si illustra che lo schema del correttivo apporta modifiche e integrazioni al Codice, “volte a perfezionarne l'impianto normativo confermandone i pilastri fondamentali” secondo tre linee direttrici:

“1) sono state apportate al codice tutte le modifiche di coordinamento ai fini di una più agevole lettura;

2) sono state introdotte integrazioni che migliorano l'efficacia e chiariscono la portata di alcuni istituti, sulla base anche di quanto suggerito dal Consiglio di Stato in sede consultiva e dalle associazioni o dagli operatori di settore;

3) sono state apportate limitate modifiche ad alcuni istituti rilevanti, conseguenti alle criticità evidenziate nella prima fase attuativa del codice”.

Il comunicato segnala tra le modifiche più rilevanti quelle concernenti:

(i) l'appalto integrato: si introduce un periodo transitorio che prevede che l'appalto integrato sia possibile per gli appalti i cui progetti preliminari o definitivi siano stati già approvati alla data di entrata in vigore del codice e nei casi di urgenza;

(ii) la progettazione: si introduce l'obbligatorietà dell'uso dei parametri per calcolare i compensi a base di gara;

(iii) le concessioni 80/20: si chiarisce che il limite dell'80 per cento dei contratti di lavori, servizi e forniture, relativi alle concessioni di importo pari o superiore a 150.000, che i concessionari sono obbligati ad affidare mediante procedura ad evidenza pubblica non riguarda i lavori eseguiti direttamente né quelli relativi alla manutenzione ordinaria;

(iv) il subappalto: si supera la rigidità della disciplina attualmente prevista, anche alla luce della recente giurisprudenza della Corte di giustizia, chiarendo tra l'altro che il limite del 30% è da riferirsi alla categoria prevalente per i lavori e, solo nel caso di servizi e forniture, all'importo complessivo del contratto; quanto invece all'indicazione della terna dei subappaltatori, si prevede che la stazione appaltante potrà indicare quando ritiene necessaria l'indicazione della terna in sede di offerta;

(v) il contraente generale: si prevede una soglia minima pari a 150 milioni di euro per il ricorso all'istituto del contraente generale, per evitare che il ricorso all'istituto per soglie minimali concretizzi una elusione del divieto di appalto integrato;

(vi) le varianti: si integra la disciplina della variante per errore progettuale, specificando che essa è consentita solo entro i limiti quantitativi del deminimis;

(vii) le semplificazioni procedurali: in caso di nuovo appalto basato su progetti per i quali risultino scaduti i pareri acquisiti, ma non sono intervenute variazioni, vengono confermati i pareri, le autorizzazioni e le intese già rese dalle amministrazioni.