Mandato di arresto europeo. Limiti e controlimiti in tre sentenze della Corte di Giustizia europea
30 Luglio 2018
La Corte di giustizia dell'Unione europea, con tre diverse sentenze depositate il 25 luglio 2018, ha affermato altrettanti importanti principi in tema di esecuzione del mandato di arresto europeo. I giudici europeo hanno così individuato i limiti applicativi dell'istituto e la necessità di una attenta valutazione, da parte dell'autorità giudiziaria chiamata a eseguire il Mae, del caso specifico.
Corte di Giustizia, Grande Sezione, 25 luglio 2018, causa C-216/18 PPU, – L'autorità giudiziaria chiamata a eseguire un mandato d'arresto europeo deve astenersi dal darvi seguito se ritiene che la persona interessata rischi di subire una violazione del suo diritto fondamentale a un giudice indipendente e, quindi, del contenuto essenziale del suo diritto fondamentale a un equo processo, a causa di carenze idonee a incidere sull'indipendenza del potere giudiziario nello Stato membro emittente.
Corte di Giustizia, Sez. I, 25 luglio 2018, causa C-220/18 PPU – L'eventuale esame, prima dell'esecuzione di un mandato d'arresto europeo, delle condizioni di detenzione nello Stato membro emittente deve limitarsi agli istituti penitenziari nei quali sia concretamente previsto che la persona interessata sarà detenuta. Pertanto, la possibilità per la persona interessata di contestare le condizioni di detenzione nello Stato membro emittente non è sufficiente a escludere l'esistenza di un rischio reale di trattamento inumano.
Corte di Giustizia, Sez. V, 25 luglio 2018, causa C-268/17 – L'esecuzione di un mandato d'arresto europeo non può essere rifiutata sulla base del rilievo che una decisione del pubblico ministero ha posto fine alle indagini preliminari qualora, nel corso di queste, la persona ricercata sia stata sentita soltanto in veste di testimone. Le autorità giudiziarie degli Stati membri sono tenute ad adottare una decisione riguardo a ogni mandato d'arresto europeo che sia loro trasmesso. |