Le particolari figure del Direttore tecnico e del curatore fallimentare

Il riferimento dell'art. 38 c.c.p. alla figura del «direttore tecnico», pur richiamando anche la condizione di quanti rivestano una posizione sostanziale simile riguardo al settore operativo della commessa, non può però essere riferito anche ai preposti tecnici relativi a settori di attività implicate solo marginalmente, o per nulla, nell'attività esecutiva dell'appalto, posto che il riferimento alla figura del direttore tecnico deve essere intesa come correlata a coloro che rivestono tale posizione rispetto al settore operativo nel quale la commessa si inscrive, e non anche tutti i preposti tecnici ai settori di attività in qualsiasi modo implicate nell'attività esecutiva dell'appalto.

Non è passibile di esclusione il concorrente che non abbia allegato per la prova del possesso dei requisiti formali e sostanziali per la partecipazione l'indicazione dei nominativi e dati anagrafici del curatore fallimentare e dei soci di una società dalla quale era stato acquistato un ramo d'azienda a seguito di un'asta fallimentare, posto che la procedura fallimentare si caratterizza per lo spossessamento della precedente gestione, che viene sostituita con il curatore fallimentare, il quale è per legge (art. 31 R.d. 16 marzo 1942, n. 267: legge fallimentare) deputato alla cura di interessi che trascendono quelli della mera gestione dell'impresa. In assenza di una concreta dimostrazione di una qualche forma di contiguità o di continuità sostanziale tra la precedente gestione della società fallita e quella successiva della cessionaria nonostante l'intervallo della gestione della curatela fallimentare, appare realizzata la «linea di discontinuità rispetto alla precedente gestione» che il Consiglio di Stato, Ad. plen., 4 maggio 2012, n. 10, ha ritenuto idonea a evitare in capo al cessionario gli effetti escludenti per mancata dichiarazione ai sensi dell'art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006.