Nozione di “servizi analoghi” e differenza rispetto alla nozione di “servizi identici”

Al fine di dimostrare il possesso del requisito di capacità tecnico-professionale costituito dallo svolgimento di servizi analoghi, è necessario che il concorrente dimostri di aver svolto attività identiche a quelle oggetto dell'appalto?

Laddove la lex specialis di gara richieda, quale requisito di capacità tecnico-professionale, il pregresso svolgimento di servizi analoghi a quelli oggetto dell'appalto, è sufficiente che il concorrente dimostri lo svolgimento di attività che, seppur non identiche, rientrano nel medesimo settore imprenditoriale o professionale cui afferisce l'appalto medesimo (Cons. St., Sez. V, 28 luglio 2015 n. 3717; Cons. St., Sez. V, 05 marzo 2015, n. 1122; Cons. St., Sez. III, 05 dicembre 2014, n. 6035).

La nozione di servizi analoghi, infatti, non può essere assimilata a quella di “servizi identici”, atteso che la ratio sottesa alla richiesta di dimostrare tale requisito va individuata nel contemperamento tra l'esigenza di selezionare un imprenditore qualificato ed il principio della massima partecipazione alle gare pubbliche (cfr. Cons. St., Sez. V, 25 giugno 2014, n. 3220).

Tale principio ha trovato recente conferma anche nell'ambito degli appalti di servizi legali: in particolare, con riguardo ad una procedura indetta da un Comune per l'affidamento del servizio di contenzioso in sede stragiudiziale e giudiziale in materia di diritto civile, dinanzi alle giurisdizioni ordinarie e speciali, la giurisprudenza ha di recente chiarito come costituiscano servizi analoghi a quelli oggetto di gara anche una pluralità di incarichi di patrocinio legale e difesa in giudizio di pubbliche amministrazioni (TAR Basilicata, Sez. I, 22 marzo 2016, n. 260).