Revoca dell'ammissione alla gara prima dell'aggiudicazione: non è necessaria la comunicazione di avvio del procedimento

La vicenda. Un operatore economico impugnava la propria esclusione da una gara per la l'affidamento della fornitura in noleggio di materiali. Tra i motivi di ricorso, la società ricorrente lamentava la violazione degli artt. 3 e 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241. Più specificamente, l'operatore economico riteneva illegittima l'esclusione disposta nei suoi confronti perché la stazione appaltante non aveva comunicato l'avvio del procedimento di revoca dell'ammissione, né aveva motivato adeguatamente il provvedimento circa la comparazione tra l'interesse pubblico e quello privato.

La soluzione giuridica. Il Collegio ha respinto il ricorso perché infondato. La sentenza chiarisce che la revoca dell'ammissione ad una gara pubblica, ove avvenuta nell'ambito dello stesso procedimento di aggiudicazione e precedentemente all'aggiudicazione definitiva, non costituisce un provvedimento di secondo grado.

Da tale assunto, il TAR trae le dovute conseguenze in merito alle violazioni prospettate dal ricorrente.

Con riguardo all'asserita violazione dell'art. 7 della legge sul procedimento amministrativo, la sentenza afferma che non risulta dovuta la comunicazione di avvio del procedimento, trattandosi del medesimo segmento procedimentale volto ad aggiudicare la gara ed essendo ininfluente la mancata partecipazione dell'interessato allo stesso. Con riguardo all'asserito vizio di motivazione, la pronuncia rileva che ai fini della legittimità del provvedimento è sufficiente che siano esplicitate le ragioni dell'esclusione e non occorre, invece, una comparazione tra l'interesse della stazione appaltante e quello dell'impresa esclusa.