Osservatorio sulla Cassazione - Dicembre 2018

La Redazione
La Redazione
29 Gennaio 2019

Torna l'appuntamento con l'osservatorio sulla Corte di Cassazione: una rassegna delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di dicembre.

Dichiarazione di fallimento e credito di rivalsa IVA

Cass. Civ. – Sez. I – 3 dicembre 2018 - n. 31188

Il credito di rivalsa IVA di un professionista che, eseguite prestazioni a favore di imprenditore poi dichiarato fallito, sia stato ammesso per il relativo capitale allo stato passivo in via privilegiata e abbia emesso la fattura per il relativo compenso a seguito del pagamento ricevuto in esecuzione di un riparto parziale non è qualificabile come credito di massa, da soddisfare in prededuzione ai sensi dell'art. 111, comma 1, l.fall., in quanto la disposizione dell'art. 6 del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, secondo cui le prestazioni di servizi si considerano effettuate all'atto del pagamento del corrispettivo, non pone una regola generale rilevante in ogni campo, ma individua solo il momento in cui l'operazione è assoggettabile a imposta e può essere emessa fattura (in alternativa al momento di prestazione del servizio).

Bancarotta distrattiva: i limiti della responsabilità dell'amministratore subentrato

Cass. Pen. – Sez. V – 5 dicembre 2018, n. 54511, sent.

In caso di intervenuta fusione, con subentro di un nuovo amministratore, in prossimità del fallimento della società, per l'affermazione della responsabilità penale dell'amministratore subentrato, per fatti di bancarotta fraudolenta patrimoniale, non è sufficiente il mancato rinvenimento di dati beni di cui la società abbia avuto il possesso in epoca anteriore e prossima al fallimento.

Credito bancario e insinuazione al passivo

Cass. Civ. – Sez. I – 3 dicembre 2018 - n. 31195

Nell'insinuare al passivo fallimentare il credito derivante da saldo negativo di conto corrente la banca ha l'onere di dare conto dell'intera evoluzione del rapporto tramite il deposito degli estratti conto integrali; il curatore, eseguite le verifiche di sua competenza, ha l'onere di sollevare specifiche contestazioni in relazione a determinate poste, in presenza delle quali la banca ha a sua volta l'onere di integrare la documentazione, o comunque la prova, del credito relativamente alle contestazioni sollevate; il giudice delegato o, in sede di opposizione, il Tribunale, in mancanza di contestazioni del curatore, è tenuto a prendere atto dell'evoluzione storica del rapporto contrattuale come rappresentata negli estratti conto, pur conservando il potere di rilevare d'ufficio ogni eccezione non rimessa alle sole parti, che si fondi sui fatti in tal modo acquisiti al giudizio.

La responsabilità penale dell'amministratore di fatto per bancarotta fraudolenta

Cass. Pen. – Sez. V – 19 dicembre 2018, n. 57419, sent.

In tema di reati fallimentari, il soggetto che, ai sensi dell'art. 2639 c.c., assume la qualifica di amministratore di fatto della società fallita risponde al pari dell'amministratore di diritto, al di là delle mere qualifiche formali, anche nel caso di colpevole e consapevole inerzia a fronte di condotte illecite di quest'ultimo. La posizione dell'amministratore di fatto va determinata con riferimento alle disposizioni civilistiche.

La bancarotta semplice documentale è reato di pericolo presunto

Cass. Pen. – Sez. V – 10 dicembre 2018, n. 54758, sent.

La bancarotta semplice, ex art. 217 l. fall., è reato di pericolo presunto che, mirando a evitare che sussistano ostacoli alla attività di ricostruzione del patrimonio aziendale e dei movimenti che lo hanno costituito, persegue la finalità di consentire ai creditori l'esatta conoscenza della consistenza patrimoniale. Tale fattispecie integra un reato di pura condotta, che si realizza anche quando non si verifichi, in concreto, un danno per i creditori.